3.5.13

Quest'ultimo paio di mesate Nathanneveriane


Si, a questo punto mi sento di confermare, a chi dovesse interessare la cosa, che le ultime due mesate Nathanneveriane hanno avuto il pregio di mettere sul piatto parecchie cose interessanti. Non sto parlando di stravolgimenti di qualche tipo (non è che ce ne debbano essere per forza), ma di un'infornata di buone storie e di buoni disegni e di qualche ottimo spunto per le cose a venire. In questo periodo mi sto dedicando parecchio alla sci-fi per motivi miei, e ritrovare certi piaceri anche nel fumetto seriale italiano è come far bene all'amore che fa bene all'amore.

Al di là dell'episodio del mese scorso del quale ho abbondantemente parlato qualche post fa (qui), con accenni a sperimentazioni di vario tipo, il 14 marzo è stato il turno dell'annuale Nathan Never Gigante, il sedicesimo della serie, intitolato L'Impero dei Mutati. Sotto una interessante copertina dipinta da Max Bertolini, autore anche dei disegni all'interno dell'albo, si dipana una storia firmata da Mirko Perniola e votata all'azione e ad una particolare spettacolarizzazione delle scene d'azione. L'incipit è carino: si parla degli ultimi sopravvisuti della razza dei mutati, di un magnate di nome Haggerty che sembra volerli riportare alla luce attraverso la loro clonazione, il rapimento dell'agente speciale Branko e di sua figlia Kay e una guerra senza sosta nel Convertillo de la Selva, ai limiti del "Territorio". I disegni di Bertolini sembrano adattarsi bene al tipo di storia. La storia sembra avere il giusto numero di pagine per respirare a modo.


Il 13 aprile è arrivato poi il nuovo Maxi Nathan Never, il balenottero da tre storie alla volta. Devo ammettere che ho sempre creduto poco a questa formula, notando negli anni quasi il volere di esiliare in questi tomi alcune storie più "semplici" invece di piazzarle nelle varie serie regolari (a parte quelli con un'unica storia lunga). Forse, e dico forse, quelli di Nathan Never si sono rivelati sempre i Maxi con una migliore media qualitativa. E anche per quanto riguarda questo nono volume, di carne al fuoco ce n'é. Su due delle tre storie, La Recluta e Il Signore della Guerra, entrambe sceneggiate da Bepi Vigna, ritroviamo Romeo Toffanetti (ma qui di sperimentazioni e gabbie larghe non ce ne sono più). In una, Nathan e un giovane cadetto di polizia dovranno fare da scorta ad una preziosa testimone facendo si che arrivi possibilmente integra al processo contro le Triadi. Nell'altra, una serie di gravi attentati terroristici sparsi per il mondo e rivendicati dall'Esercito Rivoluzionario del Margine, sembrano essere stati realizzati niente meno che da Nathan Never in persona. Braccato dalla legge, quindi, e costretto alla fuga, Nathan dovrà naturalmente trovare le prove della propria innocenza e chi ha tentato di incastrarlo (che poi questa cosa del Nathan Never braccato dalla legge è sempre stata una mia fissa, tipo che ci avrei ricamato sopra almeno un'annata buona di storie). 
Comunque. Azione a nastro e ritmi serrati (alcuni "serrati" in modo un po' più gratuito, forse), ma un paio di storie che si fanno leggere volentieri, con un finalino di coda a sorpresa che "guarda io non lo volevo dire troppo forte ma forse ero arrivato a capirlo comunque" e l'altro che "si ok, ma io quel personaggio lì, alla fine, mica me lo ricordavo".


La terza storia (che poi sta nel mezzo del malloppo) è intitolata Post Mortem e vede il ritorno nell'universo Neveriano di Gigi Simeoni. Devo ammettere, a prescindere dalla validità della storia, che Simeoni è un mio personale pallino sin dai tempi di Hammer della Star Comics. Non potevo non farmi piacere quindi questa sua prova da autore completo (storia e disegni, dunque), che vede Nathan Never alle prese con una serie di efferati omicidi e con una ragazza convinta che siano opera del padre tornato addirittura dalla tomba per vendetta. Una storia semplice ma che si fa leggere molto bene. E i disegni di Simeoni, come dicevo, sono lì a farsi guardare che è un piacere.

