5.6.13

[SINOSSI]: Joyland di Stephen King

Il buon Stephen King ne ha pubblicato un altro. Non si è mai arrivato a capire come faccia a sfornare mattoni da centinaia di pagine ogni sei mesi (mentre scrivo è già pronto il suo seguito di Shining, Doctor Sleep, previsto per la fine del prossimo settembre).
E' sempre grazioso, però, seguire il chicacchiericcio che si fa di continuo sulla rete a tal proposito: "c'ha i ghostwriter, scrive per lui anche sua moglie, scrive per lui anche suo figlio e il suo portinaio e il suo cane". Fatto sta che è da parecchio che non leggo un King. Gli ultimi me li sono persi tutti. Questo Joyland, già in tutte le librerie, è il suo secondo thriller più giallo che thriller e il suo secondo libro per la Hard Case Crime. Questo mi ricorda che il primo dei due, Colorado Kid, mia moglie l'ha letto e io ci ho girato intorno per mesi senza mai aprirlo. Forse leggerò prima quello. E forse aspetto sei mesi che esca la versione economica di Joyland, perché i tempi sono tragici e io non ho voglia di addossarmi 19 e passa centesimi che fanno comunque sempre 20 euro.
Infine è per me quasi d'obbligo segnalarvi che mentre la versione italiana di Sperling & Kupfer presenta la solito asfittica, trita e ritrita copertina in salsa fotografica, quelle originali (sono due) della Hard Case, sono infinitamente superiori (dal punto di vista della realizzazione, del concetto e anche della pertinenza). Le trovate qui.


Sinossi:
Estate 1973, Heavens Bay, Carolina del Nord. Devin Jones è uno studente universitario squattrinato e con il cuore a pezzi, perché la sua ragazza lo ha tradito. Per dimenticare lei e guadagnare qualche dollaro, decide di accettare il lavoro in un luna park. Arrivato nel parco divertimenti, viene accolto da un colorito quanto bizzarro gruppo di personaggi: dalla stramba vedova Emmalina Shoplaw, che gli affitta una stanza, ai due coetanei Tom ed Erin, studenti in bolletta come lui e ben presto inseparabili amici; dall'ultranovantenne proprietario del parco al burbero responsabile del Castello del Brivido. Ma Dev scopre anche che il luogo nasconde un terribile segreto: nel Castello, infatti, è rimasto il fantasma di una ragazza uccisa macabramente quattro anni prima. E così, mentre si guadagna il magro stipendio intrattenendo i bambini con il suo costume da mascotte, Devin dovrà anche combattere il male che minaccia Heavens Bay. E difendere la donna della quale nel frattempo si è innamorato.

8 commenti:

GiovanniMarchese ha detto...

Hai perfettamente ragione.. le copertine originali sono MOLTO MEGLIO. Sia la regolare che quella limitata. Non riesco a comprendere come si possa arrivare a compiere simili scelte che tradiscono in pieno lo spirito con cui l'autore ha concepito il romanzo. Io attenderò l'edizione economica. A prescindere, per i tempi che corrono 20 euro per un libro è troppo...davvero.

CyberLuke ha detto...

:D stavolta vado controcorrente.
La copertina proposta da Sperling & Kupfer non mi dispiace per niente e, anzi, la preferisco a quelle originali, che scimmiottano un po' troppo platealmente quelle anni cinquanta.
Detto questo, io ho ancora Dome sul groppone da leggere.
L'ho comprato, tipo, nel 2009, una prima edizione lussuosa e pesante che mi portai pure in vacanza... senza aprirla neppure.
Nel frattempo, ci fu persino pure un altro "mezzo" King, quel The Cell che mi sono rifiutato di finire, e sì che ero arrivato oltre la metà.
Una volta contavo i giorni alll'uscita dei nuovi romanzi di King.
Oggi, qualcosa è cambiato, sia in lui che in me.

La firma cangiante ha detto...

In realtà quelli buoni glieli ho scritti io.

Cell a me non era dispiaciuto, finale un po' tronco ma non male, in fondo alcuni finali il King li ha toppati ma quel che conta davvero è il viaggio.

LUIGI BICCO ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
LUIGI BICCO ha detto...

@ Giovanni:
Si chiama tipo: in casa editrice abbiamo un contratto forfettario con tale banca immagine e quindi facciamo prima a scaricarne una e al limite, proprio, farla ritoccare un pochino da qualcuno.
Poi magari invece l'ha realizzata un esterno, eh, vai a sapere.

@ Luca:
A me i suoi ultimi titoli mancano tutti in blocco. The Dome, Duma Key e Cell. Ma l'unico che voglio davvero recuperare è 22/11/63.
Anch'io una volta li aspettavo in trepidante attesa. Poi qualcosa si è rotto. Però King rimane uno dei più grandi scrittori di storie in circolazione. :)

@ Dario:
Mi pareva di aver riconosciuto il tuo stile in alcuni suoi libri :D
Sulla questione del viaggio sono completamente d'accordo con te.

Patrizia Mandanici ha detto...

Ho letto King con discontinuità, e mi manca molto della sua vasta produzione; alcuni libri mi hanno deluso, altri invece mi hanno davvero coinvolto. Tra i miei preferiti ci sono It, L'ombra dello Scorpione, Il miglio verde, ma anche uno dei suoi più recenti, The Dome, in cui ho intravisto il King dei tempi migliori.
Colorado Kid l'ho mollato dopo una trentina di pagine, non mi prendeva per niente. Ho da leggere sul comodino 22/11/63, chissà quando.
Segnalo che da poco la Sperling & Kupfer ha iniziato a pubblicare King in ebook.

GiovanniMarchese ha detto...

Si, capisco il funzionamento del sistema. L'immagine in sé stessa però è di una banalità assoluta, se King ha scelto di pubblicare Joyland con la Hard Case Crime un motivo c'era. Ed era la linea pulp delle loro collane (grafica, contenuti e copertine comprese), in linea con l'atmosfera del proprio romanzo. Arrivano gli italiani, e tutto va in vacca. Complimenti. Tanto la gente lo comprerà lo stesso, diranno. Ma sono l'unico a vedere sempre più copertine orribili in libreria? Sembra quasi che siano un orpello inutile... boh!

LUIGI BICCO ha detto...

@ Patrizia:
L'ultimo che ho letto io che mi ha preso davvero parecchio è Mucchio d'Ossa. Gran bel libro. Sapevo delle recenti versioni ebook dei suoi libri, anche se ho letto che proprio per questo Joyland, non si capisce bene il perché, King stesso ha chiesto che non venisse proprio realizzata la controparte elettronica. Valli a capire, questi scrittori da mille e cinquecento, duemila pagine all'anno e tanti milioni :)

@ Giovanni:
La Hard Case sembra una bella realtà editoriale e tante delle loro copertine sono memorabili, giustificate nello stile proprio dal genere al quale sono più legati. Questo discorso delle copertine, in Italia, è sempre stato oggetto di discussione anche se di piccole realtà che fanno grandi lavori ce ne sono eccome (guarda ad esempio lo studio The World of Dot). E devo dire che la cosa si sta espandendo a macchia d'olio anche all'estero. Fortunatamente i contenuti del libro rimangono invariati. E te lo dice uno che (naturalmente) ha la fissa per certe cose.

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