Ho avuto da poco il piacere di leggere (e in parte rileggere) il primo volume edito da 001 edizioni, con la ristampa dei primi episodi (più lo speciale 2112) dei Next Men di John Byrne. Qualche pezzo lo ricordavo ancora da quando lo lessi per la prima volta serializzato su Hyperion, la bella antologica delle edizioni Star Comics del 1992.
Per chi non l'avesse acquistata all'epoca o non la ricordasse affatto, sappia che si è perso una gran bella rivista contenitrice (di quelle che piacevano tanto allora) con il meglio della produzione indipendente (e non) del fumetto di fantascienza made in Usa. Sin dai primi numeri erano presenti pezzi da novanta come appunto John Byrne con la serializzazione dello speciale 2112, sequel ma in realtà prequel (??!) della serie Next Men, Mike Baron e Steve Rude con Nexus, John Arcudi e Doug Mahnke con The Mask e Frank Miller con il primo ormai storico episodio di Sin City. Con il passare dei numeri si andarono ad aggiungere anche altre serie come il Primal di Clive Barker e D.G. Chichester, il James Bond di Doug Moench e Paul Gulacy e il Black Cross di Chris Warner. Hyperion, purtroppo, arrestò la sua corsa al numero nove e di quelle serie incomplete (a parte The Mask recentemente ristampato in un corposo omnibus dalle Edizioni Comma 22 e il Nexus di Steve Rude riproposto in volumi dalle Edizioni Bottero) non se ne seppe più nulla.
Per chi non l'avesse acquistata all'epoca o non la ricordasse affatto, sappia che si è perso una gran bella rivista contenitrice (di quelle che piacevano tanto allora) con il meglio della produzione indipendente (e non) del fumetto di fantascienza made in Usa. Sin dai primi numeri erano presenti pezzi da novanta come appunto John Byrne con la serializzazione dello speciale 2112, sequel ma in realtà prequel (??!) della serie Next Men, Mike Baron e Steve Rude con Nexus, John Arcudi e Doug Mahnke con The Mask e Frank Miller con il primo ormai storico episodio di Sin City. Con il passare dei numeri si andarono ad aggiungere anche altre serie come il Primal di Clive Barker e D.G. Chichester, il James Bond di Doug Moench e Paul Gulacy e il Black Cross di Chris Warner. Hyperion, purtroppo, arrestò la sua corsa al numero nove e di quelle serie incomplete (a parte The Mask recentemente ristampato in un corposo omnibus dalle Edizioni Comma 22 e il Nexus di Steve Rude riproposto in volumi dalle Edizioni Bottero) non se ne seppe più nulla.
Rileggendo da capo i Next Men di John Byrne, ho ritrovato il piacere della lettura per le opere dello scrittore e disegnatore inglese (naturalizzato americano) ed è nata una piccola riflessione che lo riguarda da vicino. Tralasciando il suo immenso lavoro anche per la Distinta Concorrenza (per la quale riscrisse le origini di Superman sulla serie The Man of Steel, il Quarto Mondo di Jack Kirby, la miniserie OMAC e un lungo ciclo per Wonder Woman) a pensarci oggi, anche se è stato pressochè dimenticato dai grandi editori americani (e dai nostri), bisogna ammettere che il barbuto John ha realizzato i suoi lavori più grandi proprio per la Marvel, mettendo mano su praticamente tutto il parco dei personaggi della Casa delle Idee, riscrivendo interi cicli narrativi rimasti nella storia del fumetto americano.
Uncanny X-Men (1977-1981) - Testi di Chris Claremont
Captain America (1979-1980)
Fantastic Four (1979-1986)
Alpha Flight (1983-1985) - Testi di Chris Claremont
She-Hulk (1989, 1991-1993)
Avengers e West Coast Avengers (1989-1999)
Iron Man (1990-1992)Namor the Sub-Mariner (1990-1992)
Spider-Man: Chapter One (1998-1999)
Fossi nella Panini Comics, almeno un pensierino sul suo lungo ciclo dei Fantastici 4 ce lo farei visto che, a parte quelli originali di Lee e Kirby, tutt'ora non riconosco un quartetto diverso da quello di John. E un'esile speranza potrebbe esserci perchè già dal 2009 la Panini ne aveva paventato la possibile ristampa per il circuito dei Marvel Gold. Così come farei un pensierino anche per il ciclo del Namor pubblicato negli anni '90 dalla Play Press e per la prima serie degli Alpha Flight (pubblicati sempre dalla Star, in appendice prima alla testata Cap America e i Vendicatori dal gennaio 1990 e poi a quella degli X-Men dal settembre 1992).
