11.10.13

Si, la Silver Age si, ma i "Campioni", guarda, niente da fare. Di ritornelli stucchevoli, ringraziamenti veri, uomini qualunque e mazze dorate.


Non credo sia più un segreto. A leggere certi miei post passati si era capito. Non sono un nostalgico. Non ho vissuto il fumetto degli anni '60 in prima persona (per sfortuna o grazie a Dio sono nato dopo), ma le storie dei super eroi della Silver Age mi piacciono parecchio. Non è tanto un voler per forza tornare alle origini o, che ne so, "ah guarda non ci sono più i fumetti di una volta". Mi piace quella scintilla primitiva di tante storie. Mi piace chi, in un modo o nell'altro, quella magica epoca a fumetti non solo l'ha vissuta, ma l'ha proprio fatta. I nomi li conosci anche tu. Sono i soliti.

Sulla bontà di alcuni intrecci, di alcune trame sornione o sull'ingenuità di certi passaggi (ti ricordi questo?), ci passi sopra, non è un problema. Basta contestualizzare quello che leggi ai tempi in cui è stato scritto e disegnato. Ed ecco che i primissimi archi narrativi di Spider-Man, dei Fantastici 4, di Capitan America, Thor, Iron Man o dei Vendicatori, riesci a guardarli con gli occhi giusti. La questione sta nel fatto che ieri si aveva il vantaggio di tonnellate di produzioni a fumetti in meno, riuscendo a portare avanti buone idee dagli incipit anche semplici semplici.


Insomma, di bocca buona si, ma non su tutto. Di cagate, all'epoca, ne scrivevano quante ne scrivono oggi. Non di più, non di meno. Un esempio lampante di cose NON buone arriva in concomitanza con l'uscita in edicola, qualche mese fa, del primo volume su due totali (pubblicati naturalmente dalla Panini nella collana Marvel Collection Special, qui) che raccoglie la serie originale de I Campioni, gruppo assemblato dallo sceneggiatore Tony Isabella. Isabella, sembra, all'epoca ebbe questo insopprimibile bisogno di creare una serie on the road con protagonisti gli ex membri degli X-Men Bobby Drake alias l'Uomo Ghiaccio e Warren Worthington III alias Angelo.
Quando il progetto arrivò sulla scrivania di Roy Thomas, questi glielo bocciò e gli disse che nonzi, le avventure di un duo non sarebbero interessate a nessuno. Ci voleva un gruppo intero e rispettando comunque i classici stereotipi di ieri (che sono poi rimasti più o meno gli stessi di oggi): un forzuto, un bello e dannato, una femme fatale e così via.

Fu così che Isabella tenne quindi l'Uomo Ghiaccio e Angelo e aggiunse alla combriccola anche il possente Ercole, Johnny Blaze e il suo alter ego demoniaco Ghost Rider (del quale aveva curato i testi per diverse run) e la bella e affascinante Vedova Nera (già comprimaria in alcune sue sceneggiature su Daredevil). Al variegato gruppetto (a dir poco, visto che avrebbe dato vita ad un team meglio assortito pescando nomi a caso da un sacchetto) diede il nome di Campioni e li piazzò in quel di Los Angeles (che lì, forse, non ci aveva ancora messo piede nessun super eroe).

Se da un punto di vista squisitamente grafico, mi sono capitate sotto gli occhi le tavole di un George Tuska e di un Don Heck abbastanza in forma, quello narrativo, te lo devo proprio dire, mi ha fatto storcere parecchio il naso (almeno le storie di Isabella, dico, prima che Bill Mantlo corresse in suo aiuto). Cospirazioni a base di matrimoni forzati (qualcuno cerca di far sposare Ercole con non mi ricordo chi, in modo da costringerlo, da contratto matrimoniale, a fare qualcosa che pure non ricordo), improbabili mostri che compaiono nei campus universitari e nemici vari che corrono sul filo della cinquina in faccia dalla vergogna. Di quegli schiaffoni che ti umiliano, intendo. E ridendo ridendo, ti mostro due o tre cose, giusto per farti capire e per farci qualche risata.

Uno dei nemici più ignobili sui quali ti sia mai capitato di mettere gli occhi è quello qui sotto. Un tizio che se ne va in giro vestito di viola e con le mutande rosse, con degli inguardabili capelli a caschetto e con una fantomatica asta fornitagli da Zeus che utilizza anche grazie all'uso di strampalati ritornelli. "Strampalati" nel senso che a leggerli ti viene voglia di sprofondare sotto terra urlando.


