23.5.13

Di graphic journalism e di Valzer con Bashir


Sulla bella iniziativa Grapic Journalism: Il Fumetto che Racconta la Realtà, collaterale da edicola nato dalla collaborazione tra Corriere della Sera e Rizzoli Lizard, non mi sono ancora espresso. Per quanto sia lodevole l'iniziativa di spostare il punto di vista su un particolare settore del racconto per immagini, molti dei titoli previsti erano già in mio possesso. A molti altri avevo dato uno sguardo all'epoca della loro prima pubblicazione in fumetteria. Qualcuno di quei titoli li considero noiosi. Sicuramente, se avessi dovuto rivolgermi anche a chi il fumetto non lo mastica in modo particolare, non avrei di certo iniziato con il Persepolis della Satrapi. Interessante invece l'inserimento della maggior parte delle opere di Guy Delisle, del Fax from Sarajevo di Joe Kubert e di alcuni titoli anche di recente pubblicazione (vedi il Quaderni Ucraini di Igort da ieri in edicola). In ogni caso qui trovate il sito dedicato all'iniziativa e il programma delle prime 20 uscite.


Ho letto il terzo volume della serie, Valzer con Bashir di David Polonski e Ari Folman. Questo volume raccoglie l'adattamento a fumetti dell'omonimo film animato che partecipò al Festival di Cannes nel 2008 e candidato agli Oscar del 2009 nella categoria Miglior Film Straniero. Un adattamento che non si è certo limitato ad un copia e incolla dei frame del film, ma che è costato ai loro autori un lavoro durato la bellezza di un anno.
Se siete tra quelli che non hanno visto nemmeno lo splendido film in questione, sappiate che la storia narra di un ex militare israeliano (Ari Folman, omonimo del regista della pellicola) che partecipò ai conflitti armati che coinvolsero il Libano e che sfociarono nei terribili massacri di Sabra e Shatila del 1982 e della morte del politico libanese (e Presidente della Repubblica del suo Paese) Bashir Gemayel.
Il protagonista si accorge improvvisamente di non serbare più nessun ricordo di una parte di quella guerra e decide di partire per incontrare e intervistare amici ed ex commilitoni cercando di ricostruire i vari pezzi. I racconti di ognuna delle persone da lui interpellate, sono presentati come flashback atti a ricostruire frammenti sempre nuovi di quel conflitto. Questo susseguirsi di testimonianze farà emergere lentamente i tristi e macabri ricordi di Folman.



Una bella storia tesa e dal piglio naturalmente documentaristico, romanzata il giusto e, nel caso del film animato, realizzata con una tecnica particolare e fuori dal comune che vede in alcune staticità i suoi punti di forza (guarda il trailer qui sotto). La sua "conversione" a fumetti sarebbe potuta risultare stucchevole o non rientrare esattamente nel linguaggio.
E invece, come si evince anche nell'intervista a fine volume a David Polonski (disegnatore e ideatore grafico del film), l'adattamento non perde nulla delle atmosfere, nonostante alcuni tagli.

4 commenti:

davide garota ha detto...

Comprai l'adattamento a fumetti di A skanner darkly il film in rotoscopia di R.Linklater. Non ci capìì quasi nulla. Poi vidi il film e lo trovai assolutamente fantastico(come può deludere Dick?). Resterò deluso di questo adattamento cartaceo di Valzer con Bashir: il film mi è piaciuto troppo e sono convinto di non aver bisogno di cambiar supporto a quella storia. La potenza della realtà che irrompe alla fine di quel film, con il passaggio dalle immagini in rotoscopia alle immagini del documentario, è un plusvalore che il fumetto non può esprimere.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Davide:
Infatti credo che il progetto a fumetti sia nato più che altro per chi non abbia mai visto il film. Sarebbe stata riduttiva una semplice trasposizione perché i due linguaggi, come si sa, sono ben diversi. Lo stesso Polonski, nell'intervista a fine volume, dice di aver dovuto rinunciare ad alcune scene molto particolari che al cinema hanno funzionato bene, ma che nel fumetto non avrebbero avuto nessun senso. Insomma, se hai già visto il film, mettere mano al volume a fumetti non ha molto senso (lo avrebbe avuto se fosse stato tutto ridisegnato ad hoc).

La firma cangiante ha detto...

Iniziativa che ho trascurato per questioni meramente economiche. Beh un pochino avevo l'idea che una collana dedicata tutta al graphic journalism potesse rivelarsi pesante, poi qualche titolo già l'avevo... Comunque iniziativa lodevole, avrei preferito forse qualcosa dedicato alla Graphic Novel in genere, come fece Coconino anni fa, che non cedesse alla tentazione di rippubblicare però sempre i soliti nomi (per quanto validi). Ecco, magari come prima uscita qualcosa che non sia il Maus di Spiegelman, l'idea è quella.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Dario:
Sottoscrivo le tue prime tre righe. Anche se la questione principale sta nel fatto che qualcuno di quei materiali è già in mio possesso. Anche a me piacerebbe di nuovo un'iniziativa simile a quella di Coconino di qualche anno fa. Evidentemente non è andata così bene. E ho dei dubbi che anche questa sul graphic journalism possa funzionare a dovere. Forse mi sbaglio. Speriamo, anzi.

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