Poche parole per qualche lettura scivolata via come se nulla fosse, senza troppe pretese (ma anche no). In generale sono un po' annoiato ma mi rendo conto che è colpa mia. Non faccio un salto decente in fumetteria da un bel po' e sto recuperando e leggendo le cose vecchie che erano rimaste ad ammuffire sugli scaffali (ma anche no).
Occhio di Falco #5-6-7
di Matt Fraction | AA.VV.
di Matt Fraction | AA.VV.
Panini Comics | 48 pagine a colori | 3 euro cad.
Ottimi numeri. Mi sono piaciuti tutti e mi è piaciuta pure la parentesi dedicata alla sola Kate Bishop sul numero 7. Storia che ha a che fare con una conturbante Madame Masque (character che è già apparso in questa serie e che, a mio avviso, è molto più interessante di come è stata ritratta fino ad oggi nelle varie serie "vendicative"). Segno che Matt Fraction è bravo al di là dei personaggi (tu dirai "e grazie", ma io non lo darei così per scontato, nel fumetto americano). Poi c'è quella storia sul numero 6, quella di Pizza Dog, il cane di Clint Barton. E' una storia che ha sbriciolato critica e pubblico e che, se non erro, è valsa un Eisner Award ad Aja nella categoria "Best Artist". E' vissuta dal punto di vista canino, appunto, con un uso squisitamente sapiente di infografica al posto delle parole. E qui, una volta di più, capisci perché questa serie è da seguire per forza. In questi tre numeri di mezzo ci passa anche il fratello di Clint, tutte le sue ex donne riunite, una nuova e letale nemesi e i disegni di Aja, Pulido e Francavilla.
Les Transperceneige
di Lob / Legrand | Jean Marc Rochette
di Lob / Legrand | Jean Marc Rochette
Editoriale Cosmo | 256 pagine b/n | 5,90 euro
Volevo parlarne tempo fa in separata sede, ma lo faccio qui. Questo corposo albo che raccoglie tutti gli episodi della serie francese è la cosa peggiore che abbia mai pubblicato l'Editoriale Cosmo (e sulla stima che provo per questo editore, ho già speso più di una parola, in passato). Capisco benissimo che abbiano voluto cavalcare l'onda del film Snowpiercer (molto più riuscito, mi dicono) e non metto in questione la scelta di pubblicarla anche in Italia. Dentro ci trovi Jacques Lob ai testi e Jean Marc Rochette ai disegni. Non sapevo nemmeno chi fossero. Sul secondo posso dire solo che preferisco l'ultima parte del suo lavoro, con le chine acquerellate e le linee tonali più corpose e abbozzate rispetto a quella dal tratto estremamente "classico". Su Lob non so che dire. Sembra essere finito lì per caso. Non sembra conoscere bene i rudimenti del linguaggio. Dialoghi confusi (in certi casi assolutamente sconclusionati o praticamente inutili) e alcuni passaggi sequenziali sballati* sono i casi più vistosi. Gli altri sono una noia da pistola alla testa, una mancanza assoluta di ritmo e la frustrante incapacità di far spiccare il volo alla storia (che originariamente fu serializzata in parti brevi su una rivista, ma questo non dovrebbe certo giustificare il rugginoso distacco dalla trama). L'idea alla base è carina, ma per il resto non funziona niente. E pensa che non l'ho nemmeno finito di leggere tutto. Quindi la parte scritta invece da Benjamin Legrand l'ho solo sfiorata.
* In particolare c'è una sequenza in due vignette dove il protagonista disarma il suo avversario. Nella prima vignetta vedi l'avversario con la pistola e in quella successiva, la pistola passa magicamente tra le mani del protagonista che dice qualcosa tipo "ah, ti ho disarmato". Disarmante in tutti i sensi. Quando l'ho "letta" ho avuto voglia di lanciarmi da una finestra del sesto piano.
* In particolare c'è una sequenza in due vignette dove il protagonista disarma il suo avversario. Nella prima vignetta vedi l'avversario con la pistola e in quella successiva, la pistola passa magicamente tra le mani del protagonista che dice qualcosa tipo "ah, ti ho disarmato". Disarmante in tutti i sensi. Quando l'ho "letta" ho avuto voglia di lanciarmi da una finestra del sesto piano.
Uack! #1di Carl Barks
Lukas #1di Michele Medda | Michele Benevento
Sergio Bonelli Editore | 94 pagine b/n | 3,30 euro
Panini Comics | 128 pagine a colori | 5,00 euro
Raramente leggo storie Disney. Mi rendo conto che non vuol dire niente, ma va così. Nonostante questo, tanto per dire, provo un amore smodato per l'opera di Floyd Gottfredson. Per quel poco che so (non pochissimo, in ogni caso) e per come la penso io, Carl Barks è stato per i paperi quello che proprio Gottfredson è stato per Topolino. Solo in modo diverso. Nel primo numero del mensile Uack! sono raccolte le prime storie che l'autore ha dedicato a Zio Paperone. Sono storie di un respiro meravigliosamente ampio e scritte con un'attenzione e un rispetto per quell'immaginario, che all'epoca (e forse ancora oggi) nessun altro autore Disney conferiva alle proprie storie. Un applauso alla Panini per la sua prima vera iniziativa targata Disney, quindi, con questo mensile dal prezzo accessibile e dalle ambizioni prestigiose: tutta l'opera di Barks ripercorsa anche attraverso tavole inedite (storicamente censurate) note, schizzi e appunti storici redatti dai preparatissimi Luca Boschi e Alberto Becattini che si occuperanno mese per mese di dare entusiasmo e uniformità al tutto (un grosso applauso anche a loro). Grasso che cola.