Infine è di una decina di giorni fa il nuovo numero della serie regolare, il 263, intitolato Lo Spettro del Futuro, che raccoglie due storie brevi. La prima vede ai testi Giovanni Eccher e ai disegni il copertinista Sergio Giardo, ed è uno splendido e sentito omaggio al mondo della fantascienza a tutto tondo, dalla letteratura al cinema alla tv. Eccher tira in ballo una curiosa discussione tra Nathan e Mac, il robot che vende introvabili oggetti di epoche passate (cose come libri, dischi in vinile e via dicendo) e lo fa citando in modo romantico Isaac Asimov e il Ciclo della Fondazione, Arthur Clarke, Verne, Heinlein, Wells, addirittura Clifford Simak, ma anche Blade Runner, il primo Robocop, la serie di Star Trek e i primi originali capitoli della trilogia di Star Wars (relegando l'esistenza di una trilogia successiva, quella degli anni 2000, ad una mera leggenda metropolitana, e questo mi ha fatto molto ridere). Giardo qui si misura e si confronta con amore a stili diversi che richiamano echi di illustri Maestri del fumetto di ieri come Moebius e Kirby, infarcendo le proprie tavole di rimandi e citazioni, strizzando l'occhio agli appassionati del genere (qui un elenco accurato sul suo blog).


Sulla seconda storia ritroviamo Antonio Serra e Stefano Martino. Entrambi tirano le fila della nuova minaccia dell'universo Neveriano, quell'Omega nato alla fine della saga della Guerra dei Mondi e che qui sembra voler portare a termine i propri piani di conquista, lasciando credere ben altro. Non vi dico di più perché o avete seguito o non avete seguito. Fatto sta che adesso c'è lui.

Poi ci sarebbe da dire che tra una quindicina di giorni sarà in edicola anche il dodicesimo Universo Alfa dove partirà una nuova serie di spin-off sotto il titolo Le Cronache di Marte. Questo si intitola Il Gladiatore e vede ai testi di nuovo Bepi Vigna (ma quanto ha scritto nell'ultimo anno?) e ai disegni il grande Germano Bonazzi, e narra del ritorno al potere dei Pretoriani e i coloni umani incarcerati e ridotti in schiavitù o gettati nelle arene contro mortali robot.
Insomma, se siete culo e camicia con la science fiction e con il fumetto da edicola, in 'sto periodo di cose simpatiche non ne mancano. 

4 commenti:

CyberLuke ha detto...

Uhm... come saprai, NN l'ho relegato ormai al passato.
La mia collezione è sigillata in due scatoloni e magari un giorno, magari quando vado in pensione, li riapro e mi rileggo tutti i vecchi albi. Su una panchina, sperando di scorgere, quando alzo lo sguardo, un Flyer che solca il cielo. :D

Comunque, con Lo spettro del futuro sei riuscito a incuriosirmi. Quasi quasi, investo questi tre euro e me lo leggo in pausa pranzo.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Luca:
Ti sei salvato in corner con la scena del flyer. Fino a poco prima sembrava una roba da inps, in effetti :D

Addirittura ti vai a leggere l'ultimo numero? Se non hai seguito gli ultimi avvenimenti, però, mi sa che metà dell'albo lo lasci dov'è.

Sergio Giardo ha detto...

Grazie mille Luigi, vedere di tanto in tanto Nathan Never che fa capolino nelle pagine del tuo blog tra le varie meraviglie che sei solito postare, scalda il cuore. Posso offrirti almeno una pizza? :-D

LUIGI BICCO ha detto...

@ Sergio:
Prego. Ma la pizza te la offro io alla prima occasione. Magari in cambio di un disegnino firmato su un fazzolettino di carta. Prima o poi ci si incontra, dai. La regione è quella :)

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