12.7.13

A me sarebbe piaciuto che Lee Falk...


A me sarebbe piaciuto che l'ometto qui sopra, originario di St. Louis, dall'aria riservata e con quel paio di baffi sbarazzini alla Errol Flynn (solo meno dediti all'alcool e al rancore*), invece di perdere tempo a scrivere per il teatro (mi scuserà il teatro e la gente di teatro) e a giocare a fare il drammaturgo, dirigendo attori come Marlon Brando, Charlton Heston e Paul Newman, avesse invece inventato più personaggi e scritto più storie per il fumetto.

Invece Lee Falk è passato alla storia per averne inventati solo due. Ma mica due qualsiasi, penserai tu. Stiamo comunque parlando di Mandrake e di Phantom. Due characters che per tanti versi hanno dato il via all'epoca moderna dei comics. Due characters senza i quali, molto probabilmente, non sarebbero arrivate tante altre cose, dopo.

Tipo: siamo sicuri che senza l'esordio di Mandrake the Magician sul Daily Strip nel giugno del 1934, sarebbe arrivato poi nel 1964 (su Strange Tales #110) il marvelliano Dottor Strange creato da Stan Lee ma fortemente voluto da Steve Ditko? Dirai che forse il mondo del fumetto si sarebbe comunque tenuto in piedi senza particolari scossoni.
Ma siamo sicuri anche del fatto che senza l'esordio di Phantom sul New York American Journal nel febbraio del 1936, sarebbe poi arrivato, solo tre anni più tardi, il Batman di Bob Kane e Bill Finger su Detective Comics #27?

Eppure niente di più semplice, a pensarci bene.


Mandrake è un mago con cappello a cilindro, bastone e mantellina rossa che fa sfoggio delle proprie arti come illusionista e ipnotizzatore anche se in realtà, originariamente, era addirittura capace di resuscitare i morti (ma che nonostante questo il suo unico, veniale peccato è stato quello di lasciarsi chiamare per anni "Mandrache" in Italia) e con al seguito l'aitante gigante d'ebano dal caratteristico fez leopardato che risponde al nome di Lothar. Tutto questo per vivere avventure spesso in soccorso di gentili donzelle in pericolo, dove i nostri dovevano prima di tutto ricorrere al proprio intelletto.


L'Uomo Mascherato, Phantom, conosciuto dalle sue parti anche come l'Ombra che Cammina, prototipo dell'eroe in calzamaglia, raddrizzatorti dal costumino viola e armato di pistola, paladino nell'immaginaria foresta di Bengalia (situata tra l'India e l'Indonesia) che ha rinunciato alla sua identità umana per vestire per sempre quella mascherata dell'eroe indomito senza paura e dagli integerrimi valori**. Creduto immortale semplicemente perché da generazioni, quella maschera e quel costume vengono tramandati di padre in figlio. Un'eredità pesante e pericolosa.

Facile facile. Senza nessun particolare risvolto psicologico.

Eppure entrambi i personaggi esprimono ancora oggi una forza e uno spessore straordinari e un potenziale narrativo pressoché infinito (è proprio vero che le cose più semplici...). Ed è per questo che mi chiedo cosa sarebbe successo se quel placido signorotto dal nome altisonante avesse dedicato ai personaggi a fumetti tutta la sua vita, esattamente come il suo collega Stan Lee, e oggi ci avesse lasciato non 2 personaggi, ma 10, 20 o 100.

E invece niente. Perché come disse lui stesso: "I give 100% of my time to theater, and what's left goes to comics..."

E non posso non chiudere questo post con un paio di miei vecchi contributi ai personaggi in questione. Testimoni, i contributi, non i personaggi, di un'epoca dove mettersi a disegnare con matite e pennelli (con successiva passata in photoshop), non era un lusso. Eh, si. Non ci sono più i tempi di una volta.



* Da Wikipedia: Errol Flynn morì nel 1959, a soli 50 anni, per un infarto. Da circa un decennio la sua vita era segnata dall'alcolismo. Le sue ultime parole pare siano state di rammarico per dover morire prima "di quello stronzo" di Jack Warner (produttore cinematografico).
** Falk cit.: "Phantom è un personaggio meraviglioso perché vince contro il male e il male non trionfa mai contro di lui... Odia la dittatura ed è a favore della democrazia. Ed è contrario a qualsiasi violazione dei diritti umani."

7 commenti:

davide garota ha detto...

contributi carinissimi, devo dire

GiovanniMarchese ha detto...

Lee Falk... SOGGETTISTA & SCENEGGIATORE, ovvero la figura meno considerata del fumetto. Ah!

GiovanniMarchese ha detto...

p.s. ergo dovevi parlare solo di Phil Davis... Lee Falk non interessa a nessuno.

GiovanniMarchese ha detto...

p.p.s. a anche di Ray Moore, of course.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Davide:
Grazie, Davide. Mi ero divertito tantissimo, all'epoca.

@ Giovanni:
In realtà Ray Moore e Phil Davis (parlerò anche di loro, un giorno), secondo me passano in secondo piano. I personaggi in questione, all'epoca, erano talmente forti che avrebbe potuto disegnarli (quasi) chiunque. Nonostante questo, credo che i due disegnatori siano stati semplicemente due Maestri. Ma che siano stati "offuscati" appunto dalle creazioni di Falk. In quell'epoca accadeva più spesso.

GiovanniMarchese ha detto...

Già.. è il potere dei personaggi. Gli unici in grado di ristabilire una scala di valori adeguata tra scrittura e disegni tra il pubblico. Il personaggio è il non plus ultra. L'arma "fine di mondo".

LUIGI BICCO ha detto...

Non solo. Per rafforzare la tesi, c'è da dire che i personaggi sono destinati (ovviamente in rapporto al successo presso il pubblico) a sopravvivere ai propri autori. E questo la dice lunga.

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