Miracleman #1di Alan Moore | Garry Leach
Panini Comics | 64 pagine a colori | 1,99 euro
Finalmente torna Miracleman. Dopo vent'anni di assenza torna il personaggio creato nel 1953 da Mick Anglo. Ma torna nella versione riveduta, corretta e "digitalizzata" dell'82, quella più celebre e crepuscolare scritta da Alan Moore e disegnata da Garry Leach. Un'occasione davvero imperdibile per rivedere in azione il reporter inglese Michael Moran che dice la parolina magica e si trasforma nell'eroe con la tutina blu. Ti dico subito che l'occasione è ghiotta perché: 1, dovresti trovarlo in tutte le edicole, non solo in fumetteria. 2, lo trovi al prezzo di lancio di due euro meno un centesimo. 3, dentro ci trovi tanti schizzi di Leach e qualche dietro le quinte interessante. Ti dico anche che, in parte, l'operazione ha il sapore di una pagliacciata (e non per colpa della Panini), perché il nome di Alan Moore non è mai riportato ma si fa riferimento a lui come allo "scrittore originale". Se non ricordo male è stato lo stesso Moore a chiedere che il suo nome non comparisse mai in questa ristampa, dopo la lunghissima causa intentata da lui e Neil Gaiman per i diritti di quelle storie. Le motivazioni di Moore sono sempre quelle ("gli altri mi hanno trattato male" e "i supereroi sono solo spazzatura"). Ma non importa. A dispetto del sempre e comunque immenso scrittore di Northampton (e con il gaudio di chi ha scritto l'introduzione dell'albo che forse porta leggermente agli eccessi l'importanza seminale dell'opera stessa), quest'albo devi averlo.
Raramente leggo storie Disney. Mi rendo conto che non vuol dire niente, ma va così. Nonostante questo, tanto per dire, provo un amore smodato per l'opera di Floyd Gottfredson. Per quel poco che so (non pochissimo, in ogni caso) e per come la penso io, Carl Barks è stato per i paperi quello che proprio Gottfredson è stato per Topolino. Solo in modo diverso. Nel primo numero del mensile Uack! sono raccolte le prime storie che l'autore ha dedicato a Zio Paperone. Sono storie di un respiro meravigliosamente ampio e scritte con un'attenzione e un rispetto per quell'immaginario, che all'epoca (e forse ancora oggi) nessun altro autore Disney conferiva alle proprie storie. Un applauso alla Panini per la sua prima vera iniziativa targata Disney, quindi, con questo mensile dal prezzo accessibile e dalle ambizioni prestigiose: tutta l'opera di Barks ripercorsa anche attraverso tavole inedite (storicamente censurate) note, schizzi e appunti storici redatti dai preparatissimi Luca Boschi e Alberto Becattini che si occuperanno mese per mese di dare entusiasmo e uniformità al tutto (un grosso applauso anche a loro). Grasso che cola.
Miracleman #1di Alan Moore | Garry Leach
Panini Comics | 64 pagine a colori | 1,99 euro
Finalmente torna Miracleman. Dopo vent'anni di assenza torna il personaggio creato nel 1953 da Mick Anglo. Ma torna nella versione riveduta, corretta e "digitalizzata" dell'82, quella più celebre e crepuscolare scritta da Alan Moore e disegnata da Garry Leach. Un'occasione davvero imperdibile per rivedere in azione il reporter inglese Michael Moran che dice la parolina magica e si trasforma nell'eroe con la tutina blu. Ti dico subito che l'occasione è ghiotta perché: 1, dovresti trovarlo in tutte le edicole, non solo in fumetteria. 2, lo trovi al prezzo di lancio di due euro meno un centesimo. 3, dentro ci trovi tanti schizzi di Leach e qualche dietro le quinte interessante. Ti dico anche che, in parte, l'operazione ha il sapore di una pagliacciata (e non per colpa della Panini), perché il nome di Alan Moore non è mai riportato ma si fa riferimento a lui come allo "scrittore originale". Se non ricordo male è stato lo stesso Moore a chiedere che il suo nome non comparisse mai in questa ristampa, dopo la lunghissima causa intentata da lui e Neil Gaiman per i diritti di quelle storie. Le motivazioni di Moore sono sempre quelle ("gli altri mi hanno trattato male" e "i supereroi sono solo spazzatura"). Ma non importa. A dispetto del sempre e comunque immenso scrittore di Northampton (e con il gaudio di chi ha scritto l'introduzione dell'albo che forse porta leggermente agli eccessi l'importanza seminale dell'opera stessa), quest'albo devi averlo.
