Il libro è parecchio divertente. E' irriverente? Si, direi proprio di si. A pagina 1 mi sono chiesto come abbia fatto A Volte Ritorno di John Niven a passare la frontiera italiana (pubblicato da Einaudi, per di più). In fondo possiamo girarci intorno quanto volete, ma noi siamo sempre quel popolo lì, quello che ha tardato l'uscita del film Brian di Nazareth dei Monty Python di ben 12 (12!!!) anni.
E beninteso, se a qualcuno di voi è sembrato che in quel film si scherzasse troppo con religione, santi e divinità, sarebbe meglio che da questo libro se ne tenesse il più lontano possibile.
Se siete cattolici praticanti anche solo leggermente bigotti, questo libro non fa assolutamente per voi. Rischiereste di scendere a compromessi con il vostro Credo e chiedere che John Niven venga arso vivo in pubblica piazza. Il problema non è se siete "cattolici praticanti", naturalmente. Il problema è quel "leggermente bigotti".
Eppure, anche se lo scrittore scozzese (nella foto qui sotto) inizialmente può apparire cinico e cattivo in modo gratuito, in realtà sobilla e stimola più di una riflessione, mettendo nero su bianco ciò che più di una persona pensa e, in alcuni casi, non dice. Io non sapevo nemmeno chi fosse, John Niven. Poi ho
scoperto che questo è in realtà il suo terzo romanzo. E il primo, Kill
Your Friends, nel Regno Unito è considerato il miglior romanzo inglese
dopo il Trainspotting di Irvine Welsh.
Cattivo, cattivo Niven. Cattivo. Non si fa, quello che hai fatto.
Comunque. Questo romanzo è un buon romanzo, scritto bene, anche se a volte si cade in qualche situazione retorica. In generale, come dicevo all'inzio, è un libro divertente con un inizio ed una parte centrale che si tengono in piedi da sole, ben pompate dalla dialettica, e una parte finale che stenta un po' di più, dileguandosi in parossismi un po' fuori controllo. Una parte davvero valida del testo, e non lo direste mai visto che il libro parla di altro, è composta da un citazionismo musicale sfrenato ma parecchio colto, dovuto al background di Niven che per dieci anni ha lavorato per diverse etichette musicali. Non vi starò a dire altro, perché se volete passare qualche ora spensierata, vi conviene leggerlo. Qui sotto vi riporto solo una sinossi un po' più estesa, così vi fate un'idea.
Dopo una settimana di vacanza che sarebbero cinque secoli di tempo terrestre, Dio torna in ufficio, ancora col cappello di paglia e la camicia a quadri. Era andato in vacanza, a pescare, in pieno Rinascimento, quando i terrestri scoprivano un continente alla settimana, e sembrava andasse tutto a gonfie vele. Al suo ritorno però, il quadro che gli fanno i suoi ha del catastrofico: il pianeta ridotto a un immondezzaio, genocidi come se piovesse, preti che molestano i bambini... Dio non è solo ultradepresso. Anche molto incazzato. L'unica soluzione, pensa, è rispedire sulla Terra quello strafatto di suo figlio. - Sei sicuro sia una buona idea? - gli chiede Gesú. - Non ti ricordi cosa è successo l'altra volta? - Ma Dio è irremovibile. La situazione è disperata, e il padreterno decide di prendere due piccioni con una fava: responsabilizzare questo figliolo un po’ sbandato mandandolo in missione, per la seconda volta, sulla Terra (anche se la prima non è andata troppo bene…), e provare a diffondere finalmente il suo messaggio, quello vero, che Mosè aveva trovato un po’ vago e che quindi lui stesso aveva deciso di articolare, armato di scalpello, in dieci punti che a Dio erano sembrati francamente una boiata. Perché Dio di comandamento ne aveva uno solo, semplicissimo, che poi era più che altro una raccomandazione: FATE I BRAVI!
Cosí Gesú Cristo piomba a New York, tra sballoni e drop out di ogni tipo. E cerca, come può, di dare una mano agli sfigati della terra. Il ragazzo non sa fare niente, eccetto suonare la chitarra. E riesce a finire in un programma di talenti alla tv. Un gran bel modo per fare arrivare il suo messaggio a un sacco di gente. Ma, come già in passato, anche oggi chi sta dalla parte dei marginali non è propriamente ben visto dalle autorità.
P.S.: La parte dove Dio prende a calci in culo Mosè per aver cambiato le leggi o dove Dio e Gesù scendono all'inferno per parlare con Satana, mi hanno fatto davvero tanto, tanto ridere.
7 commenti:
Questo mi sa che lo aggiungerò alla lista dei desideri! :)
p.s. certo che il titolo originale però... La seconda venuta!
@ Giovanni:
"The Second Coming", si. In italiano "Il Secondo Avvento" avrebbe funzionato meglio. Ma credo che non sia stato possibile per via dello stesso titolo di un libro di Andrew Masterson della Marsilio e di una raccolta di poesie di Yeats. Credo.
L'idea è carina, e qualsiasi cristiano dotato di un pizzico di sense of humor non dovrebbe – io credo – esserne disturbato.
Detto ciò, le religioni sono sempre un argomento delicato, e chi ne vuole incentrare un romanzo umoristico deve saper trattare l'argomento senza necessariamente dissacrarle: penso che questo valga per qualsiasi credo. ;)
Ne ho sentito parlar bene da diverse persone e ho beccato anche gente che sghignazzava sulla metro leggendolo (magari eri tu e io non lo sapevo :)
Devo metterlo in wishlist.
@ Luca:
Diciamo che io mi meraviglio che nessuno l'abbia ancora preso a sassate :D
Lui dissacra eccome. Ma agli occhi degli estremisti religiosi. Tanto per dire, in una delle primissime pagine scrive: "Dio ama i froci e i negri" mettendo immediatamente alla berlina tutti quelli che predicano bene e razzolano male. Ma è anch più di così. Nonostante le risate, qualche riflessione davvero seria può nascere.
@ Dario:
Non prendo la metro. E quando la prendevo coprivo solo il tragitto dalla Tesoriera a Fermi. E in quel periodo la prendevo alle sette di sera che si stava tutti stipati (quasi) come le sardine. E di leggere non se ne parlava proprio. Quel fessacchiotto che hai visto sghignazzare non ero io. Io sono una persona molto, molto seria.
:D
Facendo sempre Lingotto - Porta Susa posso confermarti che non eri tu :)
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