18.7.11

Il Cosby Show, Davis, Ellington e Coltrane


Alla fine di un vecchio episodio intitolato The Younger Woman, stagione 1 episodio 21 del Cosby Show meglio noto da noi come la saga familiare de I Robinson, Cliff metteva sul piatto un disco in vinile e imbastiva il solito teatrino pantomimato che chiudeva la puntata.

Ora.

In quell'episodio si parlava soprattutto del grande Miles Davis. E non è un caso, visto che nella serie il grande Miles rappresenta l'amore musicale per antonomasia dello stesso Cliff.

Ora. Di nuovo.

Da quando ho visto l'episodio in questione, qualche mese fa, sono partito alla ricerca del brano di chiusura (quello del disco, appunto). Era come ricevere una mazzata in faccia. Io quel pezzo lo conoscevo, ed ero quasi sicuro che non si trattasse di Miles Davis. In testa avevo un solo nome: John Coltrane. Il grande, sommo, inarrivabile Coltrane. E quel brano suonava abbastanza noto alle mie orecchie ed ero sicuro che sarei riuscito a trovarlo in poco tempo. Ha! Bastava spulciare i dischi del Coltrane e il gioco era fatto.

Comincio con A Love Supreme, ma niente da fare.

John Coltrane at Birdland 1962? Niente.

Il grande Blue Train? No.

L'immenso My Favourite Things? None.

Allora forse più in là con gli anni, in Lush Life? Nisba.

Allora prendo uno dei migliori Best of e provo con quello. Little Old Lady, Village Blues, My Shining Hour, Like Sonny, Some Other Blues. Le ascolto tutte da capo che non si sa mai. Ma nulla, LEI non c'è.

E il Best of con Miles Davis?

E l'album con Kenny Burrell? Magari è quello.

E il disco con quell'altro mostro sacro di Thelonious Monk? E poi ho cercato in un'altra decina di dischi. Ma niente. Non l'ho trovato in nessuno di questi. Che non sono tutti quelli di Coltrane, per carità, ma sicuramente tra i suoi più importanti. Eppure sapevo che quel brano era tra i più celebri. Una rapida ricerca su youtube non aveva dato frutti (titolo e numero dell'episodio, ben inteso, allora non li conoscevo ancora, altrimenti sarebbe stato tutto più facile).

Mi rassegnai sicuro che, prima o poi, da qualche parte, sarebbe rispuntato fuori per magia. Ma inutile negare che, per quanto fossi convinto che non si trattasse di Miles Davis, io abbia spulciato anche tutti i dischi in mio possesso del trombettista numero uno al mondo, ottenendo come risultato un nulla di fatto clamoroso (ma vi evito la sfilza di cover del buon Miles).

Poi, l'altro giorno, ero in giro per la rete a cercare non so cosa su un romanzo che stavo leggendo, e finisco magicamente su Jazz nel Pomeriggio, un blog di Marco Bertoli che, guarda un po', riporta un brano jazz per ogni post (ascoltabili tramite interfaccia DivShare) con relativi cenni storici. Bellissimo. Ed è subito evidente che Marco è profondo e certosino conoscitore del genere.

Dopo una rapida occhiata, buttando l'occhio dove potevo, ricomincio dall'alto e torno al primo post. E leggo:

In a Sentimental Mood (Dave Liebman)
In a Sentimental Mood (Ellington-Mills), da «Omerta», Storyville 4154. Dave Liebman, sax tenore. Registrato il 9 giugno 1978. Eccallà. Si accende una lampadina.

Gli occhi leggono Ellington - Mills, ma la testa dice Ellington - Coltrane. In a Sentimental Mood. Il titolo scatena una pletora di gusti e sapori. E' lei. Lo so prima di dare il play al brano. Dopo mi riempio le orecchie di quelle note, anche se non è la versione che cerco io. Non c'è niente da fare. Quella che cerco io è di Ellington e Coltrane. Vado dritto dritto su youtube e riesco a trovarlo immediatamente. Ecco il risultato:



Dio, l'ho trovata. Che bello. Sono contento. L'album è questo. Non chiedetemi perchè non era tra i miei, perchè non saprei rispondervi. Semplicemente mancava e basta.


E dopo sono riuscito anche a risalire al pezzo finale dell'episodio de I Robinson, grazie a Santo Youtube. Eccolo. Che ormai mi ci sono affezionato a questo episodio.



In gioventù (14 anni?) mi era capitata una cosa del genere solo un'altra volta. Con il brano che sapevo far parte del film Furio. Era un brano di Ryuichi Sakamoto, ma io cercavo la versione cantata da non sapevo chi, che avevo sentito per radio. Sono andato avanti per parecchio (allora internet non c'era, cazzo). Poi, placidamente, sui gradini di una vecchia sala giochi, Pasquale il distruttore mi disse:

"Ah, é o' Sylvian".
(leggi: "ah, é o silvién" con l'accento sulle "e").

