Ecco. Ieri ho preso il ventunesimo speciale di Nathan Never questa volta a colori in occasione dei venti anni filati passati in edicola.
Era il giugno del 1991 quando il primo albo finì tra le mani dei lettori. Anni in cui dal fumetto ci si aspettava ancora molto e soprattutto quando di "crisi del fumetto" ne parlava anche il porchettaro all'angolo. Quel primo episodio di Medda, Serra e Vigna e di un Castellini pre-febbre statunitense fu probabilmente l'albo più atteso, fino ad allora, dal sottoscritto. La fantascienza seriale, a parte alcuni casi sporadici e passati in sordina, era allora abbastanza una novità. E da buon appassionato non avrei certo saltato quel giro.
Nell'albo a colori ho ritrovato le colonne portanti della serie. A parte i tre sardi, hanno risposto all'appello anche Nicola Mari, Germano Bonazzi e Roberto De Angelis. Sfogliando rapidamente le pagine mi è sembrato di tornare indietro negli anni e di ritrovate il buon vecchio Nathan. Quel Nathan che era anche il Nathan di Romeo Toffanetti, di Dante Bastianoni, di Pino Rinaldi e degli Esposito Bros. Quel Nathan che era magro, asciutto, buio e nervoso e non tanto quello da passerella, tutto retinato e un po' tamarro di oggi.
Adesso ho due domande.
Una riguarda chi si occupa di colorare gli albi Bonelli.
Possibile che dopo aver vinto le battaglia per l'affermazione degli autori (negli anni '60 e '70 la maggior parte degli sceneggiatori e dei disegnatori nemmeno venivano citati), oggi siamo ancora lì a chiederci chi abbia colorato in fotosciòp quelle tavole? E soprattutto... si riesce a realizzare un lavoro migliore o bisogna davvero accontentarsi di una colorazione a tinte piatte da qui ai prossimi cinquant'anni?
Nell'albo a colori ho ritrovato le colonne portanti della serie. A parte i tre sardi, hanno risposto all'appello anche Nicola Mari, Germano Bonazzi e Roberto De Angelis. Sfogliando rapidamente le pagine mi è sembrato di tornare indietro negli anni e di ritrovate il buon vecchio Nathan. Quel Nathan che era anche il Nathan di Romeo Toffanetti, di Dante Bastianoni, di Pino Rinaldi e degli Esposito Bros. Quel Nathan che era magro, asciutto, buio e nervoso e non tanto quello da passerella, tutto retinato e un po' tamarro di oggi.
Adesso ho due domande.
Una riguarda chi si occupa di colorare gli albi Bonelli.
Possibile che dopo aver vinto le battaglia per l'affermazione degli autori (negli anni '60 e '70 la maggior parte degli sceneggiatori e dei disegnatori nemmeno venivano citati), oggi siamo ancora lì a chiederci chi abbia colorato in fotosciòp quelle tavole? E soprattutto... si riesce a realizzare un lavoro migliore o bisogna davvero accontentarsi di una colorazione a tinte piatte da qui ai prossimi cinquant'anni?
Eppure di coloristi più in gamba in giro ce ne sono e mi sembra di ricordare comunque discreti risultati in altro loco (vedi l'albo numero 100 dello stesso Nathan Never o alcuni Dylan Dog Color Fest).
O è una precisa scelta editoriale? Nel qual caso presumo quindi che la colorazione piatta sia dovuta a qualche omino di redazione o a chi per esso. Lo stesso che magari colora le copertine. Ma l'omino buffo (o "bufo" come vorrebbe il Buon Vecchio Zio Alfredo) ce l'avrà pure un nome.
Altra domanda.
Questa volta riguarda le scelte di redazione e il copertinista che risponde al nome specifico di Roberto De Angelis.
Apro parentesi: non ho nulla contro di lui, sia ben chiaro. Credo anzi che, a parte alcuni picchi più mediocri legati certamente alle tempistiche ristrette, Roberto sia un indiscusso Maestro. E molti anni fa ho avuto anche occasione di conoscerlo e apprezzarlo ancora di più come persona, e di collaborare insieme a lui ad una sciocchezzuola della quale prima o poi vi parlerò.
Detto questo, come direbbe il buon Maccio, mobbastaveramenteperò. Con 'sti piani americani e 'sti pistoloni, intendo. Che negli ultimi mesi stiamo davvero esagerando, come si vede anche dal collage qui sotto e che ritraggono alcuni albi dell'ultima annata Neveriana, tra serie regolare, speciali, almanacchi e quant'altro (e metteteci pure quella dello speciale in questione più sopra).
