4.9.14

Raylan di Elmore Leonard


Che la serie tv Justified sia un mio pallino fisso non è più un segreto per nessuno. E anche per questo ammetto di aver comprato Raylan, l'ultimo libro scritto da Elmore Leonard prima di lasciarci per passare a miglior vita. 
Raylan è stato scritto dall'autore tra il 2010 e il 2011 (e fu pubblicato solo l'anno successivo, nel 2012), quando la prima stagione di Justified stava per finire, raccogliendo per strada ampi consensi da parte di pubblico e critica. Leonard decise di rinverdire i fasti letterari del marshal del Kentucky Raylan Givens (già protagonista dei suoi romanzi "Pronto" e "A Caro Prezzo" e del racconto breve "Fuoco in Buca") con un nuovissimo romanzo che avrebbe fatto anche da trampolino ad un'eventuale seconda stagione. Quel che ne è venuto fuori è una raccolta di racconti suddivisi in capitoli che formano un unico romanzo (e questa è stata una sopresa, per me, perché dalla sinossi in 4a di copertina dell'edizione Einaudi, si evince invece che si tratta di un romanzo con una storia unica e basta).

Una serie di piccole e nuove indagini dello sceriffo federale di Harlan che di volta in volta sarà alle prese con casi assai spinosi: una banda di trafficanti di organi, l'omicidio dell'ex minatore Otis Culpepper, le macchinazioni di una società mineraria e di Carol Conlan (referente senza scrupoli della M-T Mining che si fa scarrozzare in giro dall'amico/nemico di Raylan, Boyd Crowder) e una serie di rapine in banca compiute da giovani tossicodipendenti la cui storia si intreccia con quella della fuggiasca Jackie Nevada, giovane 23enne e spietata giocatrice di Texas hold 'em.


Un affresco narrativo ricco il giusto dove compaiono personaggi, luoghi e situazioni che sarebbero poi apparsi anche nella seconda e nella terza stagione di Justified (questo a sottolineare quanto fosse appunto pesante l'intervento di Leonard sulla serie tv). In alcuni casi ripresi pedissequamente (a partire da alcuni memorabili - e che te lo dico a fare? - dialoghi e più o meno a tutti gli intrecci che Leonard imbastisce nel libro), in altri casi rivisti completamente e riadattati per la tv (nel primo racconto di questo libro, per dire, compaiono due imbecilli che fanno subito una brutta fine, Dickie e Coover Crowe, che invece diventano la nemesi di Raylan nell'arco di tutta la seconda stagione di Justified, diventando i fratelli Bennett).
«Il marshal è un poliziotto molto particolare: un agente federale, che entra in azione per ricercare i condannati. Non usa le buone maniere, come gli uomini dell’Fbi, perché ha un compito spesso brutale. Raylan è uno che molte volte crea le sue regole personali, ma alla fine ha un compasso morale interno che lo spinge sempre nella direzione giusta.» (cit.: Elmore Leonard). 
Tutto molto bello, tutto molto ben congegnato. Quello che mi ha davvero lasciato basito è lo stile di Leonard, il solito, quello che tutti conoscono, che sulla soglia dei novant'anni (come ti ho già recentemente fatto notare) era capace di scrivere con la stessa freschezza degli esordi e anche di più.
Se sei un appassionato di Justified, questo libro non puoi proprio perderlo. Se non sei un appassionato di Justified, questo libro ti conviene non perderlo lo stesso, perché ci trovi un Leonard frizzante e per nulla seduto sugli allori. Un Leonard capace di tenerti sulle spine il giusto e di snocciolarti dialoghi di una brillantezza raramente replicabile. Tipo:


L'ultimo libro di Leonard è un buon libro, insomma, anche se non mi sentirei di consigliarlo strettamente a chi, di Leonard, è riuscito ad apprezzare solo ed esclusivamente i suoi capolavori riconosciuti come Out of Sight, Killshot, Mr. Paradise o i suoi racconti western.