Oggi come oggi, di John Byrne si sa solo che continua la sua carriera in modo altalentante, scrivendo e disegnando alcune miniserie dedicate al mondo di Star Trek per la IDW Publishing e, per la stessa casa editrice, riorganizzando le ristampe dei suoi Next Men attraverso quegli stessi volumi che la 001 Edizioni sta utilizzando per riproporli anche in Italia. Questo vero e proprio demiurgo degli anni '80, ha creato e rivisto un certo modo di fare fumetto, ben diverso e distante da quello fine e autoriale di molti suoi colleghi americani, ma che a ben vedere ancora oggi ha lasciato degli strascichi. Per non parlare della parte grafica del suo lavoro che, nonostante non sia stato vero e proprio punto di riferimento per le nuove leve a venire, ha comunque contribuito ad un immaginario collettivo legato strettamente al fumetto d'oltreoceano, con un tratto semplice e particolare, assolutamente riconoscibile e immediatamente riconducibile al suo autore. Insomma, anche se tanti non lo ammetterebbero mai, di altri John Byrne, da quei favolosi anni '80, non ce ne sono più stati.
Oggi come oggi, di John Byrne si sa solo che continua la sua carriera in modo altalentante, scrivendo e disegnando alcune miniserie dedicate al mondo di Star Trek per la IDW Publishing e, per la stessa casa editrice, riorganizzando le ristampe dei suoi Next Men attraverso quegli stessi volumi che la 001 Edizioni sta utilizzando per riproporli anche in Italia. Questo vero e proprio demiurgo degli anni '80, ha creato e rivisto un certo modo di fare fumetto, ben diverso e distante da quello fine e autoriale di molti suoi colleghi americani, ma che a ben vedere ancora oggi ha lasciato degli strascichi. Per non parlare della parte grafica del suo lavoro che, nonostante non sia stato vero e proprio punto di riferimento per le nuove leve a venire, ha comunque contribuito ad un immaginario collettivo legato strettamente al fumetto d'oltreoceano, con un tratto semplice e particolare, assolutamente riconoscibile e immediatamente riconducibile al suo autore. Insomma, anche se tanti non lo ammetterebbero mai, di altri John Byrne, da quei favolosi anni '80, non ce ne sono più stati.
10 commenti:
...ho amato e copiato ogni singola pagina dei suoi Vendicatori della Costa Ovest... e Namorita e Visione (nella versione "lattea") e Scarlett... ma ti ricordi le sue storie "parallele"...?!?
Ehilà Michele! Altrochè. Ma soprattutto i "What if" legati ai Fantastici 4 e a She-Hulk. Forse un paio anche degli Alpha Flight. Bellissime :)
Sono d'accordo praticamente su tutto, almeno su quello che ho potuto toccare con mano.
Ricordo bene gli Alpha Flight, soprattutto la lunga run sui FF, il rilancio di Superman che però mi convinceva meno, anche serie più di nicchia come Bella o Babe (te la ricordi?) e proprio i Next Men (non andarono anche su Starmagazine?, forse ricordo male. No ho controllato, ricordo bene).
Però il mio amore per il fumetto nasce con gli X-Men pubblicati dalla Labor Comics. Che belli, mi fecero impazzire da subito. La saga di Proteus e alle matite proprio il vecchio John.
Spero che le varie ristampe che sta proponendo la Panini prima o poi tocchino anche periodi che vadano oltre la fine dei 60' e i primi '70.
