7.1.16

Di Atari 2600 e di impronosticabili passi tecnologici (riflessione da vecchi #mode on#)


Un recente post di Doc Manhattan ha scatenato la solita vagonata di ricordi nostalgici. Si parlava dell'Atari 2600, la prima consolle di successo commercializzata a partire dalla fine degli anni '70, ed ecco che subito sono riaffiorate nella testa immagini a caso di cartucce in confezioni di cartone arricchite da meravigliose e coloratissime illustrazioni e joystick che sembravano arrivare direttamente dagli anni '50.

Quello che avevo io era la versione successiva dell'Atari 2600 (quello che vedi nella foto sopra) che all'epoca, in quanto a design, sembrava (quasi) la cosa più figa in circolazione. La questione è che il tutto costava poco e che bastava a saziare le allora esigue esigenze dei primi appassionati videogiocatori (a parte "mio cuggino, mio cuggino" che aveva già il Commodore 64 con i giochi più belli e con il lettore floppy da 5 1/4 che bastava fare la tacca dall'altra parte e utilizzavi il doppio dello spazio).


Non ricordo nemmeno che fine abbiano fatto consolle e cartucce. Fatto sta che sarebbe stata la mia unica incursione nell'ovattato mondo dei pixel colorati (solo a 16 anni arrivò la prima PlayStation comprata di seconda mano con soldini personalmente già tanto sudati, modellando pastori e pecorelle in una bottega di San Gregorio Armeno a Napoli).

Ho passato cinque minuti su Google cercando di ricordare i giochi che avevo su quell'Atari e questo meraviglioso poster, realizzato da non so chi, mi è venuto in soccorso scatenando ancor di più il momento nostalgia. Li ho riconosciuti tutti, a distanza di trent'anni. Eccoli:


Come avrai notato si tratta di vere e proprie chicche che reggono il passo ancora oggi ("ironia portami via"). Ma giuro che vorrei metterci di nuovo le mani sopra, anche solo per scoprire chi aveva dipinto quei gioielli in copertina.
In ogni caso un ricordo assopito nel tempo, fa nascere una riflessione da autentici vecchi. In un caldo pomeriggio perso nel tempo, "mio cuggino, mio cuggino" (sempre lui) aveva appena comprato una di quelle assurde cassettine per C=64 che si vendevano in edicola. Dentro ci trovammo anche International Basketball NBA, un giochicchio con una manciata di pixel messi in croce, dove le maglie erano tutte di colori diversi (anche quelle della propria squadra) e i giocatori di colore erano proprio neri neri. 
Questo qui sotto, tanto per dire.


E nonostante la pochezza, ricordo benissimo di essermi passato la mano tra i capelli e di aver esclamato qualcosa tipo "gesucristo, che grafica!", mentre riflettevo su dove saremmo arrivati di quel passo.
Sarei curioso di sapere cosa avrebbe detto quello stesso ragazzetto, all'epoca, sapendo che un giorno, avendo voglia di farsi una partitella con un giochino di basket, sarebbe passato da una roba del genere:



Fa ridere, lo so. Sono bastati trent'anni per stravolgere tutto. In realtà anche parecchi di meno (se metti a confronto i titoli di dieci anni fa con quelli di oggi, le differenze sono davvero lampanti).
Ma mentre ieri il limite era nella fantasia e nei mezzi tecnici, dove la prima si affinava per adattarsi ai secondi, oggi sta quasi esclusivamente nella fantasia che spesso non fa altro che cercare di riempire in qualche modo i risultati della tecnologia.Un po' come il cinema, eh. Niente di nuovo.

4 commenti:

CyberLuke ha detto...

Non ho mai posseduto una consolle domestica, nè l'ho mai desiderata.
Negli anni 80 spendevo pomeriggi interi (e tutti i miei soldi) nelle sale giochi, attaccato agli arcade.
La grafica, il sonoro, le dinamiche di gioco mi sembravano irripetibili sul modesto televisore di casa.
Forse proprio a causa di quell'indigestione, oggi non riesco manco più ad avvicinarmi a un videogioco.

LUIGI BICCO ha detto...

Secondo me una piccola incursione mirata potresti concerdertela. Mi vengono in mente alcuni titoli sci-fi che potrebbero anche stupirti ;)

CyberLuke ha detto...

Titoli come Bioshock o Wolfestein mi hanno colpito per l'ambientazione.
Ma poca, pochissima voglia di giocarci.

LUIGI BICCO ha detto...

Tra i titoli noti ti avrei forse suggerito quelli, ma anche roba come Bioshock Infinite, Dishonored, Mass Effect o Elite:Dangerous. Ma anche cose più underground assolutamente affascinanti come Stasis, The Talos Principle, Machinarium o Deadlight.
Bada bene. Io ho giocato a pochissimi di questi, ma mi piace seguire la realizzazione e i dietro le quinte dei vari titoli.

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