2.12.15

Shigeru Mizuki


Non sono un appassionato di manga. In gioventù, forse. Ma neanche troppo. In ogni caso, tra storie di puro intrattenimento e qualche capolavoro, qualcosa ho letto anch'io. Tra le ultimissime cose belle che mi sono passate tra le mani (e dobbiamo comunque tornare indietro di una cinquina d'anni), c'è Kitaro dei Cimiteri. Mi è tornato in mente quando ho letto in questi giorni del suo storico autore, Shigeru Mizuki, uno degli ultimissimi caposcuola vecchio stampo, che si è spento proprio il 30 novembre alla bellezza di 93 anni.

Se leggi due righe su wikipedia, salta subito all'occhio come Mizuki abbia avuto una vita che definire "avventurosa" è dire poco.
"[...] nel 1942 venne arruolato nell'Esercito imperiale giapponese e inviato nell'isola di Nuova Bretagna, in Papua Nuova Guinea. Le sue esperienze di guerra lo scossero: contrasse la malaria, assistette alla morte di amici a causa di ferite di battaglia e di malattie, ed ebbe a che fare con altri orrori di guerra. Infine, in un raid aereo degli Alleati, venne coinvolto in un'esplosione e perse il braccio sinistro. Da mancino, dopo la guerra imparò da solo a scrivere e a disegnare con la mano destra."
Con quell'unico braccio, Mizuki di cose ne ha scritte e disegnate poche, in realtà, ma quelle poche sono parecchio note e molto rispettate da pubblico e critica. Solo negli ultimi due anni, la Rizzoli Lizard si è occupata di portare in Italia quelli che sono ricordati come i suoi capolavori. Tra questi, il volume Verso una Nobile Morte, NonNonBâ (storie di fantasmi giapponesi) e Hitler. Tutte cose che vanno dai 19 ai 22 euro, te lo dico subito. Ma che, a quanto si dice, meritano parecchio. 


Come ti dicevo all'inizio, però, io ricordo Mizuki proprio per via della sua opera forse più nota, Kitaro dei Cimiteri (Hakaba no Kitarō), tanto celebre in patria da essersi meritata, nel corso degli anni, numerosi adattamenti per film, anime e videogiochi.
Pubblicata anni fa dalla defunta d/visual in tre volumetti, la serie fu pubblicata originariamente nel 1959 e narra le vicende di Kitaro, ultimo membro in vita della tribù dei fantasmi che combatte per mantenere la pace tra gli uomini e gli yōkai, mostri e fantasmi della tradizione folkloristica giapponese.


 
Le storie viaggiano sempre sui binari di un meraviglioso e affascinante immaginario macabro, donando alla serie un'atmosfera profonda e rendendola un teatrino dell'assurdo che scavalca agilmente i tempi e le mode.
Ecco perché ancora oggi, nonostante sui miei scaffali sia presente pochissimo fumetto giapponese, custodisco gelosamente quei tre volumetti tra quelli degli autori (e Maestri) più visionari e inquietanti di sempre.

Un saluto e un ringraziamento, erano doverosi. 
Grazie, Shigeru.


5 commenti:

MikiMoz ha detto...

Un volume di Hitler lo lessi nella seconda metà degli anni '90, Kitaro purtroppo mai letto né visto (ne han fatto anche una serie animata, mai arrivata qui da noi, pare).
Molto belli i disegni, un underground quasi anni '70, non stenerebbe su Mad o assieme a Fritz il Gatto.
Il disegno con Bomarzo è STU-PEN-DO.

Moz-

LUIGI BICCO ha detto...

@ Miki:
Si, la serie animata sembra parecchio interessante, ma da noi è arrivato pochino. Il segno, come da tradizione giapponese, per quanto effettivamente underground, in alcune parti sfiora la maniacalità in quanto a particolari. Ma è l'immaginario di Mizuki che rende alcune sue opere davvero straordinarie.

MikiMoz ha detto...

Sì, vero... il disegno è maniacale!
Un Miura ante litteram :D

Moz-

CyberLuke ha detto...

Il volume su Hitler mi aveva sempre incuriosito, ma il disegno mi aveva tenuto un po' alla larga.

LUIGI BICCO ha detto...

Beh, tieni conto che questo signore si è formato artisticamente negli anni '50 :)

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