17.9.13

A qualche mese dal rilancio, tutta la verità (la mia) su alcune serie Marvel Now! PARTE #2

Nella prima parte ti ho parlato di come e perché io mi sia riavvicinato ai fumetti Marvel. E ti ho parlato delle nuove, (quasi) scintillanti serie Incredibili Avengers e Iron Man. Restando sul tema "Vendicatori", ti parlo ancora di un paio di cosette.


A proposito del Capitan America di Rick Remender (di nuovo lui) e John Romita Jr. ti avevo già detto che sarebbe stata una serie da seguire. Al terzo numero di fila mi sento di confermarti questa cosa. Anche solo per via della paradossale storia che parte da un enigma e poi vede il buon Capitano rapito da Arnim Zola e spedito a calci nelle lugubri e mostruose atmosfere della Dimensione Z. Ma il buon Capitano lì ci finisce non prima di essersi fatto iniettare qualcosa di strano nel petto e di aver portato con sé un bimbo che sembrava prigioniero di Zola. Il tutto costellato da alcuni intensissimi flashback sulla giovinezza di uno Steve Rogers anteguerra. Un Romita Jr. in splendida forma (ma che te lo dico a fare? Io sono uno di quelli a cui Romita piace) e un Klaus Janson inchiostratore da applausi che si sprecano.


La seconda serie ospitata in questa collana è Capitan America e la Vedova Nera, una storia dalle tinte prettamente noir/spionistiche scritta da Cullen Bunn e disegnata a pennellate molto massicce da Francesco Francavilla a base di commercio d'armi pesanti, varchi interdimensionali, realtà alternative (di nuovo?) e tripodi stile Guerra dei Mondi.
La terza, invece, è la tanto discussa Capitan Marvel di Kelly Sue DeConnick disegnata da Dexter Soy che era cominciata con il far circolare in rete cover come questa (te la ricordi?) ed è andata avanti che a leggere i primi numeri non ci ho trovato nulla da segnalarti. Se non che, sarà per una questione di gusti, i disegni di Dexter Soy, una via di mezzo tra un pittorico digitale facilone e un tirar via le anatomie in modo grossolano, non mi sono proprio piaciuti. Anzi, mi hanno impedito di capire se la trama della DeConnick, che in patria viene segnalata come la Kathryne Bigelow del fumetto (mastiamocalmiperfavore n.d.r.), vale qualcosa o meno.
Risultato: Cap America è una serie curiosa. Vederlo all'opera fuori contesto si è rivelata un'idea meno malvagia di quanto mi potessi aspettare (anche se non ho ancora capito perché nella serie personale lo trovi esiliato in terre oscure per più di un anno e poi te lo ritrovi gironzolone come se nulla fosse in tutte le altre). La miniserie con la Vedova Nera è scritta bene. Presumo che per lo stile di Francavilla, c'è a chi piaccia e a chi non piaccia. Non so tu, ma a me piaccia. Quelle masse appena accennate e quelle linee tonali indefinite che svaniscono nel nulla mi sembrano più interessanti di tanta altra roba che si vede in giro. Capitan Marvel: te l'ho già detto, non ho capito e non so se ho voglia di capire. Se hai capito tu, fatti sentire.


Eccola qui un'altra bella novità Marvel Now (e non l'avrei mai detto). Thor - Dio del Tuono di Jason Aaron e Esad Ribic se non è un capolavoro, poco di manca. Merito di una trama tutt'altro che sempliciotta che vede finalmente Thor immerso nel suo reale ambiente e non nel traffico newyorkese. Una storia che prende il via svariati anni or sono e che vede il biondo chiomato e martello munito Dio del Tuono alla ricerca di un fantomatico Uccisore di Dei che sta facendo incetta delle più diverse divinità (legate a diversi credo religiosi), lasciando dietro di sé solo cadaveri. Il tutto suddiviso in tre diverse epoche: un quasi 900 a.c. (con un imberbe Thor scapestrato e dalla risata facile), un oggi che dovrebbe essere il nostro presente (col muso lungo che tutto pesa sulle sue gracili spalline) e un domani indefinito (vecchio e bolso che "litigavo spesso con Odino e adesso sono tale e quale a lui"). Aaron ti incolla alla sedia e sembra aver capito finalmente la naturale predisposizione di un personaggio difficile come Thor. Questione di meriti a parte anche per uno strepitoso, grandioso, fenomenale, Esad "levati di torno che mi strappo i capelli" Ribic. E' al suo meglio. Non te lo sto nemmeno a descrivere. Beccati direttamente 'ste due tavole tipo e se hai il coraggio, NON rabbrividire. Ti dico solo che al secondo numero ho pensato di smettere per aspettare poi un'edizione unica in volume (ma non ho smesso, devo capire dove si va a parare).


