23.7.13

L'Isola della Sacerdotessa dell'Amore e Christopher Moore (le scoperte così, che non ti aspetti).


In un post di qualche tempo fa, qui, esprimevo il timore che Christopher Moore potesse rivelarsi come la scoperta di un nuovo grande mito. Avevo appena acquistato il suo L'Isola della Sacerdotessa dell'Amore edito dalla Elliott (che in realtà l'ha "recuperato", in quanto è un romanzo del 1997).

Ve lo dico subito: quel timore non si è espresso. Almeno in parte, intendo. Se lo scrittore americano non si è rivelato un nuovo grande mito (cosa comunque non facile, ai miei occhi), è altrettanto vero che si è trattata di una felicissima scoperta.

Il romanzo parla di Tucker Case, "uno sfigato allo stadio terminale messo a forza dentro il corpo di un gran figo". E' il pilota di un Gulfstream rosa (un aereo) per la Mary Jean Cosmetic Corporation.
Quell'aereo, un giorno, precipita rovinosamente a terra per colpa dello stesso Tucker, mezzo ubriaco e alle prese con una prostituta. A farne le spese saranno il suo lavoro e parte del suo pene. E mentre riflette sulla propria stupidità sul letto di un ospedale, Tuck riceve la proposta del Dottor Curtis e di sua moglie che gestiscono una missione ad Alualu, un'isola sperduta della Micronesia. Gli offrono tanti soldi e la possibilità di pilotare un Learjet. Tucker Case si chiede perché scegliere proprio lui che è destinato a diventare, per via del suo prodigioso incidente, lo zimbello della stampa per i prossimi anni a venire. Ma si rende anche conto che con ogni probabilità questa è l'ultima buona occasione che avrà in vita e decide di partire alla volta di Alualu. Ma cosa fanno davvero i due medici su quell'isola abitata da una tribù di cannibali? Perchè quella tribù venera Vincent, un aviatore della Seconda Guerra Mondiale? Chi è la misteriosa Sacerdotessa dell'Amore che ogni tanto sceglie un membro della tribù e se lo porta via?

E mentre si cerca di rispondere a queste domande, di mezzo ci passano un navigatore filippino vestito da donna che si porta dietro un pipistrello della frutta, misteriosi e improvvisi viaggi per il Giappone, voci ed eteree figure che danno consigli, guardie giapponesi armate di tutto punto e davvero cento altre cose.


Curioso e divertente, di sicuro, si. Ma ecco cos'ho capito io di Christopher Moore grazie a questo libro:

1 - Christopher Moore fa ridere. Non sguaiatamente. La sua ironia è sottile, ma non come quella di P. G. Wodehouse, per dire. Quella di Moore si basa soprattutto sulle bizzare situazioni al limite del grottesco e dell'assurdo. Non fa ridere nemmeno come quella di Douglas Adams, ma fa ridere.

2 - Christopher Moore è un marpione. Uno che ama giocare con i paradossi e a cui piace portare agli estremi la propria narrativa. Ma non è un pagliaccio. La storia prende altre direzioni, anche pesanti. A volte, in un paio di occasioni almeno, ti lascia il magone quando meno te lo aspetti.

3 - Christopher Moore non è nemmeno un fesso. Moore sa scrivere e lo fa anche molto, molto bene. Ti tiene incollato alla pagina e poi a quella successiva e poi a quella dopo ancora. E così ti rendi conto che anche se sei a letto e hai sonno, prima di una trentina di pagine non stacchi.

4 - Che adesso, com'è naturale che sia, verrano altre cose da leggere. Ma che il discorso con lo scrittore americano 56enne non è affatto chiuso. Anzi, leggerò di sicuro altri suoi romanzi, a partire forse da Il Vangelo Secondo Biff che mi è stato caldamente consigliato.

11 commenti:

GiovanniMarchese ha detto...

Ma perché dalle mie parti i libri belli come questi non li becco mai? Dio perché devo vivere ai confini dell'Impero!!!

LUIGI BICCO ha detto...

@ Giovanni:
A dire il vero io l'ho dovuto ordinare alla mia libreria di fiducia. Case editrici come la Elliott sono presenti, in libreria, ma con molti meno titoli rispetto ad altri editori più grossi. A dirti ancor di più il vero, i libri che mi capita di voler leggere, non li trovo mai subito. Li devo ordinare tutti. Quindi non so quanto possa dipendere dal fatto che vivi "ai confini dell'Impero" :)

GiovanniMarchese ha detto...

Cacchio! Ma allora non capita solo a me?! Ogni qual volta mi capita un pezzo interessante dal vivo è un'epifania! Il più delle volte mando a ritirare... mondo infame.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Giovanni:
Eh, no. Non succede solo a te. A meno che non ti rifornisca in qualcuna di quelle simpatiche mega librerie da centro commerciale, anche qui le cose un po' più particolari le devi ordinare :)

GiovanniMarchese ha detto...

E talvolta nemmeno le cosiddette libreria di catena (definizione quanto mai appropriata) presentano un certo tipo di editori. Il problema è a monte, ovvero la distribuzione e l'occupazione degli scaffali fatta in maniera sleale da certi editori.

arilla ha detto...

ho deciso: lo leggo quest'estate

LUIGI BICCO ha detto...

@ Giovanni:
Vero anche quello!

@ Arilla:
Come ho già detto altrove, hai fatto bene a decidere. E' un buon libro, da leggere in estate. Bravona!

La firma cangiante ha detto...

Lo metto in lista allora?

LUIGI BICCO ha detto...

Se ti piacciono le tematiche, potresti metterlo in lista in scioltezza, si.

La firma cangiante ha detto...

Ok, fatto.

LUIGI BICCO ha detto...

Bravo bravone :D

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