E solo per caso o per fortuna lo stesso Isabella, dopo aver utilizzato l'espediente almeno due o tre volte, si rende conto dello scempio e corregge il tiro scherzandoci un po' su, per bocca di uno dei protagonisti.


Frasi da oscar che ringrazio Isabella per aver voluto rendercene partecipe. Ti ringrazio, Isabella, ma ti ringrazio veramente.


Altri nemici improbabili come quello qui sotto, che esordiscono come uomini qualunque e devono la loro genesi a particolari e denigranti aspetti sociali dei quali ti aspetteresti di sentir parlare oggi (leggi la didascalia più sotto).


Doppi sensi a 5 centesimi alla dozzina.


Che poi, poveretto, Angelo la impugna davvero, una mazza dorata. Ma non è un manufatto magico del tipo che ti aspetti. E' proprio una mazza dorata e basta. Che puoi darla forte sul cranio di chi ti sta antipatico. Basta.


Situazioni paradossali come l'Uomo Ghiaccio che fa i ponti di ghiaccio e ci fa scivolare sopra uno slittino di ghiaccio. E per ricompensa gli viene promessa pure una fornitura di ghiaccio. Oppure sempre Bobby Drake, che mentre tutti stanno al mare e la Vedova Nera è mezza nuda disegnata un po' così che a chiunque salirebbe il sangue al "naso", lui si fa una pozzanghera di ghiaccio sulla sabbia (ma una roba da un metro per un metro) e ci pattina sopra perché è pensieroso. Tutte robe così, insomma, come se non fosse davvero possibile inventarsi qualcosa di meglio o come se non ci fosse un domani.


Insomma, non è che voglio star lì a fare troppo il difficile (altri tempi, altre dinamiche), ma certe cose proprio non riesco a tollerarle. Che poi rispetto a queste, è chiaro che ti fai piacere pure le robe "normali". Io però il primo volume dei Campioni l'ho letto tutto (pensa che pazienza), ma il secondo nemmeno l'ho comprato. Ed è l'unico numero tra tutti i Marvel Collection della Panini che se ne rimarrà da solo in un angolo, al buio, privato della sua dolce metà e soggetto di scherno da parte degli altri volumi. Ma così tanto per ridere, eh, mica è una cosa seria.

6 commenti:

La firma cangiante ha detto...

Mah, io li ho presi entrambi ed effettivamente non è che le idee dietro la serie dei campioni fossero poi così azzeccate. Un pretesto per creare una nuova serie, come si fa ancora oggi d'altronde (vedi i Thunderbolts di cui parlavo nell'ultimo post). I Marvel Collection hanno presentato ottimo materiale e materiale che magari anche no, certo che anche in questi casi un pizzico di curiosità per il tuffo carpiato all'indietro in un passato quasi remoto l'ho avuta.

Ho letto da qualche parte che i volumi con materiale più di nicchia (tipo questo e Strange) non siano andati granché bene, è possibile che non se ne vedano altri. Per ora anche lo Spider-Man anni '80 è stato rimandato.

Vedremo...

CyberLuke ha detto...

Molta di questa roba l'ho letta negli anni ottanta, quando cercavo di recuperare anni di continuity Marvel acquistando albi usati a cinquanta lire l'uno a pacchi.
E, sì, concordo: il grado d'ingenuità delle storie, la pochezza dei dialoghi, la ripetitività delle situazioni se allora non mi disturbava (complice l'età e il momento storico/culturale), oggi mi appare intollerabile.
Almeno, di certe produzioni.
Altre cose non mi sembrano invecchiate di un giorno: in particolare, le cose di Jack Kirby, che ancora aspetto vengano rieditate (Mister Macchina, la miniserie ispirata a 2001, giusto per fare due esempi) e che nel frattempo custodisco sulle copie de Gli Eterni.
Gelosamente.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Dario:
In realtà mi è sembrato di capire che i Marvel Collection abbiano rallentato e di molto. Mentre prima uscivano due serie al mese, ora in pista ci sono solo gli X-Men e non si sa nemmeno cosa arriverà dopo. A me dispiace perché ci sarebbero ancora tante cose da leggere, ma c'è da dire che i cicli degli eroi più classici ormai se li sono fatti tutti. Mi piacerebbe leggere altri quattro volumi del Cap America di Lee e Kirby, ad esempio, o gli altri quattro del primo Iron Man. Solo che anche lì, la Panini quel materiale lo ha già ristampato nei Masterworks. Un casino, insomma.
P.S.: Non so i Campioni, ma posso immaginare che non siano andati benissimo. Si tratta comunque di una serie di nicchia. Invece devo dirti che il primo Strange non mi è dispiacuito :)