Cosa trovi in coda? Nel primo numero, tanta fuffa. Storie e storielle, recuperi di qualche anno fa che non tolgono e non mettono carne al fuoco. Dal secondo numero in poi ritroviamo Kieron Gillen che tra un numero e l'altro di Iron Man si dedica anche agli Young Avengers, illustrati da Jamie McKelvie in modo elegante e pulito. Una serie che se ha qualcosa da dire, la dirà. Allo stato attuale e presto ma certi characters e certe situazioni (Miss America a letto con Noh-Varr?) sembrano interessanti. Ancora più in coda alcune storie in solitaria di Lady Sif tratte da uno one shot dimenticabile firmato dalla DeConnick (vedi Capitan Marvel, sopra) e da Journey into Mistery con i testi di Miss Kathryn Immonen (e qui qualcosa di carino ce lo trovi).
Risultato: a tre episodi letti, la miniserie di Thor si candida nella mia testa ad essere una delle più belle storie del Dio nordico. Tutto il resto mi interessa quanto una serie di coltellate nelle scapole (ma se esco per un attimo dalla mia aura di cattiveria, però, aggiungo che a te che sei un vero appassionato dei fumetti Marvel, gli Young Avengers potrebbero starti simpatici, via).

Nella terza e ultima parte ti parlerò poi delle serie mutanti dedicate ai Nuovissimi X-Men di Bendis e Immonen e della nuova serie di Wolverine di Frank Cho e Alan Davis. E trarrò anche qualche dovuta conclusione.

8 commenti:

CyberLuke ha detto...

Meh.
(scusa la brevità, ma è esattamente quello che penso delle tre succitate testate ;D )

LUIGI BICCO ha detto...

Che comunque erano due :)
Ma so bene che certe cose non ti interessano. Poi però devo fare due parole anche su Age of Ultron, che tu conosci bene, e sulla serie regolare di Occhio di Falco che tutti dovrebbero invece leggere.

Angel-A ha detto...

Io penso che...
...che...
...nulla, perchè non leggo molti fumetti, e questi non li ho nemmeno sfiorati!! Però passavo di qua trampolinata dal blog di Cyber e volevo fare un saluto!! ^_____^

LUIGI BICCO ha detto...

Il blog di Luca è un crocevia pieno di "ggente". Ringrazio e ricambio il saluto :)

La firma cangiante ha detto...

Io ho abbandonato tutte le testate vendicative come ti dicevo, comprese quelle dedicate ai loro componenti. In diversi mi hanno detto un gran bene di Thor, il problema degli spillati è spesso la presenza di comprimari poco interessanti e una serie a volte non basta a giustificare la spesa. Piuttosto preferirei vedere albi più smilzi come per F4 con un ritocco al prezzo in difetto oppure un bell'accorpamento di serie valide su un solo mensile come farà a breve la Lion con Flash/Aquaman/Wonder Woman.

LUIGI BICCO ha detto...

Come dicevo anche nel post, mi sta talmente piacendo la nuova serie di Thor, che ho pensato di smettere di leggerla per aspettare il volume. Ma non sapendo quando lo faranno (presumibilmente non prima di un paio di anni), continuo per la mia stradina costellata di spillatini (ma sono talmente volubile che mi sta già passando la voglia e mi sa che alla fine prenderò solo un paio di testate al mese).

Non so se mi piacerebbe leggere una albo spillato con tre serie principali completamente slegate tra loro come quella che citi della Lion. A mio parere le serie vendicative e quelle mutanti della Panini sono abbastanza ben programmate. Tranne appunto quando infarciscono le pagine con miniserie trascurabili e one shot completamente inutili.

Eppure, non so perché, ma quando parlo di certe cose, mi viene sempre da rimpiangere I Fantastici 4 della Star, con Devil e Hulk :)

La firma cangiante ha detto...

Forse perché c'era qualità in entrambe le serie cosa che oggi raramente accade. Troppe serie, troppe serie...

LUIGI BICCO ha detto...

O anche troppi anni. All'epoca ci si lasciava stupire volentieri, ma avevamo un'altra età. Si parla più o meno di una venticinquina di anni fa, non so se mi spiego. Purtroppo.

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