14.3.12

Strade rivoluzionarie che portano a niente


Raramente mi è capitato di vedere un film più pressapochista, facilone e a tratti inutile di questo. O meglio, mi è capitato. Ma con pellicole che non avevano comunque la presunzione di mascherarsi da cinema d'autore o impegnato. Sto parlando di Revolutionary Road di Sam Mendes.

Faccio una piccola premessa. Come al solito è facile che manchino a me degli strumenti, può darsi che io abbia capito e male interpretato il film in questione. Ma ho qualche dubbio in merito. E lo dico con il cuore spezzato in mano. Ieri sera mi sono fermato a vederlo perchè è un film di Sam Mendes, cazzo. Quello che a 33 anni ha girato American Beauty. Lo stesso che tre anni dopo, insieme a Richard Piers Rayner e Max Allan Collins, ha scritto e diretto Road to Perdition (Era Mio Padre). E tanto era bastato per farlo salire in cima alla classifica tra i miei cineasti preferiti, quasi a pari merito con il Paul Thomas Anderson di Boogie Nights e Magnolia. Quasi.


Invece questo Revolutionary Road, con Leonardo Di Caprio e Kate Winslet, l'ho trovato completamente anonimo e privo di ogni mordente. Non ci sono le basi per il dramma e la tragedia che viene messa in scena. La pellicola parte da niente e arriva a nulla, se non al canonico colpo di scena dovuto. Sai cosa accadrà con un'abbondante mezz'ora di anticipo sui tempi. E non parlo solo del finale. Parlo di tutti gli spunti narrativi, pochi, che via via prendono piede.

Il senso di tragedia continuo non è accompagnato da un adeguato background psicologico e i punti che più potevano essere sfruttati a tal proposito, vengono lasciati sul balcone a prendere freddo. In pratica una famiglia americana degli anni '50 viene distrutta da non si sa quali motivi. I coniugi Wheeler sono una coppia infelice del proprio lavoro (ma guarda, una cosa che non capita a nessuno, proprio) e sembra che tanto basti per mandare in frantumi qualsiasi legame con la realtà che li circonda.


Lei sogna di diventare un'attrice affermata, eppure smetterà presto di recitare o anche solo di parlarne. Lui che cercava di capire cosa volere dalla propria vita, finisce per fare lavoro d'ufficio e solo a metà film, misteriosamente, si capisce che lavora nel settore automobilistico. Hanno due figli che spariscono alla bisogna. In pratica compaiono solo un paio di volte e per pochi minuti. L'ambientazione anni '50 è pressoché inutile (messa lì per rispettare il romanzo originale di Richard Yates scritto nel 1961). Lui tradisce lei con una segretaria sciacquetta, lei tradisce lui in una scena pietosa senza né un capo né una (fottuta) coda.
Sguardi strani del vicino ti fanno intuire che sotto ci sia dell'altro e invece non c'è niente. Solo che stai lì e pensi che 'sto vicino avrà un
tête-à-tête con la Winslet e così puntualmente accade. Sempre la Winslet sta lì a dire che ti amo e poco dopo che ti ho sempre odiato e detestato che pensi che allora il problema è di un altro tipo e invece niente, boh.
Ci sono due scene di sesso appena abbozzate, ma la seconda fa urlare dalla superficilità con la quale è stata trattata, che bisognerebbe spiegare a Mendes che non basta che un uomo e una donna (vestiti, tra l'altro) siano uno sopra l'altro per dare il via ad una penetrazione e ad un orgasmo nel giro di pochi secondi (cazzo, Sam, ma tu eri riuscito a tirare fuori dell'erotismo da Mena Suvari. Ma quelle scene chi le ha girate, tuo fratello?). Una serie di luoghi comuni sfiancanti. Tutto è buttato lì a caso con sciattezza sufficiente a farti imbestialire, tutto è raffazzonato e cucito sui due attori protagonisti.



Che in effetti, se lì non ci fossero stati Di Caprio e la Winslet, questo film avrebbe probabilmente affossato la carriera del buon Mendes. Che Di Caprio è bravo, ma comunque sotto i suoi soliti standard e la Winslet pure, solo che quest'aria perenne da donna sull'orlo di una crisi di nervi (in puro stile Julianne Moore) cominci a non perdonargliela più. L'attore Michael Shannon (nella foto sopra) è l'unico a girare una bella parte che dura in tutto cinque minuti. E infatti il primo riconoscimento che è stato dato a questo film fu una nomination a miglior attore non protagonista proprio per lui. Le altre due nomination sono per la miglior scenografia e migliori costumi. E il fatto che siano rimaste, appunto, solo delle nomination, la dice lunga su tutto il resto.