@ Luca:
Questo momento storico è particolarmente felice per Kirby, credo. In fumetteria hanno praticamente ristampato QUASI tutto quello che ha disegnato. Per quanto mi riguarda, mi hanno soddisfatto da tempo con la ristampa di alcune serie Marvel, degli Eterni, di Quarto Mondo e Kamandi. Manco a farlo a posta, mi sembra che manchino proprio 2001 e Mister Machine. In effetti mi piacerebbe recuperarli. Se sento qualche voce, ti faccio sapere :)

CREPASCOLO ha detto...

Rampage - per noi bimbi degli anni settanta "Follia " - sarebbe uno splendido personaggio x una mini Max che riprenda i temi del film Salvate la Tigre con un Jack Lemmon piccolo imprenditore di mezz'età che deve decidere se dare fuoco alla sua proprietà e truffare l'assicurazione. Testi di Nocenti, disegni di Gaydos. In b/n. Armatura simile a quella del Prototype della Malibu nella versione di Norm Breyfogle o a quella dello Iron Man di Colan.
Rampage in borghese assomiglierebbe a John Lithgow.
Nel secondo numero, mentre il tizio sta decidendo se dare fuoco al magazzeno ripieno di tutte le sue armature - strangolato dai debiti e dalla concorrenza di Stark - si imbatte in un freak che sta scappando dal carcere del bieco Lansing e l'incontro catalizza il ritorno in superficie del suo lato migliore, dell'entusiasmo dell'idealista di un tempo, del Tucker che fu.
Salva le vittime degli esperimenti del mad doctor. Diventa un eroe nazionale . Ottiene fama e mutui. Ritorna in carreggiata.
Finale amaro con un Rampage milionario che si inquarta e vende piccoli bot con le sembianze del Machine Man di Kirby e riflette su quella cosa dell'abisso che ti guarda, se ti azzardi a spiarlo. Eisner e Kirby Awards a pioggia. Film indie con Paul Giamatti nei panni di Lansing. Incassi superiori alle aspettative. I negozi si riempono della riproduzione in piombo di Rampage. La vita imita l'arte eccetera.

La firma cangiante ha detto...

Anche a me Strange non era dispiaciuto, dispiace che i MC dedicati ai personaggi minori non siano andati bene, questo probabilmente precluderà il recupero di altre serie di similare popolarità. La possibilità che ristampino altri cicli degli eroi più popolari rimane, effettivamente si incorrerebbe nel rischio di doppione con i Masterworks. La politica di ristampe, della quale non mi sto affatto lamentando anzi, forse andava gestita diversamente, evitando sovrapposizioni tra le testate. I Masterworks, oltre a essere una spesa già più impegnativa, sono stampati su una carta che proprio non mi piace. I Collection gestiti in maniera più sistematica sarebbero stati per me l'opzione perfetta. Ci avrei visto bene anche tanto materiale eighties, tipo i F4 di Byrne, altro che sti scomodissimi e inavvicinabili Omnibus. Vabbè, staremo a vedere.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Crepascolo:
Il finale amaro con Rampage milionario la racconterebbe lunga su una società, quella americana, che ti dà e ti toglie con la stessa intensità. Vada per Paul Giamatti. Ma alla regia ci vedrei di più Oliver Stone. Al massimo David Fincher :)

@ Dario:
Anch'io preferisco leggere i Marvel Collection. Per una questione di carta, di leggibilità e di prezzo. Secondo me sarebbe bastato non addossare una serie all'altra nelle varie testate. Gli omnibus sono una gran bella roba, ma sarebbe stato bello anche trovare in edicola il Devil di Miller, i Fantastici 4 di Byrne che citi anche tu, ma anche il Silver Surfer di Buscema o gli X-Men di Claremont. E invece niente. Per carità, tutti omnibus che hanno stampato o stanno per stampare. Ma se avessi voluto comprarli tutti, mi saltava l'assicurazione della macchina per un anno :D

Vabbé, non esageriamo.

Però più o meno...

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