20.7.11

Picnic sul ciglio della strada

Questo era un altro di quei libri che mi spiavano di notte dallo scaffale accanto al letto da anni. L'avevo comprato, non mi ricordo più nemmeno quando, e l'avevo riposto sulla pila di quelli da leggere. Quel torrione fatto di tomi dalle dimensioni e dalle fogge più disparate, dove ognuno attende con trepidazione la propria ora, ormai spaventosamente alto e famelico che mi guarda di sbieco con gli occhi di brace.

Picnic sul ciglio della strada (Pikník na obóčine) è un romanzo di fantascienza scritto dai fratelli russi Arkadi e Boris Strugatzki nel 1972. La storia prende piede a Marmont, una cittadina industriale come tante, che ospita una delle sei Zone diffuse per il mondo. Viene definita Zona un luogo dove, trent'anni prima, si è registrato l'abbandono, da parte di una civiltà aliena, di misteriosi manufatti dalle funzioni praticamente ancora sconosciute. La Zona diviene quindi off limit per chiunque, perche in seguito a strani accadimenti, qualche sventurato ci ha lasciato la pelle.

Ma adesso ci sono gli Stalker. Gli Stalker sono uomini spregiudicati che si avventurano all'interno della Zona per prelevare quei manufatti per conto dell'Istituto Internazionale delle Culture Extraterrestri (che ne vuole studiare la tecnologia per appropriarsene). Oppure per rivenderli sotto banco a terzi, disposti a pagare a peso d'oro certi particolari pezzi. Redrich Shouart, detto "Roscio", è uno degli stalker più in gamba rimasti a Marmont. E lui è proprio uno di quelli che hanno traffici sia leciti sia illeciti. E il romanzo segue le sue vicissitudini, in tre diverse fasi della sua vita. Dai suoi inizi a 22 anni, fino alla risoluzione finale dove ne ha 30 passati.

Se chiedete della Zona al Roscio, il Roscio vi dirà: Con la Zona è sempre così: torni con la merce, miracolo; torni vivo, un successo; una pallottola dalla pattuglia, fortuna; e tutto il resto, destino...

E' una vita grama, insomma, ma qualcuno deve pur viverla. E Redrich non riesce ad immaginare un altro modo. Insomma, dentro e fuori dal carcere, tutto sembra prassi comune per lui. Ma le cose cominciano a cambiare quando si diffonde la strana leggenda metropolitana di una sfera d'oro, nascosta da qualche parte all'interno della Zona, che è in grado di esaudire i desideri di chi la possiede.

Non aspettatevi hard science fiction, alieni, astronavi o tecnologie bizzarre. Perchè in questo romanzo non ve n'è traccia. Qui si parla delle paure dell'uomo e dei suoi possibili o ipotetici comportamenti di fronte all'ignoto. Un ignoto spesso molto più "terrestre" di quanto si possa voler far credere nel libro. Devo ancora rimuginarci a freddo, ma credo che la ricerca di sé stessi, sia parte preponderante della storia in questione.

E nell'inevitabile finale, le parole di Redrich Shouart sulle tracce della sfera d'oro, sembrano proferire l'ineluttabilità di una vita felice ricercata da chiunque: Felicità per tutti, gratis, e che nessuno debba andarsene via inascoltato!
Il libro, infine, scorre via veloce anche nei punti meno carichi di eventi. E se non rientra nei classici della fantascienza è solo perchè, credo, non è forse immediato nei temi di confronto. E, sono sicuro, le migliori riflessioni arriveranno poi, a mente fredda.

Ora.

Se la parola Stalker vi ha acceso qualche lucina in testa, non posso darvi torto. Da questo romanzo, infatti, Andrej Tarkovskij ha tratto il film omonimo del 1979. Una delle pellicole più complesse e distopiche del regista russo che, come le altre, restituisce la personale interpretazione che Tarkovskij stesso ha tirato fuori dallo scritto originale. Anche se la sua sceneggiatura è stata riscritta a sei mani, proprio insieme ai fratelli Strugatzki. I personaggi del film sono principalmente uno scrittore, uno scienziato e uno stalker. Il bianco e nero (dopo una partenza a colori desaturati) è magistrale. Il film è lento, le pause sono lunghe e riflessive (se non vi piacciono i tempi alla David Lynch, statene lontani) e faranno il piacere di chi apprezza soprattutto l'estro estetico del fare cinema.

C'è di buono che il regista russo rispetto al libro, dove si parla della vita degli stalker, incentra la vicenda del film invece sulla ricerca della sfera d'oro come oggetto di potere infinito in grado di cambiare, finalmente, la vita di chi vi metterà per primo le mani sopra.
E forse è giunto il momento di rivederlo.

3 commenti:

Patrizia Mandanici ha detto...

Il libro sembra interessante (e molto bella l'illustrazione, capisco che ti abbia colpito).
Stalker lo vidi tanto tanto tempo fa e mi rimasero impresse alcune immagini, nel profondo; di tutto il resto del film però non ricordo nulla. Su Youtube c'è un sito dove si può vedere il film completo (vorrei trovare il tempo di vedere due ore di sequenze lente, non ci sono più abituata).

Babyl ha detto...

Capolavori assoluti, anche se molto diversi, romanzo e film.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Patrizia:
Eh, si. Il tempo lo devo ritrovare anch'io, pechè dopo tanti anni una visione nuova è dovuta:

@ Babyl:
Chissà perchè avevo paura di dire questa cosa che libro e film sono radicalmente diversi. Due gioielli in ogni caso, si.

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