Lukas #1di Michele Medda | Michele Benevento
Sergio Bonelli Editore | 94 pagine b/n | 3,30 euro
Su Lukas ti dico subito un paio di cose: 1, ho avuto la possibilità di leggere quest'albo in anteprima, un paio di mesi fa, in formato PDF. E per questo mi ero gustato le bellissime tavole di Michele Benevento in tutto lo splendore di un monitor a 24 pollici. 2, non parlo mai di serie Bonelli se in edicola è uscito solo il numero 1, ma intrattenendomi con piacere al telefono con il buon Michele (sempre Benevento, non l'altro), ho assaporato un universo a venire che potrebbe funzionare bene. Loro lo chiamano "urban fantasy" e in effetti così sembra. Più che altro le promesse sembrano mantenute a partire dalle cover dei prossimi numeri che fanno sfoggio di efferate e grottesche mostruosità (mi sono tornate in mente certe storie dello Swamp Thing di Len Wein e Bernie Wrightson). Sulla trama posso dire solo che rispetta l'immaginario di Michele Medda, ben noto a chi ha letto le sue opere precedenti, con una particolare predilizione per le sottotrame e per le vite dei personaggi secondari che tendono ad intrecciarsi indissolubilmente con quelle dei protagonisti (Caravan docet). Di Medda mi fido sin dai tempi delle sue storie in solitaria su Nathan Never, ma è davvero troppo presto per esprimere un giudizio. Vedremo come va avanti la storia. Su Benevento ci torno un attimo sopra solo per dirti che spero tu possa gustarti il suo tratto al meglio delle tue possibilità. Una linea tonale curatissima, anatomie impeccabili e tavole ricchissime di particolari fino allo sfinimento, fanno di questo ragazzo uno dei miei disegnatori preferiti in Bonelli. E poi lo seguo dai tempi degli speciali fuori serie del Nick Raider delle Edizioni If. E ne è passata di acqua sotto i ponti. Fammi e fatti questa cortesia: guardale a dovere, le sue tavole. Non ti sto a raccontare di cosa parla Lukas perché o l'hai già letto o hai già letto in giro di cosa si tratta.
4 commenti:
Concordo in pieno sulla serie di Becco di Falco (chi è questo Occhio di Falco di cui parli?), sempre divertente, mi diverto anche a rileggerla con la colonna sonora consigliata...
Grandissima iniziativa quella di Uack, come dici tu, grasso che cola.
Snowpiercer non l'ho neanche visto in edicola, meglio così a quanto pare...
Miracleman l'ho preso ma ancora non l'ho letto...
Lukas: belli i disegni di Benevento, molto. Mi ricordano, compreso l'illustrazione che hai postato qui sotto, atmosfere e stili Leddiani. La storia e il personaggio però non mi han detto assolutamente nulla al momento ne mi hanno incuriosito... penso che smetterò, troppa roba da seguire.
E quei consigli musicali sul frontespizio, tra l'altro, sono davvero ottimi.
Si, Snowpiercer saltalo. Anche solo perché quei sei euro c'è da spenderli con le novità di aprile proprio della Cosmo: Juan Solo di Jodorowsky e Bess, I Pirati di Barataria di Bourgne, Deadline di Bollée e l'Elias di Mastantuono. Non so quale prenderò tra questi, ma la Cosmo sta tirando fuori davvero l'impossibile.
Con Lukas non posso fare a meno di pensare che anche Caravan era partita con "calma" per poi diventare una delle migliori miniserie Bonelli. Vedremo.
Carl Barks è il miglior storyteller del 20mo secolo. Lo scrivo obtorto collo ( come gli Invulche della Swamp Thing dell'Artista Originale ) perchè la mia epifanìa gioissiana è stato il Jack Kirby della maturità, ma diamo a Cesare eccetera.
Prova del nove: qualsiasi tavola sua , senza balloons , ci dice , più o meno, cosa sta succedendo. I suoi personaggi recitano e sono credibili anche se hanno il becco e le piume.
Tra i suoi fans insospettabili Pazienza e Scozzari ( si veda una sua recentissima intervista in rete: conosce a memoria dettagli di singole vignette ).
Un tizio con la cravatta sulla camicia a maniche corte ( brr) che ti sorride davanti al suo tavolo inclinato, come un bravo travet, e poi snocciola cose come Zio Paperone e la Stella del Polo. Crepascolino - che non sa ancora leggere - conosce a memoria la storia e persino le vignette autocensurate. E' una delle sue storie preferite, direi ex aequo con Avengers n. 4 ( Lee/Kirby/Reinman ) la storia in cui " i Vendicatori scongelano Capitan America ".
Mi sembra di capire che Crepascolino abbia già un bel gusto, in fatto di fumetti :)
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