10.3.11

Il Mister No di Mister Sclavi


Nonostante avessi accusato il colpo alla chiusura di Mister No dopo trentaquattro anni ininterrotti di presenza in edicola, in qualche occasione sono tornato volentieri sui vecchi episodi del pilota amazzonico, grazie alla ristampa delle Edizioni If. Proprio il mese scorso, con l'uscita del 45° volume, in coda all'albo è cominciata una storia di quelle molto particolari. Non che quelle subito precedenti non lo fossero, visto che erano firmate nientemeno che dal Vecchio Zio Alfredo Castelli (in particolare quella davvero notevole che comincia nel numero 43 e che vede Mister No ripercorrere il sentiero dei ricordi fino a quando, anni prima, viveva a New York una serie di drammatiche e brutte vicende tra malavita organizzata, guerra tra bande e feroci rese dei conti).

Ma quella che appunto comincia a qualche decina di pagine dalla fine del volume con il titolo Gli occhi del Mostro, porta invece la firma di Tiziano Sclavi. Non alla sua prima prova come sceneggiatore in Bonelli, naturalmente (arrivava da vari episodi di Zagor), ma sicuramente la sua prima storia per Mister No. Tenendo conto che si parla di un albo pubblicato per la prima volta nel 1983 e che Dylan Dog era probabilmente solo un abbozzo di idea nella testa del suo creatore, è interessante notare come l'approccio horror/intimista era già forte negli intenti di Sclavi. Una storia, questa di Mister No, che avrebbe avuto un ideale seguito molti anni dopo, proprio in una storia dell'indagatore dell'incubo (il 133 intitolato appunto Ananga). Da segnalare anche i disegni di un Fabio Civitelli in forma strepitosa a qualche anno prima del suo passaggio definitivo nella scuderia Texiana.

In edicola trovate il numero 46, con la fine della storia di Sclavi. E dopo una breve parentesi con Ennio Missaglia ai testi, su quelle pagine si alterneranno per molti molti numeri proprio Alfredo Castelli e Tiziano Sclavi per delle run da non perdere. Quindi in edicola parte adesso l'occasione per gustare alcune delle storie del personaggio Nolittiano, tra il fantastico e l'horror, più interessanti di sempre. Non so voi, ma io ho sempre considerato Jerry Drake un gran figo.

9 commenti:

Alberto Camerra ha detto...

Luigi, che sorpresa, qui spalanchi una porta aperta!
il mitico Mister No, all'anagrafe Jerome Drake, è senza dubbio il personaggio di Bonelli (in tutti i sensi, in questo caso) che più ho amato e seguito (insieme, seppure di un gradino sotto, a Zagor).
Non posso affermare di amare particolarmente il ciclo che comincia ora su Edizioni If (non lo seguo, avendo ancora la serie originale in mio possesso), ma il Mister No che amo in assoluto resta quello Nolittiano, con il tratto di Diso (seguito da Bignotti).
Senza nulla togliere a Castelli e Sclavi (ma il mio preferito dopo Nolitta è il grande Alberto Ongaro).
:)

LUIGI BICCO ha detto...

Che Diso sia effettivamente il naturale interprete di Mister No, questo è fuor di dubbio, ma ricordo con piacere anche Civitelli, Bianchini, il Dell'Uomo della run africana (che bella!) e Orestes Suarez (arrivato molto più tardi).

Che le storie di Nolitta siano gran belle storie, anche. Ma questo ciclo di Castelli e Sclavi rimane comunque tra i miei preferiti.

In ogni caso credo che Mister No sia l'antieroe del fumetto italiano per eccellenza come non ce ne sono mai più stati.

Fra X ha detto...

Di Sclavi ho appena letto "Ananga" è "La casa di Satana". Ho poutot notare che mentre la prima, essendo anche il suo esordio penso nella serie, pur se con tocchi sclaviani come l' inizio, qualche scambio tra Mister No e il commissario, il sogno e la cerimonia, resta un bel racconto d' atmosfera piuttosto classico nell' ambito della serie. Invece la seconda storia ha ancora di più il tocco Sclavi. Poi il protagonista è più Francisco che Jerry! E c' è qualche tocco splatter! Secondo me come avventura è un pò troppo corta. Poteva durare di più. Comunque quì l' autore ci mette ancora più decisamente del suo! Con qualche variante potrebbe benissimo risultare un' avventura di Dylan Dog! XD
Riguardo ai disegni, proprio belli quelli di Civitelli! Il suo tratto chiaro e pulito rende proprio bene, anche nei momenti cupi e drammatici! Con tutto il rispetto per Maraffa invece, pur apprezzandolo, non è che mi abbia esaltato. Trovo che somigli un pò a Bignotti.
Avevo letto stupito non ricordo dove chea differenza di altri autori Sclavi in Mister No veniva citatore come scrittore nei testi! Ed in effetti nei titoli di "Ombre rosse" appare proprio come tale! Molto curioso per l' epoca! Chissà come mai. Ma è successo anche per le successive fino all' 86?

Fra X ha detto...

Tra l' altro notare come mentre per Zagor scrive storie anche lunghe sopra le 200 pagine, quelle epr "Mister NO" sono quasi tutte cortine!

LUIGI BICCO ha detto...

Ciao Francesco. La questione del nome citato tra i credits probabilmente è un caso. Nel senso che credo che in Bonelli cominciarono proprio in quel periodo a segnalare i nomi degli autori delle storie (in passato non lo facevano). Ma non vorrei dire una sciocchezza.

Sulle storie che citi di Mister No scritte la lui, sono d'accordo. La componente horror era molto forte sin da allora e la stoffa dello scrittore di razza era già palese. Nota che cominciò a scrivere prima Zagor nel 1980 e poi, un paio di anni dopo, affiancò anche le sceneggiature per Mister No (e nello stesso periodo tirò fuori anche Kerry il Trapper, giusto per non starsene con le mani in mano). Forse su Zagor era riuscito a trovarsi a suo agio perché il personaggio aveva già ampiamente esplorato certe tematiche, vai a sapere.

Anonimo ha detto...

"La questione del nome citato tra i credits probabilmente è un caso. Nel senso che credo che in Bonelli cominciarono proprio in quel periodo a segnalare i nomi degli autori delle storie (in passato non lo facevano). Ma non vorrei dire una sciocchezza."

No, hai ragione. Sclavi non fu un caso isolato e dopo "Alien" comparve anche il nome di Ennio Missaglia! Curioso questo anticipo su altre testate come Zagor e Tex!

"Forse su Zagor era riuscito a trovarsi a suo agio perché il personaggio aveva già ampiamente esplorato certe tematiche, vai a sapere."

Non ci avevo pensato, ma probabilmente è anche così!

Fra X ha detto...

Sono sempre io! ^^

Fra X ha detto...

" Trovo che somigli un pò a Bignotti"

O il contrario!

LUIGI BICCO ha detto...

Ciao Francesco.
In realtà, a voler fare le pulci, Bignotti ha cominciato la sua carriera professionale già agli inizi degli anni '50, mentre Marraffa all'inizio dei '60 e per dieci anni ha lavorato in America. Comunque, per quanto i loro stili possano essere simili, personalmente non credo che uno si sia proprio ispirato all'altro.

E intanto buone feste.

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