A te che sei in procinto di partire per le vacanze, ma anche a te che te ne resti tranquillo a casa, volevo solo segnalare che se hai voglia di leggere qualcosa di bello, in edicola, da ora e fino a fine agosto, ci trovi un paio di cose "saiens fìc-sciòn" niente male.
Cosa "saiens fìc-sciòn" niente male davvero number one:
Il numero speciale estivo di Wired. Stiamo parlando di una rivista molto particolare, si. Tanto per dirne una, da un punto di vista squisitamente grafico, Wired è praticamente una delle migliori proposte in circolazione.
I temi trattati sono spesso interessanti e trattati con una certa cura (per la maggior parte delle volte, insomma, e sicuramente di più di quelli che trovi sul sito).
Questo meraviglioso numero speciale, intitolato appunto Storie Incredibili, omaggia quella straordinaria sci-fi dell'epoca d'oro che ha visto testimoni di tanta grandezza i cosiddetti pulp magazines come Weird Tales, Amazing, Astonishing Stories, Analog e mille altri.
I temi trattati sono spesso interessanti e trattati con una certa cura (per la maggior parte delle volte, insomma, e sicuramente di più di quelli che trovi sul sito).
Questo meraviglioso numero speciale, intitolato appunto Storie Incredibili, omaggia quella straordinaria sci-fi dell'epoca d'oro che ha visto testimoni di tanta grandezza i cosiddetti pulp magazines come Weird Tales, Amazing, Astonishing Stories, Analog e mille altri.
E lo fa raccogliendo una dozzina di racconti di fantascienza scritti da gente come Alan Altieri, George R.R. Martin ("con un racconto inedito della celebre saga"), Bruce Sterling, Valerio Evangelisti e Tullio Avoledo e altri come Licia Troisi, Nicoletta Vallorani, Marco Malvaldi e via discorrendo. E c'è spazio anche per il fumetto con la storia del supereroe Mister Wearable scritta da Andrea Curiat e disegnata dal grande Sergio Ponchione e quella de La Macchina dell'A-Realtà di Giacomo Gambineri e Francesco Muzzi.
Giusto per la cronaca: tutti i racconti sono corredati in modo meraviglioso da illustrazioni firmate da Mick Brownfield, Killian Eng, Rich Kelly, Patrick Leger, Marko Manev, Dan McPharlin (autore della bella illustrazione grande qui sopra), Marco "Goran" Romano, Señor Salme e Daniel Strange.
Infine, menzione d'onore alla bellissima cover firmata dallo studio inglese The Red Dredd che omaggia quella storica del numero di Amazing Stories del dicembre 1946 (nota anche come "The Observatory" e opera dell'illustratore Bob Hilbreth).
Ne abbiamo parlato qualche post fa e ora finalmente la ristampa integrale mensile della Mondadori Comics ha finalmente esordito in edicola. Il primo volume di Hammer in uno sfolgorante formato 18x23cm che dona alla pagina ampio respiro e una'ottima leggibilità.
C'è una nuova cover dipinta, opera a sei mani firmata da Olivares, Majo e Simeoni, c'è un'introduzione che ripercorre brevemente i vecchi tempi e c'è un epilogo con gli studi dei personaggi e delle tecnologie. Ma soprattutto ci sono le storie. Nel numero zero l'hacker organica Helena Svensson si ritrova "incastrata" dal suo compagno e un processo la condannerà a vent'anni da scontare sul mega carcere orbitale di Lazareth.
E sul primo numero vediamo appunto il suo arrivo tra la vastissima comunità carceraria e assistiamo alle rigide e mortali regole del posto dettate dai droni di guardia, all'approccio farfallone dell'ex pilota Swan Barese, alle strane macchinazioni dello spietato John Colter e ad un disperato piano che prevede la fuga da Lazareth.
C'è tutto questo e ci sono anche i magnifici disegni dei Maestri indiscussi Majo e Olivares (che hanno contribuito anche ai testi). E sai cosa? Con sommo stupore (ma un po' me l'aspettavo, via), storia, sceneggiatura e dialoghi non hanno minimamente risentito del ventennio che è passato. Sono ancora freschi, meravigliosi e potenti. Non ci sono storture, non ci sono imperfezioni. Personaggi memorabili caratterizzati come raramente è accaduto.
Unica nota: i disegni di Majo sembrano ispessiti dalla nuova stampa, ma probabilmente è uno scherzetto ottico dovuto al fatto di vedere le sue tavole improvvisamente ingrandite, anche se di poco (le tavole del primo numero le ho talmente squadrate con gli occhi, all'epoca, da ricordarle a memoria).
Hammer è un mensile. Adesso puoi leggerlo, nel caso tu non l'avessi mai fatto. O, come nel mio caso, rileggerlo e riscoprire nuovamente una grande fantascienza. Stiamo parlando di una delle migliori serie a fumetti italiane di sempre, non so se è chiaro. E' chiaro?
