Andrea Queirolo ha avuto nuovamente l'ardire di ospitarmi tra le pagine di Conversazioni sul Fumetto. Questa volta si tratta di una riflessione sull'Uomo d'Acciao per eccellenza. L'icona rosso, blu e oro. Il Superuomo. Nembo Kid. Superman, insomma. E il suo rapporto con la fede e con il divino. E le difficoltà di autori e lettori ad interpretarne la natura.
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7 commenti:
Ora devo scappare a lavoro, appena posso passo a leggere :)
complimenti per l'articolo è molto interessante poi a me piace Superman e quello che rappresenta! articolo super!
@ Firma:
Fammi sapere ;)
@ Ste:
Sei gentile, Ste, grazie. Anche a me piace parecchio questa icona. Avrebbe da raccontare anche più di quanto non si sia già fatto. Ma questa è un'altra storia.
Ho letto l'articolo, ottimo e i commenti...Cristo è la traduzione, (mi sembra greca) di Messia(aramaico)...Superman non incarna il messia ebraico, lui non è un conquistatore, il vecchio Clark, si difende e difende l'umanità, non conquista, invade ed attacca a suo e a nostro nome.
Il personaggio dei films e dei fumetti, non ha mai goduto delle mie simpatie, mentre amo molto tutte le sue trasposizioni televisive.
@ Pino:
E poi vuoi mettere? Il Marlon Brando del film del '78 era un ottimo San Giuseppe :D
Ma a parte gli scherzi, la vedo anch'io così. Se non ti son piaciuti i film, presumo che per trasposizioni televisive tu intenda quei meravigliosi cartoni fine anni '90.
Li hai visti quei splendidi cartoni anni quaranta dei fratelli Fleicher(non ricordo se si scriva così-I papà di Popey).
Ho amato molto LOIS e CLARK, Superboy ed altri telefilm su Suppy,...lo rendevano più umano e non tutto di un pezzo.
Marlon , per me è la nota stonata, insieme a Luhor del film...odio i parrucchini e i geni che invece d'essere pazzi(Luthor comunque non lo è da più di 45 anni)sono scemi.
@ Pino:
Altroché se li ho visti. Anzi, recentemente ho scoperto che sono stati ufficialmente raccolti in un sito e tutti visionabili. Li trovi cliccando qui.
A me non erano dispiaciuti anche quelli che ti ho menzionato prima, quelli della fine degli anni '90 per opera di Paul Dini e Bruce Timm.
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