17.11.15

#Riletture: Cosmic Odyssey

Capita a volte che al ritmo del gioca jouer ti piazzi davanti alla tua libreria, ficchi la mano a caso in uno scaffale ricolmo di fumetti in multistrato e ne tiri fuori qualche volume polveroso pronto per essere risfogliato. E' un giochino che accetti di fare quando ti vuoi lasciar prendere dalla nostalgia canaglia (giochino comunque deleterio perché rischi di perder tempo a rileggere delle robe, quando ne avresti decine e decine di altre da leggere ex-novo).


Qualche giorno fa è venuta fuori la saga DC Cosmic Odyssey. Quella in volume unico della Play Press (che originariamente la stampò in tre albi più snelli) che, a dispetto delle tante critiche all'editore romano sui materiali di stampa, questo sembra miracolosamente rimasto (quasi) intonso, con le pagine ancora lì incollate (anche se le vistosissime 2a e 3a di copertina in cartone grezzo stanno lì a ricordarti certe cose).

Siamo intorno al 1988. Ai testi Jim Starlin, decano e cantore assoluto della space opera a fumetti, che dagli anni '70 in poi, e soprattuto in casa Marvel, mise a segno, tra testi e disegni, un tot di classici indimenticabili (ricorderai almeno La Morte di Capitan Marvel, Il Guanto dell'Infinito o le sue run su Adam Warlock o Silver Surfer). Starlin non si risparmia nemmeno qui e imbastisce una trama solida, ricamata il giusto e dagli sviluppi interessanti.


All'ennesimo tentativo delle bestiali orde di Darkseid di conquistare il pianeta terra, lo spietato despota di Apokolips viene a conoscenza del fatto che quella dell'Equazione Anti-Vita è molto più di un'antica leggenda, tanto da mettere a repentaglio il suo stesso potere. Per questo motivo decide di allearsi con Nuova Genesi, il pianeta da sempre rivale. Insieme ai Nuovi Dei, il Grande Padre, Orion e il Foraggiere su tutti, decide che la minaccia cosmica rappresentata dall'equazione è di tale scala da dover interessare anche gli strenui difensori terrestri della Justice League. Sono quindi chiamati a rapporto sei eroi: Superman, Batman, J'onn J'onzz, Lanterna Verde (John Stewart) e Starfire. Il sesto elemento è il misterioso vecchietto chiamato Jason Blood che i lettori di vecchia data sanno rappresentare le spoglie mortali del demone Etrigan.


Lo sparuto gruppetto di eroi si dovrà dividere in coppie per cercare l'equazione, frantumatasi in quattro "aspetti" nel tentativo di uscire dal proprio limbo. Le quattro parti sono state dislocate a caso su altrettanti pianeti: la Terra, Rann (sul quale ritroveremo anche Adam Strange), Thanagar e Xanshi.

Arricchiscono ulteriormente il piatto i disegni di un giovane Mike Mignola non minimalista come quello attuale (che tutti preferiamo, mi rendo conto), ma già ampiamente padrone dei propri mezzi e debitore dell'opera di Kirby più di quanto non lo sia oggi. Le masse prorompenti e i neri pesti ci sono tutti, insomma, ma ogni tanto gli sfuggiva qualche riga di tratteggio appena abbozzata. Forse aggiunte nelle chine di Carlos Garzon, ma forse anche no. I colori, invece, piatterelli ma ben piazzati, sono di Steve Oliff.


Per i fan di Mignola, comunque, questo è bel volume da possedere. Così come per gli amanti di certa sci-fi cosmica. A chi vuole recuperlarlo, non so esattamente cosa consigliare. A parte la versione originale della Play, credo che sia stato ristampato qualche anno fa solo dalla Planeta in questo volume della collana DC Sagas.

Saporito.

4 commenti:

CREPASCOLO ha detto...

Sono parte della esigua minoranza che preferiva e preferisce il Mike Mignola non mininalista. I personaggi della Odissea Cosmica si muovono, zompano di qua e di là con qualcosa di batracico e di Muppet grazie anche al baricentro basso dei personaggi del nostro, da sempre, da Alpha flight e da quel raccontino x Marvel Fanfare con Namor. Da Gotham By Gaslight in poi il nostro ha inchiodato i suoi personaggi ad uno stiloso gioco di ombre che ne hanno fatto il signore ed inventore del bassorilievo gotico. Bene ovviamente considerato il successo di Hellboy, ma persino il suo unico episodio di X Force con la posse di Cable in missione , sebbene non sia il suo lavoro migliore e purtroppo sia violato da un paio di paginette di Liefeld , ha un maggior grado di cineticità.
Io sono un fan di Starlin dagli anni settanta quando le sue guerre stellari con Mar-Vell ed Adam Warlock erano la seconda portata dei Fantastici Quattro della Corno, ma trovo che non sappia maneggiare Bats e che , contrariamente a quanto si pensa, non dia il meglio con le big guns e nei "corali". Jim The Bishop sacrifica spesso e volentieri le caratterizzazioni dei personaggi al plot, in particolar modo se non ha creato i personaggi o se non sono in linea con la sua fascinazione x l'Oscura Signora. Consiglio il suo 'Breed ( Bravura - Star Comics ) ed in misura minore Gilgamesh ( Play Press ).

J_D_La_Rue_67 ha detto...

Comunque quel Darkseid lì non si può vedere... Massiccio e Kirbyano sì, panzone NO!
Di Mignola a me era piaciuto assai "Ill Met in Lankhmar", primo albo di Fafhrd and Gray Mouser. Potrei ricordare male, ma mi sembra che stia un po' "a metà" fra i due stili.

CREPASCOLO ha detto...

Ricordi bene. Mike Mig nel periodo di transizione. Darkoso è pancione come i padrini nei films di Coppola e Scorsese. Una curiosità: ho letto da qualche parte che il King intendeva parodiare Trickie Dickie Nixon attraverso il massiccio signore di Apokolips.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Crepascolo:
Sei andato a tirare fuori una chicca. Quell'episodio di X-Force lo ricordo benissimo. Una vera e proprio gemma. Tanto più che era piazzato appunto tra un episodio di Liefeld (et similia) e l'altro :)

@ JD:
Il Fafhrd and Gray Mouser adattato a fumetti da Howard Chaykin e Mike Mignola è davvero un piccolo capolavoro. E pensa che è successivo a Cosmic Odyssey (credo sia dell'inizio dei '90).

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