3.10.14

La Grande Guerra di Joe Sacco


Esce oggi per la Rizzoli Lizard La Grande Guerra, l'ultima fatica di Joe Sacco. Se ti aspetti un classico volume con delle tavole a fumetti, però, caschi male. Si tratta infatti di una sola, monumentale tavola, lunga la bellezza di sette metri e ripiegata a fisarmonica all'interno del suo astuccio di cartone. Il tema? Quel fatidico 1° luglio 1916, primo giorno della battaglia della Somme, che si concluse il 18 novembre successivo con un bilancio di circa 300mila morti tra militari britannici, francesi e tedeschi.
Una robetta facile facile, insomma. Soprattutto tenendo conto del fatto che il tutto viene raccontato attraverso un'unica scena, a sottolineare un lavoro davvero impressionante.


Joe Sacco afferma:
“Volevo che sembrasse di guardare il mondo dall’alto, osservando semplicemente quello che succede senza che nessuno ti dica cosa sta succedendo. Ci sono i soldati che vanno in trincea e di ognuno pensi: lui ha una madre, questo una fidanzata, ciascuno ha una storia. Per la prima volta ho cercato di affrontare l’argomento da disegnatore e non da giornalista. È la prima volta che me lo concedo, e questo ha liberato qualcosa di nuovo dentro di me, che non so dove mi porterà.”
Qui sotto ti piazzo alcuni particolari ingranditi e alcune parti della super tavola in questione. In coda trovi anche l'intervista a Sacco.








3 commenti:

La firma cangiante ha detto...

Impressionante è dir poco, un lavoro certosino, chissà che tipo di prezzo hanno scelto per un'opera di questo tipo, sul sito Rizzoli non l'ho trovato. Ora guardo su Amazon.

GiovanniMarchese ha detto...

La coerenza estetica di Joe Sacco è disarmante! Si è sempre occupato di fare cronaca sul campo con un linguaggio testuale e visivo underground. E adesso che si occupa del passato, cambia rigorosamente linguaggio con un segno "totale". Chapeau!

LUIGI BICCO ha detto...

@ Dario:
Come tutte le cose belle, le custa un cicinin. Si parla di una venticinquina di euro circa.

@ Giovanni:
Vero vero. E con il tempo sembra quasi stia scomparendo dal suo tratto la sua impronta più caricaturale.

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