12.1.11
Where the Wild Things Are
Ho visto Nel Paese delle Creature Selvagge e mi è piaciuto. Molto. Pensavo si trattasse di una favola tra l'onirico e il sognante. E un po' lo è, ma questo film parla anche di conflitti, di paura, di disagio e di rabbia repressa. Ci ho trovato più cose di quanto pensassi, in effetti. Almeno nel concetto.
Le "creature selvagge" mi hanno ricordato, almeno nelle movenze, quelli di Banana Split (ve li ricordate?) ma è da encomiare la scelta del regista di non usare il 3D. Per chi non conoscesse Spike Jonze, dico solo che questo è il suo terzo film dopo Essere John Malkovich (e scusate se è poco) e Il Ladro di Orchidee. Che ha passato la vita a girare come regista i video di interpreti musicali quali The Beastie Boys, Sonic Youth, Notorious B.I.G., Daft Punk, R.E.M., The Chemical Brothers, Puff Daddy, Fatboy Slim, Bjork, LCD Soundsystem, Arcade Fire. Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro.
Se non il fatto che questo film, Spike Jonze, se l'è scritto e diretto. In realtà arriva da una novella per l'infanzia del 1963 ad opera dello scrittore e illustratore Maurice Sendak. Novella composta da dieci pagine illustrate, una riga di testo per ogni pagina e nulla più. Da qui, l'adattamento per il film è passato appunto per le mani di Jonze e per quelle del grande Dave Eggers, scrittore, saggista e fondatore della bellissima rivista americana McSweeney's.
E' cominciato piano, questo film. Quasi a non volermi far capire dove si andasse a parare. Ma poi tutto è stato chiaro e lampante. Si parlava anche di me e credo che in molti possano riconoscere dei sapori che sentivano da bambini. Insomma, questo film è molto più adulto di quanto mi si volesse dare ad intendere in un primo momento. Spike Jonze mi ha preso in giro, mi ha messo davanti agli occhi dei mostri che saltano, spaccano e si lamentano. Ma quelli non sono mostri. Sono persone. Sono io. Assolutamente da vedere.
Qui sotto l'intervista sottotitolata in italiano a Catherine Keener e Max Records, rispettivamente mamma e figlio nella pellicola.
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7 commenti:
Tra le future visioni...
che dici, è adatto anche ai bambini?
Assolutamente si, Dario. Anzi, credo possa essere molto molto istruttivo e formativo, con un piccolo aiuto da parte di un adulto.
Ok, grazie! Magari così si varia un po'... ho i cartoni che mi escono dalle orecchie :)
In genere mi tengo alla larga dalle produzioni "pupazose" di qualsiasi tipo.
Ma ne hai parlato talmente con trasporto che ora la curiosità me l'hai messa.
Dario:
Potrebbe essere proprio una buona occasione per uscire dal loop infinito dei cartoni :)
Luca:
He! Poi i gusti cinematografici, come sappiamo tutti, sono estremamente soggettivi. Diciamo che questo film colpisce il bersaglio tra quegli adulti che sanno di celare ancora da qualche parte il fanciullo che erano.
Non è il mio genere, ma apprezzo l'evidente mole di lavoro che c'è dietro.
:)
Un grande grande lavoro, a guardare i dietro le quinte, Alberto.
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