5.10.15

Tex, Frontera (e di come in Bonelli abbiano felicemente aperto le gabbie)


Dopo l'esperimento del Tex di Serpieri qualcuno, me compreso, si è chiesto che fine avrebbe fatto la collana. Quello di Serpieri era da ritenersi l'avvio di una nuova avventura editoriale o un estemporaneo one shot senza seguito?

Alla questione risponde lo stesso Davide Bonelli che, nell'editoriale dell'albo cartonato a colori intitolato Frontera, specifica ancora una volta che si, quello di Serpieri è stato un esperimento, una sorta di numero 0, ma che la collana continua. E ora, a soli sei mesi di distanza dal precedente, si fregia di un nuovo capitolo (e altri ne seguiranno).

Sul Tex in questione (Romanzi a Fumetti #2) circolavano diverse voci già da qualche mese. Quel che era sicuro, però, era che alla macchina da scrivere si sarebbe seduto il veterano della serie regolare Mauro Boselli e al tavolo da disegno l'esperta mano di Mario Alberti.
La scelta di Alberti non è stata certo dettata dal caso. Vista l'esperienza in ambito internazionale del cartoonist triestino (oltre ai passati lavori su Nathan Never e Legs Weaver, ci sono poi quelli per le major americane Marvel e DC e per gli Umanoidi francesi), gli alti vertici hanno scelto di dare un respiro e un taglio grafico molto più alla francese, per un albo che complessivamente è da considerarsi un vero e proprio passo da gigante rispetto al passato recente. Un albo che per foliazione, struttura, disegni e colori (opera pienamente riuscita dello stesso Alberti) è votato ad una distribuzione senza barriere.

Quello che ritroviamo in Frontera è un Tex appena trentenne, un filo più cinico e smargiasso, tanto più scavezzacollo e un pelo meno preoccupato dalle conseguenze delle proprie azioni. Un Tex Willer pre arruolamento nel corpo dei rangers del Texas, intento a spaccare pietre in un penitenziario ai confini del Messico, scapolo e senza figli, ma già compagno di scorribande di un meno ingrigito e più vigoroso Kit Carson che cerca di portarlo dalla parte giusta della barricata. Un giovane Tex quasi (quasi) irriconoscibile che nel giro di poche tavole si rivelerà, sbarbandosi e ripulendosi, in una vera e propria vestizione dell'eroe, con la mise casual che da quel momento in poi diventerà la sua seconda pelle.
"Nel carcere messicano di Frontera langue un misterioso prigioniero che la bella francese Blanche Denoel vuole libero a tutti i costi perché la aiuti nella sua vendetta! Ed è solo la miccia che accende una colorata esplosione di avventura e violenza nelle assolate praterie del SudOvest, tra pugni, cavalcate, spari e Comanches!"
La sceneggiatura di Boselli si muove rapida e leggera lungo una buona storia che si legge veloce e senza particolari colpi di scena (e sarebbe parso strano, vista la natura sperimentale alla nascita di questa collana).
Discorso a parte per i disegni. Il tratto di Alberti sembra essersi ulteriormente arricchito rispetto ai suoi lavori più recenti, la magnificenza di certe tavole è sotto gli occhi di tutti.




Come puoi vedere, la prima cosa che salta agli occhi è il lavoro fatto per destrutturare la classica gabbia bonelliana. Non mancano tavole a sei vignette o simili, per carità, ma nella maggior parte dei casi possiamo ammirare più strisce orizzontali (in qualche caso addirittura cinque), tre verticali, intersezioni con immagini di sfondo, balloon fuori vignetta e altri rimaneggiamenti che fanno bene agli occhi.
Non è certo la prima volta che si opera al di fuori del canone. Medda ha tentato la strada più volte negli anni '90 con Nathan Never e, più recentemente, diversi disegnatori (in accordo con Recchioni, immagino) hanno sentito la necessità di un approccio alla tavola più "americano" per
Orfani. Però rimirare certe cose in un bel formato gigante come quello di Frontera, dona ampio respiro e le cose rosolano meglio in padella.