O è una precisa scelta editoriale? Nel qual caso presumo quindi che la colorazione piatta sia dovuta a qualche omino di redazione o a chi per esso. Lo stesso che magari colora le copertine. Ma l'omino buffo (o "bufo" come vorrebbe il Buon Vecchio Zio Alfredo) ce l'avrà pure un nome.
Altra domanda.
Questa volta riguarda le scelte di redazione e il copertinista che risponde al nome specifico di Roberto De Angelis.
Apro parentesi: non ho nulla contro di lui, sia ben chiaro. Credo anzi che, a parte alcuni picchi più mediocri legati certamente alle tempistiche ristrette, Roberto sia un indiscusso Maestro. E molti anni fa ho avuto anche occasione di conoscerlo e apprezzarlo ancora di più come persona, e di collaborare insieme a lui ad una sciocchezzuola della quale prima o poi vi parlerò.
Detto questo, come direbbe il buon Maccio, mobbastaveramenteperò. Con 'sti piani americani e 'sti pistoloni, intendo. Che negli ultimi mesi stiamo davvero esagerando, come si vede anche dal collage qui sotto e che ritraggono alcuni albi dell'ultima annata Neveriana, tra serie regolare, speciali, almanacchi e quant'altro (e metteteci pure quella dello speciale in questione più sopra).
Per tutto il resto, solo una riflessione:
E son già passati vent'anni, eh. Mica quisquilie e pinzillacchere.
13 commenti:
Io sono un lettore di NN della prima ora.
E l'ho collezionato, piú o meno appassionatamente fino al numero 120, o giù di lì. Il che fa un decennio bello tondo, dopo il quale un po' perché IMHO NN aveva detto tutto quanto aveva da dire e un po' perché stavo ormai diventando un ometto, l'ho mollato lì.
E in mezzo a questi dieci anni ci furono pure cinquanta tavole realizzate dal sottoscritto per una storia mai pubblicata ma sceneggiata fino all'ultima vignetta... quando ancora avevo la pazienza di disegnare. ;)
Magari, un giorno ne parlo sul blog.
Emmagari si, parlane, che sono curioso. Hai sceneggiato una storia intera e te le sei pure disegnata per cinquanta pagine?
O sei un folle o hai una costanza e una tenacia da far impallidire chicchessia :)
Anch'io ho seguito NN per una centoventina di albi. E, a quanto mi è parso di capire, molti fan della prima ora, hanno seguito lo stesso percorso. Curioso.
"E soprattutto... si riesce a realizzare un lavoro migliore o bisogna davvero accontentarsi di una colorazione a tinte piatte da qui ai prossimi cinquant'anni?"
ALLORA, COMPRATI CAPITAN NOVA CHE I COLORI SON PIU' FIGHI!^^
Tacendo sul fatto che anche io, provetto diciottenne, tentai la scalata con un paio di tavole di prova (sempre per NN) che visionò nientemeno Claudio Villa in persona. Me lo ritrovai davanti a sorpresa. E anche questa, poi magari la racconto :)
@ Fabrizio:
Ha! Non è che avevo tutti sti dubbi :)
Ah, pare che le cover con personaggio il primo piano e pistolone in mano le voglia Bonelli in persona!
Almeno così disse Boselli durante un incontro.
P.s.1: E' vero, NN si è infighettato!
P.s.2: Che palle quei retini su NN!!!
Non li sopporto!
P.s.: Di nathan Never, la cosa davvero oscena è quando gli disegnavano quell'enorme "mento a culo"!
Luigi ma le domande per chi sono?
Il problema è che gli autori darebbero un certo tipo di risposte, i lettori altre...
Comunque sul forum di Nathan Never trovi discussioni simili, con idee e ipotesi di ogni tipo.
Non sto a dire quanto sia complicato gestire un personaggio simile per 20 anni, anni in cui il parco disegnatori e sceneggiatori è aumentato a dismisura; a mio parere però il problema più grosso è che in 20 anni gli autori sono cambiati, è cambiato inevitabilmente il personaggio, i lettori invece no.
Comunque non so cosa voglia dire che adesso Nathan è tamarro, davvero! E sui retini taccio, naturalmente :)
Il problema che ha colpito NN e' probabilmente lo stesso che, a un certo punto, ha afflitto Dylan Dog.
Non e' un personaggio che seguo, avro' letto una trentina di numeri, ma tutti quelli che lo seguono da una vita mi dicono sta cosa, che non e' piu' quello dio una volta, signora mia.
E allora Tex, dira' qualcuno?
Boh, rispondo io, che Tex non l'ho mai dico mai letto mezza volta in vita mia.
Pero', si', immagino che dopo 20 anni si inizi a raschiare il fondo del barile (pure prima, secondo me), ma e' anche vero che autori nuovi che bussano alla porta ci stanno sempre, o perlomeno ci dovrebbero essere.
