25.9.14

Realtà e spazi alieni (ma la verità è nella testa)


Ad Amsterdam esiste uno studio di design, Heldergroen, i quali dipendenti difficilemente faranno dello straordinario. Questo perché ogni giorno, alle 18:00, le loro scrivanie, i tavoli e le altre superfici di lavoro vengono issate verso il soffitto tramite cavi d'acciaio. Quando lo spazio è libero dagli oggetti superflui, la sera e nei fine settimana, il locale diventa una pista da ballo, una sala yoga o qualsiasi altra cosa si decida al momento. "Quel suolo è vostro", spiega il direttore creativo Sander Veenendaal.

Il video timelapse in coda al post spiega in pratica come funzionano le cose. Lo spazio-ufficio ideato dallo studio sta generando, come da programma, parecchia autopromozione ma allo stesso tempo si fa portatore di un bel messaggio illuminato dedicato all'equilibrio vita/lavoro.


Veenendaal afferma:
"Pensiamo che fare attività come queste renda più facile e piacevole lavorare qui. Le persone sanno quando è il momento di rilassarsi o di fare qualcos'altro che le ispira".


Capito? Mi rendo conto che è una cosa molto poco italiana. La nostra nazione predilige a tutti i costi il controllo sulla persona e il rispetto di una precisa e spesso squinternata scaletta gerarchica.
Anche questo è uno dei motivi per i quali, scusami se te lo dico brutalmente, stiamo letteralmente andando al culo.

Continuate pure a fissare il dito, tranquilli.


A G G I O R N A M E N T O:
E visto che parliamo di certe cose, beccati pure questo articolo pubblicato on line ieri: Virgin, Branson cancella l’orario di lavoro. "Contano i risultati, non le ore di ufficio". Ok? Arriva a capirlo uno come Branson che davvero potrebbe passare tutto il suo tempo a tirarsela. Evvabbèèène.

8 commenti:

La firma cangiante ha detto...

Un sogno, titolari come questi, posti di lavoro come questo... davvero un sogno. Inizio a pensare di non meritarli, forse sono per persone superpreparate, con caratteri unici, chissà... qui invece aumenta sempre di più l'idea che si debba sacrificare tutto al lavoro per non ricevere nulla in cambio. Non farmici pensare. Guarda il video :)

Larsen ha detto...

uhm... a me ste cose all'americana, in cui sei spinto a vivere con l'azienda e in azienda, non piacciono mai granche'.

l'idea e' buona per quello che riguarda la versatilita' dello spazio, certamente.
per quello che riguarda la funzione sociale invece... mheee...

queste aziende che vogliono fare "famiglia e amici" allo stesso tempo, quando sappiamo benissimo che si lavora per soldi e, specie all'estero, e' facile spostarsi da un'azienda all'altra seguendo la migliore offerta, suonano sempre un po' ipocrite.

La firma cangiante ha detto...

@ Larsen: Beh, comunque non sei costretto a viver sempre lì se non vuoi, sono la disponibilità e il rispetto che contano, le possibilità, cose che spesso tendono a latitare.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Dario:
Nel migliore dei casi, sembri comunque dover ringraziare chi ti passa uno stipendio, come se tu non facessi nulla in cambio. Storia vecchia.

@ Larsen:
No, sulla questione "ufficio-famiglia" anch'io non sono d'accordo. Ma decisamente preferisco un lavoro dove le quattro mura mi trasmettano un po' di simpatica amicizia. Produrrei sempre e comunque di più. Quando la gente capirà che una pacca sulla spalla fa tanto bene (in ambito lavorativo, anche e soprattutto a chi la dà, quella pacca) allora la situazione sarà davvero pronta a cambiare.
E quindi, col senno di poi, non cambierà MAI :)

CyberLuke ha detto...

Sono in tanti, troppi "capi" a non farsi "furbi" e realizzare che potrebbero ottenere molto di più da un sottoposto se solo lo trattassero in una "certa" maniera (scusa l'eccesso di virgolette). Tra le quali, la famosa pacca sulla spalla che costa zero.
Ma no, preferiscono tenerli sempre "sotto botta", ricordargli costantemente che il lavoro è un privilegio e giocare a fare i ducetti da quattro soldi.
Forse questa soluzione svedese è fin troppo estrema, ma tra i due estremi... Beh, non ho dubbi.

LUIGI BICCO ha detto...

In effetti a me basterebbe anche molto molto meno. Ma l'articolo in coda su Branson è illuminante, a tal proposito. Purtroppo anche tu ne sai qualcosa e ne hai pure fatte le spese. Ma non sei solo, via. A breve, qualche "spesa" la farò anch'io :)

Larsen ha detto...

guarda, di pacche sulle spalle o di apprezzamenti non mi puo' fregare di meno... sto lavorando, non partecipando ad una corsa campestre, vuoi farmi sentire "valorizzato"?
pagami... gratificami...
certo l'ambiente di lavoro deve essere almeno decente, ma non fa grandi differenze alla fine del mese.

certo, sarebbe da far presente che un'ambiente ostile e' la piu' deleteria delle cose in un ufficio.... e' facile che si formino poi "gruppetti" che non sono in grado di comunicare o lavorare insieme, e questo e' un problema.
ma cercare di spingere ad ogni costo alla simpatica armonia rischia di ottenere lo stesso risultato.

e' vero che magari le attivita' extralavorative non sono "obbligatorie", ma se non partecipi poi come vieni percepito e considerato?

LUIGI BICCO ha detto...

@ Larsen:
Trovo giusto un equilibrio tra le cose. Ma come dici anche tu, un ambiente ostile è la peggiore delle situazioni possibili, in ambito lavorativo. A mazzate in faccia non si va avanti. Con le carezze (e con le lezioni dure ma giuste) si crescono i buoni figli.

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...