Sono contento che in Bonelli abbiano compiuto questo passo. E a breve prevedo nuove iniziative sulla falsa riga di questa e un maggiore riguardo da parte dell'estero al fumetto italico. Bravi.

7 commenti:

La firma cangiante ha detto...

Tavole stupende, cavolacci, avevo fatto passo con Serpieri che il suo Tex proprio non mi convinceva, certo è che se il proseguio della collana sarà a livello di quello che vedo postato qui un pensierino è d'obbligo. Mi sembra che in qualche modo si riprenda un po' l'idea del Tex d'autore propria del Texone con un occhio puntato all'Europa, forse con costi anche minori per la casa editrice vista la foliazione (però c'è il colore) e un maggior guadagno. Mmmm.

sartoris ha detto...

...anche io sono contento dell'apertura, mi aveva divertito l'esperimento di Serpieri ma questo ancora non l'ho preso. Se dici che vale, e mi pare di sì da ciò che leggo (non solo qui), credo sia ora di scendere in fumetteria (sperando di trovarlo, mannaggia, ché qua dove vivo io, lo sai, siamo un po' in nord-africa)(male che vada ricorrerò all'internetto:-))))

LUIGI BICCO ha detto...

@ Dario:
Nelle intenzioni mi par di capire che si continui eccome, magari proprio coinvolgendo autori dal respiro più internazionale. Una bella roba, non c'è che dire.

@ Omar:
A valere vale, anche solo per i disegni, se vuoi. Occhio che in fumetteria non c'è. Dovresti invece trovarlo in tutte le edicole. Vai direttamente in quella più fornita.

sartoris ha detto...

trovata ultima copia in centro: stupenda la tagline in 4° di copertina "UNA STORIA DALL'ESPLOSIVO TAGLIO CINEMATOGRAFICO!" (in Bonelli sono così abituati alla griglia canonica che basta un disegnatore meno imbrigliato a farli gridare all'esplosione:-))))

GiovanniMarchese ha detto...

Sì, tutto molto bello, ma quando proporranno anche qualche voce nuova ai testi che non sia un autore già al lavoro sulla serie regolare allora sì che si dovrà parlare di rivoluzione. E' un fumetto visivamente molto bello, ma non così speciale se paragonato a ciò che già si produce a livello mainstream in Francia o U.s.a., per dire. Ecco, sicuramente ha un respiro internazionale maggiore rispetto al bianco e nero tradizionale che tuttavia anche all'estero funziona bene (sopratutto in mercati come quello sud-americano e europeo centro-orientale). Ma ripeto, la vera rivoluzione sarebbe mettere ai testi un autore esterno al mondo e al linguaggio bonelliano.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Omar:
Dai, almeno una copia l'hai trovata :D
Per il messaggio immagino che il problema sia soprattutto quello di dover parlare anche e soprattutto allo "zoccolo duro" dei lettori. "Duro" in tutti i sensi.

@ Giovanni:
Situazione assai difficile, immagino. Su Tex non sono mai stati sperimentati esordiente veri e propri. Però rispetto al passato una buona palestra, volendo, è quella rappresentata dalla collana "Le Storie".
Il fatto poi che "Frontera" sia speciale o meno rispetto al livello mainstream francese, forse è dovuto anche alla questione della serialità. In Francia una serie nasce in quel formato e muore in quel formato. Tex ha decine di anni di storia alle spalle (e tutti in bianco e nero). Difficile incanalarlo in nuovi format senza dare l'impressione che si tratti "semplicemente" di speciali.
Ma sono solo all'inizio. Si spera che con il tempo certe iniziative possano anche allargarsi ad altre collane.

CyberLuke ha detto...

Da un sacco ormai non compro o leggo più Bonelli.
Ho ancora la mia collezione di Nathan Never completa fino al 150 in un paio di scatoloni, ma non mi è ancora venuta voglia di rileggerla.
Il taglio, i toni, la discontinuità nei disegni (e nelle storie), la carta, tutto mi ha stufato dei Bonelli.
Sto decisamente invecchiando, mi sa. ;D

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