3.4.14

Di Les Edwards, illustratore di lusso, e Hero Quest (quel gioco da tavolo che se ci hai messo le mani sopra non puoi aver dimenticato)


Qualcuno tra voi della mia generazione, nel vedere l'immagine qui sopra avrà subito provato un fremito. Si tratta infatti dell'illustrazione principale che arricchiva (e non poco) la confezione del celebre, celebrissimo gioco da tavolo Hero Quest (questo, ricordi?). Prodotto dalla statunitense Milton Bradley Company, il gioco arrivò nel nostro bel continente nel 1989, addirittura un anno prima rispetto alla sua uscita ufficiale su suolo americano. Non c'è bisogno che ti ricordi quanto importante sia stato Hero Quest tra gli appassionati di fantasy (pensa che esiste un portale italiano attivissimo ancora oggi). E in ogni caso non ti volevo parlare del gioco da tavolo, ma proprio dell'autore di quell'illustrazione.

Si tratta di Les Edwards, classe 1949, artista britannico noto per aver donato la propria arte al mondo dell'horror, della fantascienza e (appunto) del fantasy. Ha studiato presso il famoso Hornsey College of Art dal '68 al '72 dove leggenda vuole che fosse stato fortemente sconsigliato a continuare negli studi come illustratore per via delle sue, a detta dei suoi docenti, "scarse" capacità. Dopo oltre 35 anni di attività sul groppone, Les è riuscito a realizzare illustrazioni prodigiose per cover di libri e album musicali (tra gli altri, l'artwork di Music for the Jilted Generation dei Prodigy), campagne pubblicitarie, riviste, giochi e poster cinematografici (La Cosa di John Carpenter e il Cabal di Clive Barker). Tutti lavori grazie ai quali ha vinto per ben sette volte il British Fantasy Society come "Miglior Artista".

















Negli ultimi anni, invece, Les ha cominciato a dipingere con lo pseudonimo Edward Miller con l'intento di realizzare una serie di lavori più votati ad uno stile romantico (qui ne trovi una selezione). E con lo stesso pseudonimo ha vinto cinque Chelsey Award ed è stato candidato al prestigioso World Fantasy Award in diverse occasioni, vincendolo poi nel 2008. Oggi Les vive e lavora a Brighton, nel Sussex.

Non c'è altro da sapere, se non il fatto che qui trovi il sito ufficiale dell'autore, mentre qui puoi seguirlo su facebook.

2 commenti:

Marco ha detto...

Mah, non so, a me lascia diverse perplessità... forse perché non ho mai giocato a Hero Quest? :P
Certo le illustrazioni non sono brutte, intendiamoci. Però mancano sicuramente di qualcosa.
Sono tutte troppo statiche. Il dinamismo non esiste, neanche in quelle dove la posa dei personaggi dovrebbe darne un'idea.
La tridimensionalità si perde con prospettive quasi sempre piatte e frontali.
I colori sempre forti e accesi, sia in primo piano che sullo sfondo, non aiutano a dare neanche quel minimo di profondità.
Oltretutto la dimensione degli elementi che compongono l'opera è spesso sbagliata nelle proporzioni tra i vari piani.
E quella di Hero Quest, secondo me, è l'esempio principale di tutte queste mancanze.
Però c'è da dire che di primo impatto colpiscono. ;)

LUIGI BICCO ha detto...

Ti dirò, Marco. Confermo che forse, in quanto a composizione e dinamicità, Edwards non sia stato tra i migliori in circolazione, anche se erano in tanti, nella corrente "Metal Hurlant" (tanto per intenderci, dobbiamo anche calarci negli anni '80, periodo di maggior produzione dell'illustratore) ad essere segnati da una certa legnosità. Soprattutto in campo fantasy e sci-fi. La questione sta proprio dove l'hai piazzata tu, in ogni caso: l'illustrazione per Hero Quest è legnosa, presenta una prospettiva bizzarra e ha una linea d'orizzonte offesa a morte con la realtà. Eppure è un'illustrazione che funziona e non poco. E' figa, tanto per dare pane al pane :)
Questo è dovuto, a mio modo di vedere, soprattutto all'uso sapiente di luci e ombre.

P.S.: Tanto per dire, un'illustrazione che in quanto a dinamicità lascia davvero a desiderare è la terz'ultima, quella con il ragno. Quella non può difenderla nemmeno l'avvocato del diavolo ;)

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