22.9.14

Una sana riflessione in quattro punti sul lavoro, la vita, la testa e tutto quanto


Il mio inglese è precario, come tante altre cose. I 4 punti qui sopra "suonano" più o meno così:
  1. Smettete di chiamare voi stessi "creativo".
    Non mi dice nulla su ciò che effettivamente fate. (Da provare: "io sono un designer" o "io sono
    una receptionist che ha un blog
    ").

  2. Se odiate il vostro lavoro, cercatevene uno nuovo.
  3. Mentre cercate un nuovo lavoro, cercate di essere veramente bravi in quello attuale, questo è il modo più rapido per ottenerne uno nuovo.
  4. Alzarsi due ore prima del solito e fare il lavoro
    che si desidera fare.
    Poi andate al lavoro.
Non che sia d'accordo su tutti i punti ma, come al solito, li ritengo degni di riflessione. L'autore è sempre lui, Austin Kleon, "uno scrittore che disegna", come ama definirsi. Te ne parlai un po' di tempo fa attraverso una lunga serie di post (che iniziano qui) dove cercai di tradurre parte del suo libro: "Ruba come un Artista".

I punti 1 e 2 sono legge. Sul secondo, chiaramente, visti i tempi che corrono almeno dalle nostre parti, vien da pensare che certe cose sono facili solo a parole. Il 3 dipende dai punti di vista e dal lavoro che fai. Il punto 4 descrive una cosa che mi piacerebbe tanto mi riuscisse di fare. Una cosa sulla quale rifletto da parecchio tempo. Ma vuol dire sacrificare altre cose e costa tanta fatica in più se hai anche una famiglia. Tenendo conto del fatto che, per quanto mi riguarda, come tanti altri non mi fermo quasi mai, sforando spesso nelle ore notturne. Ma capisco che se fosse facile, lo farebbero tutti.

Seguo Kleon sul suo blog e su twitter. Mi piace il suo modo di ragionare ma soprattutto il coraggio di mettere, nero su bianco e con un ordine invidiabile, le cose che in tanti pensano ma che nessuno dice. Come se si provasse paura. Come se costasse davvero tanto ammettere delle cose a se stessi.

8 commenti:

Luca Lorenzon ha detto...

punto 1: boh, non saprei.

punto 2: pura utopia.

punto 3: in Italia non funziona così.

punto 4: puro vangelo, pur con i limiti che hai evidenziato. Ma io direi che si può anche andare a dormire due ore più tardi, non necessariamente svegliarsi due ore prima.

La firma cangiante ha detto...

Beh, è dura. per il primo punto ok, anche quando lavoravo in uno studio grafico ero impaginatore, meno esecutore, creativo mai.

Punto 2: ah, ah, ah! Quando hai famiglia e vivi nell'Italia di oggi il lavoro te lo tieni. E anche volendotelo tenere, come è capitato a me, poi te lo fanno perdere, a forza, per gonfiare le tasche dei soliti noti. Di cosa stiamo parlando? Ovviamente di situazioni percorribili in altri paesi, probabilmente da persone supercompetenti e dal carattere decisissimo.

Sul terzo punto concordo grossomodo, finché lavori un po' di serietà ce la devi mettere.

Sul quarto punto concordo tutto sommato, perché anche se sei a casa tutto il giorno per far le cose che ti piacciono si trova tempo dalle 22.00 alle 00.00. Chissà perché poi...

LUIGI BICCO ha detto...

@ LUca:
Punto 2: Sono d'accordo, ma ciò non vieta di cercarselo comunque. Anche se sei in una situazione tranquilla. Anzi, meglio.
Punto 3: Non è l'Italia, purtroppo. Sono gli italiani che funzionano in quel modo.
Punto 4: Però nelle ore serali non avrai mai la testa fresca come un quelle del mattino :)

@ Dario:
Punto 2: chiedo sulla base dell'esperienza personale. Perché se un lavoro non ci piace dobbiamo tenercelo per forza, anche se i tempi consentirebbero un cambiamento? Mi spiego meglio: spesso ci si "siede" e non ci si muove, aspettando che accada qualcosa di brutto per dover poi cambiare lavoro "per forza". E naturalmente mi riferisco a chi fa un mestiere che non gradisce, eh. Dieci anni fa avrei potuto cambiare il mio. Non l'ho fatto perché "chi me lo fa fare? Lo stipendio ce l'ho e tutto il resto". Arriva poi il momento che lo devi cambiare per forza e capito in un periodo storico particolare e sfigatissimo come quello attuale. E pensi: "ah, avessi cambiato quando ero tranquillo..."