Dario, non ti si può nascondere niente :)
Vedo che anche tu, di roba ne hai letta. Comunque hai ragione. Ricordo che dopo la chiusura di Hyperion, i Next-Men furono ospitati brevemente sul grande (grandissimo, che nostalgia!) Star Magazine. Per quanto riguarda "Babe" mi ricordo che era una miniserie per la Dark Horse... controllo... ok, controllato ;) doveva essere una mini di 4 numeri (qui trovi le cover: http://www.coverbrowser.com/covers/babe) ma onestamente non ricordo la loro pubblicazione in italiano.
Un primo passo verso big John, la Panini l'ha fatto con la ristampa del primo ciclo del suo Cap. Ora speriamo in tutto il resto :)
Ho amato moltissimo i suoi Fantastic Four e, ancora di più, gli eccellenti Alpha Flight (sue creature in toto... infatti, dopo di lui, il nulla).
La mia speranza tenue, ma consentimi di tenerla, è in un suo ritorno in grande stile alla Marvel che, a furia di Civil War, Dark Reign, fiumi di narrazione piena di nulla e similia, ha ormai rotto i cabasisi...
:)
P.S.
Se poi ci mettiamo un Peter David stile Hulk e Capitan Marvel... mi vengon le lacrime agli occhi per la nostalgia, sigh.
Alberto, purtroppo non è solo un tuo recondito desiderio. Purtroppo non credo possa tornare a lavorare per qualche major, perchè, si dice, possiede una personalità molto... "difficile", diciamo. Essendo un fan si Star Trek, lo seguirò anche lì, se la FreeBook vuole :)
Mentre discorso diverso meriterebbe Peter David, altro autore che ha lasciato indelebilmente la sua firma su tantissima bella roba. Ma lui alla Marel ci lavora ancora eccome. Mi è capitato di leggere i suoi ultimi cicli sulla serie X-Factor. Carina, anche se ben lontana dai vecchi fasti. E non lo dico solo per una questione di nostalgia.
Caro Luigi, anch'io lessi come te parte delle storie di Next Men sugli albi della Star, sigh! E come te stimo moltissimo il grande John, di cui resta ancora diverso materiale inedito da noi, di provenienza D.C. ma non solo... Che dire, speriamo bene!
Dimenticavo: bel post, molto curato e accattivante.
Ciao,
Luigi
Ciao Luigi, benvenuto su questo blog e grazie 1000 per i complimenti.
Il post di Byrne è un po' datato, ma capisco benissimo che quando si parla di autori del genere, per un appassionato di fumetti è dura non dire la propria. Soprattutto quando parliamo appunto di quest'uomo rosso barbuto :)
John Byrne, che piaccia o no, è stato il più importante autore di comics dopo kirby, in termini di prolificità e successo. Alla marvel tutto quello che toccò diventò oro..La sua popolarità a fine anni '80 era davvero altissima, tant'è che le case italiane (star, play, max bunker, rizzoli, ecc.) sgomitavano per pubblicare più suo materiale possibile. E come il "Re", la cui popolarità nei '70-'80 fu minata dalla plasticità dei vari adams,romita,buscema,kane, windsor-smith e dallo stesso byrne, anche John negli anni '90 fu "surclassato" dallo tzunami image McFarlane-Lee (ironia della sorta, grandi ammiratori del burbero john!!).. ciononostante ci regalò ancora, per la dark horse, capolavori come BAbe, Danger Unlimeted (pubblicati su starmagazine) e il grandioso JB next men
Scusate se scopro solo ggi questo post , ma io sono uno cresciuto con Byrne ai tem pi della Star : con lui ho imparato a conoscere l'universo Marvel e amarlo.
E la sua incredibile parabola astistica discendente fa capire come sia precario e spietato il Mondo del Fumetto : un giorno sei Dio e disegni di tutto e tutti ti vogliono ; poi arrivano dei giovani più "talentuosi " ( la banda iMAGE ) e all' improvviso diventi vecchio e superato, i tuoi disegni non tirano più e finisci nel dimenticatoio.
Impossibile far capire a un giovane che era JB e quanto ha pesato il suo nome nell' epoca moderna dei comics : ti direbbe " se era davvero così grande, com'è che oggi non se lo fila più nessuno ?"
Fgliolo, nulla è per sempre e la vita a volte sa essere crudele ( e la gente non capire un ca++o )..
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