Giusto per la cronaca: tutti i racconti sono corredati in modo meraviglioso da illustrazioni firmate da Mick Brownfield, Killian Eng, Rich Kelly, Patrick Leger, Marko Manev, Dan McPharlin (autore della bella illustrazione grande qui sopra), Marco "Goran" Romano, Señor Salme e Daniel Strange.
Infine, menzione d'onore alla bellissima cover firmata dallo studio inglese The Red Dredd che omaggia quella storica del numero di Amazing Stories del dicembre 1946 (nota anche come "The Observatory" e opera dell'illustratore Bob Hilbreth).
Cosa "saiens fìc-sciòn" niente male davvero number two:
Ne abbiamo parlato qualche post fa e ora finalmente la ristampa integrale mensile della Mondadori Comics ha finalmente esordito in edicola. Il primo volume di Hammer in uno sfolgorante formato 18x23cm che dona alla pagina ampio respiro e una'ottima leggibilità.
C'è una nuova cover dipinta, opera a sei mani firmata da Olivares, Majo e Simeoni, c'è un'introduzione che ripercorre brevemente i vecchi tempi e c'è un epilogo con gli studi dei personaggi e delle tecnologie. Ma soprattutto ci sono le storie. Nel numero zero l'hacker organica Helena Svensson si ritrova "incastrata" dal suo compagno e un processo la condannerà a vent'anni da scontare sul mega carcere orbitale di Lazareth.
E sul primo numero vediamo appunto il suo arrivo tra la vastissima comunità carceraria e assistiamo alle rigide e mortali regole del posto dettate dai droni di guardia, all'approccio farfallone dell'ex pilota Swan Barese, alle strane macchinazioni dello spietato John Colter e ad un disperato piano che prevede la fuga da Lazareth.
C'è tutto questo e ci sono anche i magnifici disegni dei Maestri indiscussi Majo e Olivares (che hanno contribuito anche ai testi). E sai cosa? Con sommo stupore (ma un po' me l'aspettavo, via), storia, sceneggiatura e dialoghi non hanno minimamente risentito del ventennio che è passato. Sono ancora freschi, meravigliosi e potenti. Non ci sono storture, non ci sono imperfezioni. Personaggi memorabili caratterizzati come raramente è accaduto.
Unica nota: i disegni di Majo sembrano ispessiti dalla nuova stampa, ma probabilmente è uno scherzetto ottico dovuto al fatto di vedere le sue tavole improvvisamente ingrandite, anche se di poco (le tavole del primo numero le ho talmente squadrate con gli occhi, all'epoca, da ricordarle a memoria).
Hammer è un mensile. Adesso puoi leggerlo, nel caso tu non l'avessi mai fatto. O, come nel mio caso, rileggerlo e riscoprire nuovamente una grande fantascienza. Stiamo parlando di una delle migliori serie a fumetti italiane di sempre, non so se è chiaro. E' chiaro?
P.S.: Ho scoperto per caso che Olivares ha segnalato sulla sua pagina facebook il mio precendente post e mi ha ringraziato per la cosa. Io colgo occasione per ringraziarlo a mia volta ma qui, che una pagina facebook non ce l'ho (e così il cerchio dell'arruffianamento si chiude).
9 commenti:
La devi smettere!!!
...di segnalare ste robe interessanti, che qui la gente non ha più money ed entrare in edicola dopo i tuoi post è sempre un casino!
Mi son già preso il nr.1 di Hammer, come promesso; oggi inizio la lettura, poi magari ti faccio sapere.
Bravo Vik, hai fatto cosa buona e giusta. Io non so, l'edizione mi tenta ma Hammer ce l'ho già tutta e non è il momento.
@ Viktor:
Bravo! Leggilo e facci sapere. Per il resto, che dire? Solo robe interessanti, da 'ste parti :D
@ Dario:
Io il primo l'ho voluto prendere proprio per capire cosa cambiava effettivamente. Tra tutto, il formato più grande desta meraviglia.
Son passato or ora in edicola non avevano né Hammer né Wired :(
Prova prova, che li trovi. Li vedo entrambi in grossa quantità in tutte le edicola :)
Trovati entrambi, mi son preso Wired per la montagna, invece nell'edizione di Hammer non ci ho trovato quei motivi d'interesse per ricomprarla, mi rileggerò la mia al massimo. Ho avuto la stessa impressione per quel che riguarda le linee dei disegni, che la tavola più ariosa non abbia giovato?
No, in realtà le dimensioni più ampie secondo me hanno giovato. Per il tratto di Majo mi sto convincendo del fatto che si tratta solo di una illusione ottica. Basta guardare le tavole iniziali del numero zero di Olivares. In realtà una bella rilettura è dovuta. Non so se prenderò tutta la ristampa, ma nel caso contrario, come te, di sicurò lo rileggerò tutto.
Ecco, Wired in genere lo compro e non lo leggo, ma, aspettandomi un viaggetto in treno di qualche ora, a questo giro ci riprovo.
E ti saprò dire. ;)
Ecco, bravo. Secondo me è l'ìdeale per quel viaggetto lì che devi intraprendere a brevissimo :)
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