9 commenti:

La firma cangiante ha detto...

Essendo un po' schematico io partirei dai vecchi romanzi con protagonista Raylan e lascerei questo per ultimo, e non è detto che prima o poi io non lo faccia.

Ma al momento, r ti giuro che non sto scherzando, ho in casa poco meno di centocinquanta libri che aspettano di essere letti, frutto di vecchi acquisti, miei e di mia moglie, regali e recuperi in vari mercatini.

Proprio per questo i miei acquisti sono fermi da tempo con l'eccezione di qualche Urania (ne abbiamo già parlato).

E comunque continuo a prendere appunti su cose da leggere. Morirò sicuramente prima di aver finito :)

sartoris ha detto...

@Bicco: trovo sempre toccante il tuo modo di recensire i libri che ti sono piaciuti (e non solo quando parli dei miei:-) perché non ricorri a speculazioni particolarmente intellettuali né a etichette preconfezionate ma semplicemente hai un approccio «emotivo» alla questione: è un po' come se prendessi da parte il lettore per dirgli "oh, prova a leggere 'sta cosa, ti prometto che ci resti sotto!". Bravo!

@Firma: vedi di mettere in cima alla pila il mio libro di racconti, ché ti aspetto al varco :-)

La firma cangiante ha detto...

Ciao Omar, non so se si è capito ma spesso mi prende l'ossessione della cronologia, probabilmente partirò dal primo :)

LUIGI BICCO ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
LUIGI BICCO ha detto...

@ Dario:
Ho avuto anch'io quella fortissima tentazione. Ma tenendo conto del fatto che i primi romanzi sono difficili da trovare e che da un libro all'altro non c'è nessun tipo di relazione (si tratta di singoli casi), mi sono fatto prendere dall'entusiasmo e ho preso questo. E in effetti non ho avuto l'impressione di pezzi mancanti.
Prima di leggere una roba del genere, visto quanta roba hai sul comodino (come tutti, tra l'altro, maledetti comodini), ti cosiglio la visione dei primissimi episodi della serie tv. Se quella ti piace, bòn. E fai pure prima :)
P.S.: Lo stesso dicasi per i libri dell'Omar. I primi tre romanzi, che formano una trilogia, sono accomunati più che altro dalle "location" e dalla scrittura (non credo altro, anche se per ora ho letto solo il primo). "Aspettati l'Inferno", invece, è una raccolta di racconti.

@ Omar:
Non ricorro a speculazioni intellettuali per un paio di motivi: 1, non sono capace (pane al pane...) e 2, io infatti non "recensisco" i libri che leggo (io non "recensisco" MAI), al limite te ne parlo. Ecco perché nei post parlo direttamente a chi legge. E comunque grazie, fraté ;)
P.S.: Mi sono spiegato bene nel PS di sopra a Dario?

sartoris ha detto...

@Bicco: ragazzo, spero fosse chiaro che non intendevo l'approccio emotivo come una "diminutio", anzi, ritengo che l'eccesso di sofismi da «intellò» abbia reso illeggibili gran parte delle rece in rete ;-)

LUIGI BICCO ha detto...

Era chiarissimo, scherzi? Anch'io preferisco leggere sul web i 400 Calci, piuttosto che sulla carta Ciak Cinema :)

Cioè, per carità, va benino anche Ciak Cinema. Però hai capito, no?

James Ford ha detto...

Come ti scrivevo dalle mie parti, molto utile avere queste informazioni su Leonard e Raylan.
Vedrò di colmare le lacune.
Ma non hai uno spazio followers!?

LUIGI BICCO ha detto...

@ James:
Ehilà. Prego? Cosa intendi per spazio follower? Personalmente segnalo i blog da seguire con il blogroll in alto a destra. Se intendi invede la finestrelle con tutti i followes, non l'ho mai inserita. Ma non fa parte di una precisa linea editoriale, giuro :)

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