22.2.12

I grandi capolavori jazz in vinile

Di come ho cominciato questa collezione della De Agostini, vi ho già parlato qui. Fatto sta che da settembre ad oggi, non proprio ogni due settimane come annunciato inizialmente dal colosso spagnolo, con qualche giorno di ritardo qui e lì, si è arrivati comunque alla dodicesima uscita. A quanto sembra, per bocca del mio edicolante di fiducia, più persone del previsto si sono affezionate a questa raccolta anastatica e, almeno per ora, non sembra esserci il rischio che termini tutto prima delle trenta uscite previste.

Dall'annuncio delle prime tre uscite che prevedevano, lo ricordo, alcuni classici intramontabili come Kind of Blue di Miles Davis, Blue Train di John Coltrane e Standards, Vol. 1 di Keith Jarrett con Gary Peacock e Jack DeJohnette, sono passati in edicola pezzi di storia non meno importanti. Per i cultori del genere, gli appassionati, ma anche i semplici curiosi, riporto di seguito le uscite successive alla terza. Inoltre, grazie al lettore di GrooveShark sempre più indispensabile, sotto ogni cover potete ascoltare uno dei brani più rappresentativi del disco in questione. O, più probabilmente, si tratta di quelli che piaccioni di più a me.


I'm a fool to want you by Billie Holiday on Grooveshark



Autumn Leaves by Cannonball Adderley on Grooveshark



Now's The Time by Charlie Parker on Grooveshark



Blue Rondo a la Turk by The Dave Brubeck Quartet on Grooveshark



Cheek to Cheek by Ella Fitgerald, Louis Armstrong on Grooveshark



My Romance (take 1) by Bill Evans Trio on Grooveshark



It Could Happen To You by Chet Baker on Grooveshark



You Don't Know What Love Is by Sonny Rollins on Grooveshark

A proposito. Io il giradischi non l'ho ancora preso. Ma sono vicino all'agognato acquisto. Parlando con diversi audiofili incalliti, ho capito che la soluzione migliore è anche quella, fortunatamente per me, più economica. Mi si assicura che puoi sbattere la testa quanto vuoi, ma che qualsiasi giradischi moderno al di sotto dei 500 euro non arriverà mai, in quanto a meccanica e pulizia del suono, ad un Pioneer PL12 di venti anni fa o ad un Thorens qualsiasi dello stesso periodo. Il primo lo si trova usato a pacchi ad un'ottantina di euro.

Se poi vicino ci piazzate un Vacuum Miniwatt S1 (nell'immagine qui sotto), il gioco è fatto. Sto parlando di un amplificatore valvolare da 2,5 watt per canale in vendita al prezzo di 229 dollari (159 euro) che è paragonato ad amplificatori di fascia economica ben più alta (Prodotto dell'Anno, in America, secondo ToneAudio). E che non trovate in commercio perchè per i puristi del suono è troppo economico. La stupidità umana, come al solito, non ha confini. La mia, invece, li ha eccome.

7 commenti:

Pino Rinaldi ha detto...

Noto con piacere che abbiamo molti gusti in comune...Sicuro la Musica, almeno questa con "M" maiuscola.

Giulio ha detto...

Che meraviglia :)
Alla fine su quale amplificatore ti butterai?

CyberLuke ha detto...

2,5 Watt per canale significa che ha bisogno di un preampli per smuovere un minimo delle casse?
O mi sono perso qualcosa?

LUIGI BICCO ha detto...

@ Pino:
E fa sempre piacere conoscere altri cultori del genere. QUESTO genere è uno dei pochi che mi smuove davvero :)

@ Giulio:
Se tutto va bene, credo che mi butterò proprio sul Miniwatt S1. Se tutto va bene, ripeto.

@ Luca:
Questo è un bel quesito che mi lascia rodere nel dubbio. Devo assolutamente informarmi al più presto. Anche se mi è parso di capire che in realtà gli amplificatori valvolari di un certo tipo possono andare dai 2 ai 5 watt per canale. Qui si parla di come l'S1 sia ideale proprio per ascoltare il jazz in casa. E ci sono anche un paio di video che sembrano testimoniare la cosa. Ma ripeto... adesso mi hai messo la pulce nell'orecchio e voglio controllare meglio.

CyberLuke ha detto...

Di jazz io ne capisco poco e niente.
Ho un paio di brani sull'iPod, che poi sono anche due dei miei pezzi in assoluto che più mi piacciono, Take Five e Summertime, e finita lì.
Ma le copertine dei dischi jazz mi hanno sempre intrigato.
Chissà, magari in un'altra vita.

Gabriele Russo ha detto...

Io ho ancora una coppia di technics 1210 a trazione diretta (10 anni come dj) con testine Ortofon "Concorde" a becco montate. Nel tuo caso non servono, ovvio, a meno che tu non voglia mixare musica Jazz.. :)
Se acquisti un Pioneer PL12 d'occasione assicurati che le puntine di ricambio siano ancora in produzione anche se credo che aziende come la Stanton (o la Pioneer stessa) un supporto per la sostituzione dei componenti lo fornisca.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Luca:
He! Ti piacciono giusto due dei pezzi che hanno fatto storia. Ma perchè aspettare un'altra vita? Take Five è compresa proprio nell'album Time Out di Dave Brubeck presente nel post. Potresti procurarti l'intero album. Sono sette brani.

@ Gabriele:
Mixare musica Jazz? Ecco, potrebbe essere un'idea per il futuro. Tutto pur di uscire dal tunnel della pubblicità :)
Per le puntine mi hanno detto che di quel tipo ce ne sono ancora, in commercio. E anche di diverse case. Quindi potrei andare tranquillo.

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