16.3.15

Riposa in Pratchett


Giovedì scorso, 12 marzo, Terry Pratchett ci ha lasciati per raggiungere altri lidi. Secondo il comunicato ufficiale che ne ha annunciato il decesso, lo scrittore inglese, dal 2007 affetto da una particolare forma di alzheimer, è morto “circondato dai suoi cari, col suo gatto addormentato sul letto”.
Su questa terra ha lasciato una moglie, una figlia, oltre 70 libri, alcuni documentari e circa 85 milioni di copie vendute.

Di suo ho letto praticamente nulla e quella che ricordo meglio è la sua collaborazione con Neil Gaiman su Buona Apocalisse a Tutti! (Good Omens, 1990), anche se è da anni che mi riprometto di recuperare, come mille altre cose, il primo romanzo di quella che è la sua saga più celebre: DiscWorld (Mondo Disco, in italiano).


DiscWorld è un mondo parallelo che a differenza del nostro è piatto e, rifacendosi alla tradizione spirituale indù, viene sorretto da 4 mastodontici elefanti che a loro volta poggiano sulla testuggine chiamata A'Tuin che percorre un'orbita cosmica casuale (forse). Tutto inizia così:
"In un remoto scenario multidimensionale, in un piano astrale mai destinato a volare, le volute di foschia stellare ondeggiano e si dividono...
Guarda... Viene A'Tuin la Grande Tartaruga, nuotando lenta nel golfo interstellare, le membra poderose ricoperte d'idrogeno ghiacciato, l'enorme carapace antico bucherellato da crateri di meteore. Con occhi grandi come il mare, incrostati dai reumi e dalla polvere di asteroidi, fissa la Destinazione. Nel suo cervello più grande di una città, con lentezza geologica, pensa soltanto al peso. Naturalmente la maggior parte del peso è sostenuta da Berilia, Tubul, Gran'T'Phon e Jerakeen, i quattro giganteschi elefanti sulle cui larghe spalle color delle stelle riposa il disco del Mondo, inghirlandato alla sua circonferenza dalla lunga cascata e sormontato dalla volta celeste del Cielo."
Questo è lo scenario dove si narrano le divertenti gesta di personaggi senza un perché come il mago fallito Scuotivento, il truffatore professionista Moist von Lipwig, la vecchia strega Esmeralda Weatherwax o la Guardia di Ankh-Morpork Carota Fabbroferraio.


Te la faccio breve e cito wikipedia:
"I libri di Pratchett parodiano principalmente il genere fantasy classico di Howard e le opere di Tolkien ma attingono anche da Lovecraft, Shakespeare, i miti, il folklore e le fiabe, utilizzandoli talvolta per creare dei paralleli satirici con questioni attuali."
In molti concordano nel dire che Pratchett è stato per il fantasy quello che Douglas Adams è stato per la fantascienza (e non solo quella). Io di Adams ho letto parecchio e per me è un punto di riferimento. Se Pratchett fosse in grado di farmi divertire e riflettere anche solo la metà di Adams, basterebbe eccome. Solo che ora mi pento di non aver mai preso Il Colore della Magia, quel primo libro dove tutto è cominciato in quel lontano 1983. Prenderlo adesso mi darebbe l'impressione di aver aspettato la morte di Pratchett per immergermi nel mondo fantastico da lui creato.

Quindi aspetto, si, ma quel libro alla fine lo prenderò, giuro.

2 commenti:

Luca Prandi ha detto...

Anche io ho da troppo tempo " Il colore della Magia " fermo nella casella " Robe da Leggere "...e ho sempre trovato bellissima l'idea del mondo piatto sorretto da quattro elefanti su di una testuggine che fluttua nello spazio...

LUIGI BICCO ha detto...

Come dicevo nel post, la visione del mondo piatto di DiscWorld si rifà molto alla tradizione indù. Molto affascinante, si. In ogni caso mi sa che adesso ci tocca leggerlo, questo libro.

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