Una volta ci si preoccupava che i videogame distogliessero le attenzioni dei giovani sottraendoli al fumetto o, più in generale, alla lettura. Oggi le cose sono cambiate ancora una volta e in giro ci si preoccupa che possano scardinare addirittura la supremazia economica del mondo delle produzioni hollywoodiane.
Hollywood, si. Dopo aver attinto a piene mani dal mondo videoludico (non si contano più gli adattamenti cinematografici ispirati ai grandi e piccoli videogiochi), lo star system si preoccupa ora che i videogames di ultima generazione incassino cifre anche superiori di quelle incassate dai blockbuster nelle sale.
Hollywood, si. Dopo aver attinto a piene mani dal mondo videoludico (non si contano più gli adattamenti cinematografici ispirati ai grandi e piccoli videogiochi), lo star system si preoccupa ora che i videogames di ultima generazione incassino cifre anche superiori di quelle incassate dai blockbuster nelle sale.
Secondo un recente articolo di Repubblica, infatti:
il re dell'intrattenimento non vive a Hollywood né in Nuova Zelanda, ma a Encino, paesotto a sud di Los Angeles. E' qui che ha sede la Infinity Wards, software house che ha appena lanciato il suo ultimo videogame di guerra intitolato Call of Duty: Modern Warfare 3. E che da oggi può guardare dall'alto i vari George Lucas, James Cameron e Peter Jackson.
Parliamo di questo, apparentemente noioso, sparattutto:
L'articolo in questione ci spiega poi, attraverso i numeri, quali siano in effetti le implicazioni e la loro portata nelle differenze tra i due mondi dell'intrattenimento:
In 24 ore Modern Warfare 3 ha venduto solo fra Stati Uniti e Inghilterra [...] oltre 6,5 milioni di copie per un giro d'affari stimato di circa 400 milioni di dollari. Cifra impressionate. Non foss'altro perché un blockbuster come Avatar nel suo primo weekend ha portato a casa "appena" 77 milioni negli Stati Uniti e 242 in tutto il mondo. Ma è costato tre volte di più. In secondo luogo perché la serie di Call of Duty a questo punto stabilisce un altro record.
"Al di fuori di Call of Duty", ha dichiarato Bobby Kotick, amministratore delegato di Activision Blizzard, l'editore, "non c'è mai stato nessun altro franchise nel mondo dell'entertainment che abbia raggiunto risultati del genere. Le vendite ad oggi dell'intera serie superano il box office cinematografico mondiale di Guerre stellari e di Il Signore degli Anelli, due tra le saghe di maggiore successo di tutti i tempi sul grande schermo".
La questione, mi è parso di capire, è che si producono meno videogiochi che film, ma i primi costano meno come produzione e di più come prodotto finito in scaffale rispetto ad un biglietto del cinema, garantendo però più ore di intrattenimento. Anche se è vero che la produzione costa meno solo in parte. In alcuni casi, infatti, si è sfiorato un budget a otto zeri (ma sempre meno di un qualsiasi blockbuster). L'esempio più citato è quello di Assassins Creed, titolo al quale hanno lavorato più di 500 persone per un costo finale di poco inferiore ai 100 milioni di dollari.
La stessa EA Sports (casa produttrice del celebre Fifa) sembra intenzionata a ridurre della metà i titoli in uscita entro l'anno prossimo (67 nel 2011, 30 previsti per il 2012), per concentrarsi su quelli considerati più appetibili al mercato. Nella fattispecie, gli sparatutto di impianto bellico.
Non sono un gran videogiocatore. Mi limito a qualche partita di NBA Live 2008 e sto pensando addirittura di prendere il nuovo NBA 2K12. In passato le mie incursioni videoludiche si limitavano ad una PS2 e al PC e i titoli che ricordo con più nostalgia sono Return to Castle Wolfenstein, il primo Mafia e Half-Life 2 con un po' di ore all'attivo passate a godere soprattutto delle atmosfere proposte. Ancora oggi, secondo il mio modesto parere, inarrivabili in quanto a intensità.
In ogni caso, a me quelle sopra sembrano cifre da capogiro e mi chiedo quali possano essere le implicazioni per il prossimo futuro. Perchè quando i soldi si spostando da una parte all'altra, le implicazioni ci sono sempre.
Mah.
La stessa EA Sports (casa produttrice del celebre Fifa) sembra intenzionata a ridurre della metà i titoli in uscita entro l'anno prossimo (67 nel 2011, 30 previsti per il 2012), per concentrarsi su quelli considerati più appetibili al mercato. Nella fattispecie, gli sparatutto di impianto bellico.
Non sono un gran videogiocatore. Mi limito a qualche partita di NBA Live 2008 e sto pensando addirittura di prendere il nuovo NBA 2K12. In passato le mie incursioni videoludiche si limitavano ad una PS2 e al PC e i titoli che ricordo con più nostalgia sono Return to Castle Wolfenstein, il primo Mafia e Half-Life 2 con un po' di ore all'attivo passate a godere soprattutto delle atmosfere proposte. Ancora oggi, secondo il mio modesto parere, inarrivabili in quanto a intensità.
Ecco una delle sequenze più affascinanti di Half-Life 2.
Ed ecco i rumori che voglio presto sentire a tutto volume. Sappilo, Ari :)
In ogni caso, a me quelle sopra sembrano cifre da capogiro e mi chiedo quali possano essere le implicazioni per il prossimo futuro. Perchè quando i soldi si spostando da una parte all'altra, le implicazioni ci sono sempre.
Mah.
2 commenti:
Fino agli anni ottanta, ero un'autorità in fatto di videogiochi: PacMan, Ms pacMan, SuperPacMan, BurgerTime, LeBagnard, Xevious, Bubble, Bobble, galaga, Gyruss, Qix, Q*Bert... ci ho speso i milioni, a botte di 200 lire.
Oggi, tutto quello che so dei videogiochi è attarverso i cosplayer che ne interpretano i protagonisti... ;)
Cosa mi hai fatto tornare in mente! BurgerTime e QBert! Quanto mi piacevano :)
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