Io vorrei solo chiedere a Sam Mendes com'è potuto accadere che un regista cominci la sua carriera con questo:


E finisca a girare un film mediocre e senza ciccia come questo. Vorrei tanto capirlo davvero. O sono diventato un saccentello io o la gente si accontenta di niente. Fatto sta che non ho più voglia di perdere nemmeno cinque minuti per vedere film senza trippa, cotica e fagioli.

Che a questo punto mi tocca leggere il libro di Yates del quale ho sempre sentito parlare un gran bene. Ma se a voi questo film è piaciuto, ditelo tranquillamente. Magari illuminandomi sugli eventuali punti di forza che, ahimé, personalmente non ho trovato da nessuna parte.

7 commenti:

Patrizia Mandanici ha detto...

Sai che ieri mi è capitato di vederne 10 minuti (a film già iniziato) e non mi è venuta voglia per niente di continuare a guardarlo; credo anzi di capire la tua critica.

Chemako ha detto...

Ho un giudizio del tutto opposto al tuo: il film mi piacque così tanto, quando lo vidi al cinema, che corsi subito a leggere il libro. E lo trovai fantastico (come ho scritto qui: http://chemako-comics.blogspot.com/2011/01/il-disperato-vuoto-della-vita-borghese.html). Il film lo rispecchia molto, e i due attori, soprattutto lei, interpretano bene i ruoli dei protagonisti del romanzo.
De gustibus....

LUIGI BICCO ha detto...

@ Patrizia:
L'inizio è in effetti proprio un po' fiacchetto. E tutto il resto del film non si discosta da quella prima impressione.

@ Alessandro:
Leggendo il tuo post si è rafforzata la voglia di prendere il libro di Yates. Il dialogo di Michael Shannon nel film e quello del personaggio del libro sono pressoché identici. Presumo che Yates, da buon prosecutore della prosa Fitzgeraldiana, si sia preso tutto il tempo, nel libro, di approfondire certi aspetti che nel film non saltano fuori. Lo leggerò.

Anonimo ha detto...

A me non è piaciuto per niente American Beauty, sopravvalutato a mio parere. Revolutionary Road non è male e si salva solo per la bravura di Kate e Leo.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Anonimo:
Questione di gusti, per carità. Però non ho capito se Revolutionary Road ti è piaciuto o se, come me, credi che si sia salvato solo per i due attori. Quale delle due?

MacMomo ha detto...

Guarda, quando ho letto questo articolo mi sembrava di leggere i miei pensieri dell'altra sera, quando mi è capitato di vederne una parte. :D
Ho cominciato a guardarlo che il film era già iniziato, e subito mi è sembrato "brutto e noioso", ma ho pensato che fosse proprio perché mi ero perso i primi minuti e forse dovevo ancora ingranare la storia.
Allora ho continuato a guardalo, ma sinceramente più andava avanti e più mi annoiava.
La storia, per quanto lo spunto potesse essere interessante, era ad ogni scena scontata e prevedibile, tanto che alla fine non ne potevo più. Mi sembrava che non si arrivava da nessuna parte, così alla prima pubblicità disponibile ho spento e me ne sono andato a letto.
Ma quello che in effetti mi ha fatto più ridere dell'articolo e del film sono proprio le scene di sesso.
Sinceramente ci sono rimasto male. O_o
Una decina di secondi senza neanche sbottonarsi i pantaloni e via, tutto finito. Addirittura nella scena in auto lui si gira diretto, accende il motore e parte, così come se niente fosse (ma d'altronde non si era neanche slacciato i pantaloni... :P ).
Sembrava una scena girata da un bambino di 8 anni che ancora non sa come funzionano le cose.

LUIGI BICCO ha detto...

@ MacMomo:
Sono contento che più persone abbiano notato certe cose. Non mi sarebbe piaciuto sapere di essere diventato troppo "sofisticato".
E le scene di sesso sono davvero buffe. Non riesco a concepire nemmeno come si possa essere arrivato ad un risultato del genere. Per non parlare della frase finale nel gelo più totale "lo sapevo di averti sempre amata". Se fosse un omaggio ai Blues Brothers, lo apprezzerei. Ma non credo :)

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