Tornando un attimo al discorso tecnico, sono assolutissimamente d'accordo con te: aquei colori dati alla cazzo col secchiello di Photoshop 2.5 non si possono vedere.
Qualcuno alla Bonelli dovrebbe sfogliare un albo Marvel di dieci anni fa e dire "ah, ok, ho capito, si fa cosi'".
Incredibile.
E i retini mi sono piaciuti solo in "Doppio Futuro" quando Nathan ancora se la batteva coi Tecnodroidi, bei tempi, quelli.
Le famose cinquanta tavole facevano parte di una sceneggiatura non mia, ma su cui sputai il mio bravo sangue e finiorono sotto l'occhio impietoso di Vigna in persona che apprezzo' ma mi disse "ripassa piu' avanti".
Appena ne ficco qualcuna sotto lo scanner, ci faccio un bel post, daI.
Neanche su Topolino si vedono colori così piatti.
Eppure ci sono schiere di coloristi professionisti (e non) che potrebbero dare alle tavole un valore aggiunto non indifferente.
Ps: io leggo Topolino.
:)
@ Fabrizio:
Questa cosa non la sapevo. Probabilmente il personaggio ben presente deve far parte della politica editoriale di via buonarroti, allora. Non che sia sbagliato.
@ Patrizia:
ATTENZIONE! Forse mi sono spiegato male. Non ho voluto mettere in discussione la qualità della serie, anche perchè, si sa, come dici anche tu dopo vent'anni non è che si possa tirare avanti la carretta come una volta. Il discorso ci sta. Anche molte altre serie dopo tutto quel tempo non hanno brillato come alle origini. O almeno... a memoria non ricordo una serie che sia rimasta "affascinante" per più di un centinaio di numeri filati, compresi gli eventuali alti e bassi.
Le mie domande erano rivolte a coloristi ed eventuale redazione (che non riconosce la figura) e al copertinista della serie. Naturalmente trattasi di domande retoriche che non esigevano veramente una risposta da qualcuno, ma solo fare un appunto e capire se anche altri la pensavano allo stesso modo. Quello su De Angelis, poi, era solo per ridere :)
Non so spiegarti esattamente COME Nathan Never oggi sia un po' più tamarro. E' una sensazione che mi "pervade" da un po' di anni a questa parte.
E, infine, no. Non tacere sulla questione retini. Io non voglio fare salamelecchi ma più volte mi sono espresso sapientemente e sinceramente sulla qualità delle tue opere. E senza ombra di dubbio NON sei tra gli autori "incriminati". Io non voglio fare nomi ma se prendi il n.240 appena scomparso dalle edicole, capirai cosa intendo :)
@ Luca:
Per un discorso di massima sono d'accordo. Anche se ci sarebbe da disquisire su quanto una serie effettivamente cali di tono e quanto i ricordi del tempo andato influiscano sulle nostre capacità di discernimento. Chiaramente la serialità spesso ammazza l'ingegno e do atto del fatto che non deve essere affatto facile, per un autore, portare avanti un discroso per tanti episodi. Ma ti dirò... Tex, che non hai mai letto, è secondo me uno di quei rari casi in cui, con il tempo si è "risollevato". Rispetto agli anni '90 infatti, l'incremento di nuovi autori ha migliorato non poco le sorti del ranger. E attualmente, visto il parco autori, appunto, credo sia una serie migliore rispetto ad una decina di anni fa.
Per quanto riguarda la colorazione, anch'io credo che si possa fare di meglio. E in effetti, come dicevo nel post, in Bonelli hanno già fatto di meglio in passato.
Ti prego... scansiona qualcuna di quelle tavole e racconta quella storia con Vigna :)
@ Gabriele:
Come dicevo poco sopra, sono riusciti a fare meglio, in passato. Tutto sta a capire il perchè non ripetersi. E' solo che se un albo è celebrativo ma è uguale a tutti gli altri albi celebrativi, allora rimane celebrativo davvero? (??!)
io ho il numero 1 di natan never 1 giugno 1991.
Ho saputo che "Del n.1 di NATHAN NEVER esiste una versione senza Il Giornale di Sergio Bonelli Editore, che è di fatto una prima ristampa, distribuita in elenco arretrati"
qualcuno sa cosa vuol dire ?
@ Annabella:
Non so dove hai letto una cosa del genere. Non che sia improbabile. Può essere che in origine, andando esaurita in breve la prima tiratura, abbiano poi ristampato l'albo distribuendolo di nuovo in edicola. Tra la tiratura originale e la seconda possono essere state saltate le pagine a colori alla fine (il cosiddetto "Giornale di SB"). Quindi tra i collezionisti va considerato originale solo quello con quelle pagine alla fine.
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