Era David Sylvian e da allora e per molti anni, proprio grazie a Pasquale, mi sarei procurato tutti i suoi dischi e li avrei ascoltati fino allo svenimento.

Questa volta, anche se la scoperta è meno plateale, mi tocca con piacere ringraziare un'altra persona.
E grazie, Marco Bertoli, chiunque tu sia.

10 commenti:

GiovanniMarchese ha detto...

Wow! Bel trip.

Daniela ha detto...

Ho comprato quell'album tre settimane fa su play.com... e sono due settimane che lo ascolto tutti i giorni! :D

Jazz nel pomeriggio ha detto...

È bello riuscire utili ogni tanto!

Grazie, ciao, Marco

CyberLuke ha detto...

Passai la stessa avventura qualche anno fa, cercando la canzone che Frank Sinatra cantava nella sigla finale di un vecchissimo sceneggiato TV trasmesso dalla RAI.
Tra l'altro, lo sceneggiato (Coralba) non era neanche passato alla storia, quindi qualsiasi informazione era difficilissima da reperire.
Non sapevo il titolo, nè altro.
E anch'io, come te, iniziai a setacciare la (vastissima) discografia di Frank Sinatra... senza trovare niente.
Alla fine, la scovai trovando un 45 giri in vendita su eBay: scoprii il titolo e, non senza fatica, la trovai nascosta in un'oscura compilation.
Ma che faticaccia.
Meno male, che oggi c'è Shazam.

Giulio ha detto...

Ecco cosa mi piace di questo blog: si parla degli argomenti più disparati con un'atmosfera da salotto... collegarsi al blog è come vedersi con un amico, che un giorno ti mostra i suoi ultimi lavori, il giorno dopo ti parla di un bravissimo artista scoperto navigando nel web, il giorno dopo ancora ti racconta di come è riuscito a scoprire il titolo di quella canzone sentita per caso in un telefilm. Si crea un'atmosfera intima che è l'elemento essenziale di ogni buon blog.
Caro Luigi, forse non sei soddisfatto al 100% del tuo lavoro" reale", ma come blogger sei bravissimo. Ormai il tuo blog è diventato per me un appuntamento fisso nei miei pomeriggi lavorativi, per i momenti in cui voglio rilassarmi, leggere qualcosa di interessante, senza polemiche, senza stupida spocchia. Grazie.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Giovanni:
Confermo. E' stto un bel cercare, in ogni caso.

@ Dalailaps:
Adesso è da un po' che lo ascolto anch'io. Ma era evidente sin dall'inizio. Se nello stesso disco suonano due teste del genere, c'è poco da fare.

@ Marco:
Grazie a te, Marco. Come dicevo in altro loco, il tuo blog è stupendo. E non posso più farne a meno.

@ Luca:
Chissà poi perchè va sempre così. Ci perdi le speranze e quando meno te lo aspetti, ti ritrovi le cose in altri posti. E non hai idea di quanto abbia pensato a Shazam anch'io :)

@ Giulio:
GIULIO!!! Per le tue belle parole, ho preso fuoco. Ora sono in ospedale attorniato da professoroni che cercano di capire questo incredibile caso di autocombustione spontanea :)
Ma a parte gli scherzi, questa cosa mi fa davvero piacere. Ogni piccolo blogger, nel suo piccolo, ha bisogno di certe gratificazioni.
Ma tu? E' un anno che non posti. Eppure anche le tue argomentazioni erano molto interessanti.

Giulio ha detto...

Grazie :)
Mi dispiace tanto per il mio blog, l'ho cresciuto tanto bene per qualche mese e poi l'ho abbandonato. Troppo tempo, e poca convinzione da parte mia. A rivederlo oggi mi sembra acerbo e poco compiuto. Se lo riprendessi in mano, cosa che spesso fantastico di fare, sarebbe molto diverso... anche se non so ancora in che modo.
Ah, comunque "in a sentimental mood" è fissa nella mia playlist da due giorni :)

LUIGI BICCO ha detto...

Ci credo che è stata un'impresa. Molte sono interviste che, volente o nolente, portano via un bel po' di tempo. Soluzione stile QUESTO blog: potresti semplicemente allargare lo spazio destinato ai post (fisicamente, intendo) e inserire le cose più belle dei fotografi che si trovano in giro (e sono tanti) e anche le tue cose. Cosa c'è di meglio di un bel blog fotografico, appunto? E non dovresti nemmeno sprecare troppe risorse e troppo tempo. Poi, per carità, è un'idea. Non voglio certo fare la parte di quello ce sa :)
Ma pensaci. Perchè un blog è un'ottima valvola di sfogo.

In a Sentimental Mood, in effetti, è davvero uno dei più bei pezzi jazz di sempre.

Anonimo ha detto...

Grazie infinite per questo post, la stavo cercando anche io senza risultati e ora l'ho trovata!ed è magia...
Paola

LUIGI BICCO ha detto...

Ciao Paola. Piacere di esserti stato utile, allora. E buon ascolto. Credo che, alla fine, sia uno dei brani musicali più belli di sempre.

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