7.11.13

Creature di Fuoco che si si, però poi chiudi a metà il libro e buonanotte ai suonatori


Eh, boh, non so che dirti. Non mi era mai successo prima, con un romanzo di fantascienza. Di piantarmi a metà e richiudere il libro senza finirlo, dico. O sono stato tanto fortunato fino a questo momento o sono sempre stato di bocca buona e non me ne sono mai accorto (ti dico la verità, sarei molto più propenso a credere alla prima ipotesi).

Si tratta di Ian Watson, scrittore e sceneggiatore britannico di provata esperienza e munito di una splendida immaginazione, autore di alcuni piccoli gioielli come Il Grande Anello, L'Enigma dei Visitatori e Il Pianeta di Dio. Il mese scorso la collana Urania ha recuperato uno dei suoi romanzi minori, Creatura del Fuoco (The Fire Worm, 1988). Beccati la sinossi dalla 4a di copertina:
Che un rettile fiammeggiante esista davvero a Tynemouth, e che spii dalle caverne inviando segnali paranormali sotto la crosta sottile d'Inghilterra, sembra la trama di un romanzo. Invece lo psichiatra John Cunningham deve ricredersi e ascoltare molto attentamente i discorsi di Tommy, un paziente schizofrenico che comincia a raccontargli un'esistenza precedente. Il medico-scrittore si trova di fronte a un'ipotesi sconcertante: che una leggenda locale, la Creatura di Lambton, non sia affatto il frutto di una fantasia malata, ma degli esperimenti parabiologici compiuti da Raimondo Lullo. Con conseguenze molto pericolose per il mondo di superficie…
Ora.

Io, come ti dicevo, a metà libro ci sono (quasi) arrivato. Ma di strani mostri fiammeggianti e creature di Lambton, nemmeno ho visto l'ombra. Si tratta di un romanzo scritto bene ma lento e che con la fantascienza non ha niente a che spartire (ma niente, proprio). Per certi pezzi anche interessante, per carità. Ci trovi delle cose che non ti aspetti: relazioni omosessuali tra minorenni, maschietti incinti di strane bestie (forse era quella la creatura del titolo, boh), drammi adolescenziali, persone che vivono sul filo della doppia personalità.

Non so. E' che proprio, dopo un certo punto, mi sono fatto due palle così. Non ho trovato ciccia intorno alle ossa. E girando per il web, mi sono reso conto che non sono proprio l'unico ad aver avuto questo problema. Questo post quindi non è una recensione del romanzo dove alla fine ti consiglio di recuperarlo e leggerlo. E' solo per dirti che questa cosa di lasciare un libro a metà non mi capitava da parecchio tempo. Tanto che non ricordo nemmeno quando sia stata l'ultima volta.

Evvabbé, oh.

4 commenti:

La firma cangiante ha detto...

Anche a me non capita spesso, anzi. Questa uscita me l'ero risparmiata e bene così dunque.

LUIGI BICCO ha detto...

Io invece ho il sentore di essermi perso delle uscite che, al contrario, mi sarebbero piaciute.

CyberLuke ha detto...

Una volta, non permettevo proprio che accadesse: iniziato un libro, lo finivo, e basta.
Poi ho capito che era un errore.
Che il mio tempo (libero) è prezioso, l'offerta è tanta, tantissima, e bisogna essere selettivi.
Se il romanzo non ci convince, non ci ha meritati.
Tra i miei illustri "mollati a metà" (e anche prima), annovero mostri sacri come Guida Galattica per autostoppisti e Ghiaccio Nove.
Magari un giorno, in pensione, chissà, li recupererò.
Oggi no.

LUIGI BICCO ha detto...

E io sono d'accordissimo. Solo che questa cosa mi riusciva meglio con film, serie tv e fumetti. Con i libri ho sempre faticato un po'. A volte, sforzandomi di andare avvanti, ho fatto anche delle piacevoli scoperte.
Su Guida Galattica non saprei dirti. La scrittura di Adams a me piace moltissimo. E almeno è divertente. In queso libro di Watson si faceva davvero fatica. E suu Ghiaccio Nove taccio. So della tua riluttanza di Vonnegut. Ma un giorno potrai combatterla, dai :)
Non dico proprio con Ghiaccio Nove, ma con altri suoi romanzi capolavoro si.

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