26.8.14

Agatha Christie, si, ma per le cover


Te ne parlo non tanto per Agatha Christie, per la quale, devo ammetterlo, non nutro un particolare interesse, ma per la veste e per la confezione. Dopo la collana dedicata alla Highsmith e quella dedicata a Scerbanenco, lo studio grafico milanese the World of Dot di Francesca Leoneschi e Iacopo Bruno lavora di nuovo con il Corriere della Sera e dona lustro e pregio a ben 20 volumi dedicati appunto alla giallista inglese, creatrice di quei certi personaggi lì (che conosci anche tu, che fino a questo momento hai vissuto nelle caverne), come Hercule Poirot o Miss Marple.

Tutto questo per dire che quando a occuparsene è quello studio lì, ti verrebbe voglia di comprare pure capre morte e cavoli bolliti. Le cover per questo nuovo collaterale da edicola, sono di una bellezza e di una delicatezza disarmante. Bravi (e beati) loro.









Se ti interessa la collana per via della Christie, invece, trovi tutto qui.

5 commenti:

La firma cangiante ha detto...

Non è neanche la prima raccolta da edicola dedicata alla Christie che presenta delle copertine interessanti, ne ricordo una di appena qualche anno fa con un look più minimal ma davvero carino, ne acquistai un paio. I romanzi della Christie non mi dispiacciono affatto, non fosse altro per alcune descrizioni di ambiente, della società, di un certo bel mondo... niente, niente male.

La firma cangiante ha detto...

PS. Sono andato a cercarmi le cover della vecchia collana. Non sono riuscito a trovarle tutte ma l'impressione è che fossero graficamente meno omogenee, alcune molto carine, altre meno, decisamente meglio quest'ultima edizione...

CREPASCOLO ha detto...

Mi pare rendano bene l'idea di un pericolo che si annida nell'ombra di un mondo perfetto e senza ombra. Non proprio uno sheltering sky, con tante scuse a Paul Bowles. Sempre che fosse nelle intenzione della Christie, cosa di cui mi permetto di dubitare: le sue sono partite a scacchi come potrebbe visualizzarle, in uno di quei fumetti che si aprono e si compongono, Chris Ware. Tenta di affondare il bisturi uno zinzino + in profondità in Poirot e la Salma che effettivamente esce dalla massa - considerevole davvero - di ingegnosi problemi apparecchiati x le sue due teste d'uovo predilette e poche altre ( nei miei gg di cardiochirurgo mi capitava di baloccarmi con il concetto di un team up tra Parker Pyne ed i Vedovi Neri e ho perso + di un paziente mentre ero assorto nella fan fiction ). Plaudo the World of Dot che ancora una volta ha strappato al mio studio una commessa - ammetto che la loro idea è vincente - ma sono convinto che non fosse male nemmeno la ns proposta di far recitare dei Playmobil debitamente truccati con baffi curati o chiome ritalevimontalciniche.
Pazienza: se non funziona nemmeno la mia deriva grafica, tornerò alla sala opeatoria...

LUIGI BICCO ha detto...

@ Dario:
Non sono mai riuscito a farmela piacere. I suoi sono romanzi scritti benissimo, ma le tematiche del giallo, "sdolcinate" in quel suo modo, non mi hanno mai fatto impazzire. Preferisco chi pigià un po' di più sull'acceleratore, insomma. Ma rimane una grande scrittrice.
Per quanto riguarda l'altra collana, credo tu ti riferisca a questa. La trovo però molto meno caratteristica, a livello grafico. Ogni singola cover di questo progetto, invece, è un quadro a sé :)

@ Crepascolo:
Quanti mestieri hai per le mani, Crep ;)

La firma cangiante ha detto...

Esatto, è quella, molto meno caratteristica, ricordavo Fermate il boia e Poirot a Styles Court, mi era rimasto quello stile li in mente che non mi dispiaceva, poi gli altri libri se ne discostano.

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