5.4.13

Universo Senza Luce di Daniel F. Galouye

Quello di Daniel Francis Galouye non è proprio uno dei primi nomi che vengono in mente parlando di letteratura di fantascienza. Eppure lo scrittore di New Orleans classe '20, non molto prolifico, autore solo di sei romanzi e di una buona manciata di racconti, è uno dei più interessanti del decennio che va dai '50 ai '60.

Galouye ha studiato alla Lousiana State University e poi è partito per la Seconda Guerra Mondiale come collaudatore di aerei sperimentali (è stato uno dei primi a mettere piede sui razzi aerei). Lasciata poi l'aviazione è tornato a casa e per anni è stato giornalista, redattore e corrispondente. Il suo primo romanzo di fantascienza risale al maggio del 1952, Stanotte il Cielo Cadrà (Tonight the Sky Will Fall), tramite il quale sale alla ribalta per la prosa e i temi trattati. La consacrazione come autore di razza arriverà però soltanto una decina di anni dopo, nel 1961, proprio con il romanzo in questione, Universo Senza Luce (Dark Universe). Qui si narrano le vicende di un genere umano ridotto a vivere sotto terra, tra rocce e fango, immerso in un buio imperscrutabile. Lo sparuto gruppo del quale seguiamo le gesta è diviso in livelli, più che altro piccoli agglomerati, dove le persone non "vedono" ma "percepiscono" (il concetto di "vedere" o "guardare" non è riconosciuto) grazie all'utilizzo di generatori di suoni centrali. I suoni emessi tornano alla fonte, ricostruendo sommariamente l'ambiente circostante. Un po' come il senso radar dei pipistrelli, tanto per intenderci.

Non ci è dato sapere dove siamo o in che epoca (se non alla fine del romanzo), fatto sta che gli uomini si sono organizzati alla meglio tramite fonti sotterranee d'acqua calda, vegetali fibrosi e pochi capi di bestiame. Che ci sono due livelli abitati e che tra i due non corre buon sangue e che entrambi si tengono lontani da un terzo livello occupato dai fantomatici Veggenti, misteriosi individui che, si dice, riescano a "percepire" in modo diverso. Poi ci sono le grotte infestate dai pipistrelli giganti, i muri che separano dalla zona esterna, contaminata da creature mostruose alle quali vengono affibbiati nomi di elementi naturali come stronzio e cobalto (meglio conosciuti come i "demoni gemelli") e c'è il protagonista di tutta la vicenda, Jared, un ragazzo alle prese con la ricerca della luce, elemento qui salito al rango di vera e propria divinità ancestrale, e Della, altrettanto giovane e con la quale Jared condividerà mille dubbi e timori e intraprenderà un rapporto destinato alla loro unione programmata per favorire i rapporti tra i vari livelli abitati.


Galouye gioca con la percezione dei sensi, con le divinità e con i timori primordiali di tutta la razza umana. Continuamente fornisce e toglie elementi, ma alla fine chiude tutta la vicenda con una spiegazione assurda ma non tanto incredibile. Un finale in parte inaspettato e sicuramente curioso all'insegna di una nuova, bellissima speranza. Un romanzo solido che spiega, da un punto di vista inedito, come la nostra percezione di realtà possa sembrare l'unica possibile e quanto questa cosa sia profondamente sbagliata. 

Durante la lettura del romanzo, ho colto echi Robertheinleiniani (scrittore che condivideva con Galouye sia l'amore per il genere sia la breve carriera militare), soprattutto nel suo romanzo di formazione giovanile Starman Jones. In entrambi i romanzi, infatti, si parla di un ragazzo alla ricerca della verità e della propria individualità. In entrambi i romanzi si intrecciano le storie sentimentali di una coppia in fuga. In entrambi i casi vengono addossate responsabilità più grandi delle spalle del protagonista.

E poi ci sono le tematiche tanto care a Philip Dick. Usando le stesse parole di Sandro Pergameno dalla postfazione del volume (e qui sul blog di Urania):
Un altro tema che ricorre con una certa frequenza nelle opere di Galouye è quello della disgregazione della realtà. Come Dick, anche Galouye sembra piuttosto turbato dalla natura mutabile di un’illusoria realtà. 
Ho sempre amato gli acquisti occasionali di Urania, perché a volte sono arrivate delle sorprese davvero inaspettate. Ho sempre acquistato per lo più autori che già conoscevo, ma a volte, preso dall'ispirazione, mi sono permesso il lusso di conoscerne di nuovi. Così anni fa ho scoperto ad esempio Clifford Simak, così oggi ho scoperto Daniel Francis Galouye.

5 commenti:

GiovanniMarchese ha detto...

Wow! Mi ricorda un po' i Morlock e gli Eloi di H.G. Wells.

La firma cangiante ha detto...

Sembra interessante. Che mi dici invece di Cosmolinea B-1 di Frederic Brown uscito per Millemondi? Conosci? Non so, mi intrigava...

LUIGI BICCO ha detto...

@ Giovanni:
Ci crederesti? Non ho mai letto La Macchina del Tempo di Wells. Un valido motivo per recuperarlo.

@ Dario:
Ho accennato brevemente a Brown e a Cosmolinea nel post precedente. Di suo non ho letto granché, ma vista la mezza delusione della tua ultima lettura, ti consiglierei qualcosa di più solido di una raccolta di racconti brevi (qui comunque trovi i commenti alla notizia della pubblicazione di quel volume).

In ogni caso, se tu dovessi mai decidere di cimentarti nell'acquisto, sappi che è la prima parte di tutti i racconti di Brown (tra qualche mese dovrebbe poi uscire Cosmolinea B-2).

Il Corriere della Fantascienza ne parla così:

In questa edizione ritroviamo 29 dei 34 racconti presenti nella prima, i cinque mancanti saranno presenti nel secondo volume per motivi di equilibrio tra le due parti. Un gradito ritorno, consigliato a tutti, anche a chi non è particolarmente appassionato alle storie brevi: questa antologia potrebbe farvi cambiar parere. Purtroppo avrà vita breve in edicola, per cui non aspettate troppo se siete interessati.

Gripa ha detto...

Rocce, fango e buio.
Pipistrelli giganti.
Demoni gemelli.

Nelle tue acute e appassionate
recensioni si riesce ad intravedere
quanto possa offrire alla nostra immaginazione
la lettura di un romanzo di fantascienza.

...ancora un paio di post sul tema,
e potrei rischiare di provarci.

Ciao Luigi.

LUIGI BICCO ha detto...

Caro Alessandro, se la metti così cercherò di leggere buoni classici della fantascienza più appagante e appassionante, e tracciarti di cuore le migliori e più sentite recensioni ;)

Un abbraccio.

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