11.11.10

Una cosa divertente che non farò mai più


Ho visto spiagge di zucchero e un'acqua di un blu limpidissimo.
Ho sentito il profumo che ha l'olio abbronzante quando è spalmato su oltre dieci tonnellate di carne umana bollente. Ho guardato cinquecento americani benestanti muoversi a scatti ballando l'"Electric Slide". Ho visto un parrucchino in testa a un ragazzo di 13 anni. Ho sentito un comico professionista dire seriamente "a parte gli scherzi". Ho sentito cittadini americani maggiorenni e benestanti che chiedevano all’Ufficio Relazioni con gli Ospiti se per fare snorkeling c’è bisogno di bagnarsi, se il tiro al piattello si fa all’aperto, se l’equipaggio dorme a bordo e a che ora è previsto il Buffet di Mezzanotte.
Di David Foster Wallace si è detto tanto e di tutto. Il merito di averlo fatto conoscere ai lettori italiani va alle edizioni Minimum Fax che, nel lontano 2001, tradusse per la prima volta il suo Una cosa divertente che non farò mai più, parte di una più vasta raccolta di articoli e saggi dell'autore (Supposedly Fun Thing I'll Never Do Again, appunto) che confluirono poi anche nel successivo Tennis, Tv, Trigonometria e Tornado sempre per Minimum Fax.

Ho recuperato Una cosa divertente da poco e l'ho letto con gusto e pacatezza. Foster Wallace è stato uno scrittore come pochi, uno di quelli che scrivono come mangiano e che lasciano poco spazio alla fantasia. Negli anni '90, la rivista Harper's lo chiamò chiedendogli di prendere parte ad una crociera extralusso di una settimana con la compagnia 7nc verso i Caraibi e di scrivere quello che gli passava per la testa in quella settimana. Inutile dire che la cosa si trasformò in una feroce disamina di una società benestante, sonnecchiosa e opulenta, realizzata con spirito critico e pungente nei riguardi dei suoi connazionali americani.

Wallace è da leggere perchè è stato uno dei pochissimi sulla faccia della terra, a mio avviso e secondo la mia piccola esperienza di lettore, a risultare (se voleva) buonista ma con un linguaggio tagliente e per nulla perbenista. E perchè, seppur per un breve periodo, ha comunque intrapreso uno dei mestieri più belli dell'universo. Girare il mondo e scrivere quello che vedeva, come voleva.

Qui potete scaricare un assaggio in PDF delle prime pagine del libro.

Se vi capita, buona lettura.

2 commenti:

La firma cangiante ha detto...

In libreria mi aspetta La scopa del sistema. In effetti aspetta da un po', sarebbe ora di prenderlo in mano.

LUIGI BICCO ha detto...

Non l'ho letto. Però mi aveva incuriosito molto. Ma prima di tutto mi aspetta "Considera l'aragosta". Ho rinviato per troppo tempo l'acquisto di questo titolo.

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