16.2.12

Un Sedicesimo

Un sedicesimo, della sempre attenta ed elegante casa editrice Corraini, è un esperimento di un certo tipo, arrivato ormai alla sua venticinquesima uscita. A guardarlo così può essere interpretato come estetismo fine a sé stesso. Ma dipende da quale autore è coinvolto. Per spiegarmi meglio, non posso che citare proprio le parole di chi è dietro al progetto. Ecco:
Un Sedicesimo è una misura tipografica: una rilegatura di sedici pagine, ma è anche una rivista! Una rivista di diciassette centimetri di larghezza e ventiquattro di altezza. Ma non è una rivista normale, tanto per cominciare non ha una redazione, non ha un tema e neanche una gabbia grafica. Ogni numero della rivista verrà affidato ad un autore diverso che avrà il compito di creare un progetto lungo sedici pagine. Un Sedicesimo sarà quindi una rivista sempre diversa, dalla testata al colophon. Diventerà una sorta di galleria su carta che ogni due mesi propone una mostra differente. Un Sedicesimo vuole scombinare le carte in tavola, mettere in piazza dei progetti, con leggerezza e ironia, ma progetti.
Detto questo, il sito ufficiale potete spulciarlo da soli. Io volevo solo passare in rassegna gli autori che mi hanno colpito di più.

Un Sedicesimo #04 di Federico Maggioni



Un Sedicesimo #06 di Steven Heller e Louise Fili



Un Sedicesimo #08 di Frank Chimero



Un Sedicesimo #15 di Wilhelm Staehle



Un Sedicesimo #16 di Anthony Peters



Un Sedicesimo #21 di Gianluigi Toccafondo



Un Sedicesimo #25a di Nathalie Du Pasquier



Tra questi, particolare attenzione meritano Louise Fili, illustre type e book designer di New York, Frank Chimero, valente illustratore minimalista americano e Wilhelm Staehle, illustratore e narratore amante delle silhouette. Puntualmente già citati in passato tra le pagine di questo blog ;)

2 commenti:

Gabriele Russo ha detto...

Interessante progetto.
In pratica l'unico limite è il formato che nello stesso tempo assume le vesti di un "vaso di Pandora" stracolmo di creatività.

LUIGI BICCO ha detto...

Esatto. Anarchia creativa allo stato puro. Può davvero esserci qualcosa di più affascinante? :)

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