Se siete tra quelli che non hanno visto nemmeno lo splendido film in questione, sappiate che la storia narra di un ex militare israeliano (Ari Folman, omonimo del regista della pellicola) che partecipò ai conflitti armati che coinvolsero il Libano e che sfociarono nei terribili massacri di Sabra e Shatila del 1982 e della morte del politico libanese (e Presidente della Repubblica del suo Paese) Bashir Gemayel.
Il protagonista si accorge improvvisamente di non serbare più nessun ricordo di una parte di quella guerra e decide di partire per incontrare e intervistare amici ed ex commilitoni cercando di ricostruire i vari pezzi. I racconti di ognuna delle persone da lui interpellate, sono presentati come flashback atti a ricostruire frammenti sempre nuovi di quel conflitto. Questo
susseguirsi di testimonianze farà emergere lentamente i tristi e macabri ricordi di Folman.
Una bella storia tesa e dal piglio naturalmente documentaristico, romanzata il giusto e, nel caso del film animato, realizzata con una tecnica particolare e fuori dal comune che vede in alcune staticità i suoi punti di forza (guarda il trailer qui sotto). La sua "conversione" a fumetti sarebbe potuta risultare stucchevole o non rientrare esattamente nel linguaggio.
E invece, come si evince anche nell'intervista a fine volume a David Polonski (disegnatore e ideatore grafico del film), l'adattamento non perde nulla delle atmosfere, nonostante alcuni tagli.
Una bella storia tesa e dal piglio naturalmente documentaristico, romanzata il giusto e, nel caso del film animato, realizzata con una tecnica particolare e fuori dal comune che vede in alcune staticità i suoi punti di forza (guarda il trailer qui sotto). La sua "conversione" a fumetti sarebbe potuta risultare stucchevole o non rientrare esattamente nel linguaggio.
E invece, come si evince anche nell'intervista a fine volume a David Polonski (disegnatore e ideatore grafico del film), l'adattamento non perde nulla delle atmosfere, nonostante alcuni tagli.
4 commenti:
Comprai l'adattamento a fumetti di A skanner darkly il film in rotoscopia di R.Linklater. Non ci capìì quasi nulla. Poi vidi il film e lo trovai assolutamente fantastico(come può deludere Dick?). Resterò deluso di questo adattamento cartaceo di Valzer con Bashir: il film mi è piaciuto troppo e sono convinto di non aver bisogno di cambiar supporto a quella storia. La potenza della realtà che irrompe alla fine di quel film, con il passaggio dalle immagini in rotoscopia alle immagini del documentario, è un plusvalore che il fumetto non può esprimere.
@ Davide:
Infatti credo che il progetto a fumetti sia nato più che altro per chi non abbia mai visto il film. Sarebbe stata riduttiva una semplice trasposizione perché i due linguaggi, come si sa, sono ben diversi. Lo stesso Polonski, nell'intervista a fine volume, dice di aver dovuto rinunciare ad alcune scene molto particolari che al cinema hanno funzionato bene, ma che nel fumetto non avrebbero avuto nessun senso. Insomma, se hai già visto il film, mettere mano al volume a fumetti non ha molto senso (lo avrebbe avuto se fosse stato tutto ridisegnato ad hoc).
Iniziativa che ho trascurato per questioni meramente economiche. Beh un pochino avevo l'idea che una collana dedicata tutta al graphic journalism potesse rivelarsi pesante, poi qualche titolo già l'avevo... Comunque iniziativa lodevole, avrei preferito forse qualcosa dedicato alla Graphic Novel in genere, come fece Coconino anni fa, che non cedesse alla tentazione di rippubblicare però sempre i soliti nomi (per quanto validi). Ecco, magari come prima uscita qualcosa che non sia il Maus di Spiegelman, l'idea è quella.
@ Dario:
Sottoscrivo le tue prime tre righe. Anche se la questione principale sta nel fatto che qualcuno di quei materiali è già in mio possesso. Anche a me piacerebbe di nuovo un'iniziativa simile a quella di Coconino di qualche anno fa. Evidentemente non è andata così bene. E ho dei dubbi che anche questa sul graphic journalism possa funzionare a dovere. Forse mi sbaglio. Speriamo, anzi.
Posta un commento