...

Non credo di essermi spiegato al meglio delle mie potenzialità, mi rendo conto :)

A proposito della tua domanda al punto 4: forse per una questione di abitudine? Perché a quell'ora il/la figlio/figlia va a nanna e la moglie segue a ruota dopo un po' e tu rimani solo con te stesso a rimuginare sulle cose? ;)

La firma cangiante ha detto...

Partiamo dal punto 4. E' proprio come dici tu, il motivo è quello anche se ora, da pochi giorni in realtà, da quando mia figlia ha ricominciato la scuola, sono solo tutto il giorno. Però di giorno faccio comunque altro (cose di casa, ricerca del lavoro/corsi, etc...) e per abitudine le mie cose tornano sempre dalle 22.00 alle 00.00. Mi rendo conto però di essere completamente spaesato, di perdere un sacco di tempo e non riuscire ancora a organizzarmi al meglio la giornata.

Punto 2. Il problema è che i tempi non consentono. Fino a pochi anni fa, inevitabili scazzi a parte, il mio lavoro non mi dispiaceva, lavoravo con un bel gruppo di persone, gente in gamba e ci divertivamo anche parecchio a lavorare insieme. Poi circa quattro anni fa è arrivata la nuova proprietà che nel giro di quattro anni ha distrutto tutto e ci ha portati al fallimento improvviso e repentino. La gente, noi eravamo 200, con i tempi che corrono è rimasta aggrappata al lavoro, forse sbagliando, non lo so, ora ci troviamo tutti gambe all'aria e possibilità ce ne sono davvero poche... forse ci saremmo dovuti comunque muovere prima.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Dario:
Punto 2: ho specificato che mi riferivo proprio a chi fa un mestiere non gradito ma che ha continuato a farlo anche in tempi non così difficili. Non era appunto il tuo caso perché conoscevo un pochino la tua storia. Ma bada bene, stavo parlando anche (e forse soprattuto) di me.

Punto 4: siamo un popolino di nottambuli, non c'è altra spiegazione. Io tra le 22 e le 2 di notte ho fatto "le meglio cose" :)
Però questa cosa della mattina presto dovrei prorio provarla.

La firma cangiante ha detto...

Però questa cosa della mattina presto dovrei prorio provarla.

Ma anche no :)

LUIGI BICCO ha detto...

Ma anche no :)

E c'ha ragione!

CyberLuke ha detto...

Bah, boh, parlo un po' random.
Definirsi "creativo" è una cosa che non ho mi fatto. Forse per l'idea che ho io di "creazione". Per fortuna ho incontrato poca gente che ci si autodefinisce, altrimenti sai le risate.

Cambiare il lavoro che si odia in effetti migliorerebbe la vita a tutti. Anche oggi ho incontrato dei lavoratori così scazzati, così svogliati, così insofferenti che li avrei pesi a pugni, dopo avergli ripetuto parola per parola il Punto 2.
Ma capita anche a me di odiare il mio lavoro. O forse sono certi clienti che me lo fanno odiare. O ancora, è la percezione del nostro lavoro di designer in Italia che me lo fa odiare.

Sul punto 3 ho poco da dire. Sul quarto, è indubbio che quando calano le tenebre o il sole deve ancora sorgere, di scassapalle in giro ce me sono molti di meno, e la tua produttività (o creatività, se preferisci) ha più spazio. Per inciso, non ho mai creduto ai team di lavoro. Chiudetemi in una stanza da solo con la mia musica e vi produrrò tutto quello che volete nella metà del tempo che vi aspettereste.

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