14.9.15

Zona Pericolosa


Quando nel 1997 l'autore televisivo britannico Lee Child decise di debuttare come scrittore di thriller, non immaginava certo che la sua creatura, Jack Reacher, sarebbe presto divenuta oggetto di best-seller destinata a vendere copie come se piovessero e a macinare capitoli uno via l'altro.
Da allora Child non ha scritto altro. Solo romanzi con Reacher come protagonista (se si esclude una manciata di racconti brevi). E ne ha scritti ben 20, di libri, tutti tradotti anche in italiano da Longanesi, a parte gli ultimi tre.

Jack Reacher, cavaliere solitario d'altri tempi, è una figura a suo modo romantica: dopo 13 anni di onoratissimo servizio  come ufficiale della polizia militare americana, Jack decide di congedarsi dall'esercito per dedicarsi ad una vita vagabonda, libera dai condizionamenti del sistema. E così, ispirato dalle voglie del momento, comincia a girare per gli Stati Uniti senza una meta precisa. Ma anche senza una fissa dimora, un indirizzo di riferimento, un recapito telefonico o una carta di credito. Praticamente irrintracciabile per chiunque. Ma Jack è anche una persona molto pericolosa e con il pallino di raddrizzare i torti.

Zona Pericolosa (Killing Floor, 1997), premiato con l'Anthony Award e il Barry Award come miglior romanzo d'esordio, segna appunto l'inizio delle sue avventure, quando un pullman di linea della Greyhound lo porta dalla Florida a Margrave, piccola cittadina della Georgia.
E neanche il tempo di fare colazione, che il povero (imperturbabile) Jack viene tratto in arresto dalla polizia locale con l'accusa di omicidio.
Il resto della trama non te la posso raccontare perché ti rovinerei uno degli innumerevoli, ottimi colpi di scena che Child è così bravo a confezionare (parecchi e tutti di pregevole fattura). Buona la prosa dell'autore che non si perde troppo in arzigogoli attraverso una scrittura asciutta il giusto. Ottimi e ben curati i vari personaggi in campo, dall'ispettore Finlay alla bella poliziotta Roscoe, dal mastodontico agente dell'FBI Picard fino alla temibile famiglia Kliner, il banchiere Hubble, il sindaco Teale a parecchi altri.

Buoni gli intrecci della trama e la smaccata predisposizione dello scrittore inglese nel saper descrivere davvero a modo le scene d'azione (e non è cosa da poco, credimi). Ottimo il senso di rivalsa e sicurezza che restituisce il personaggio ogniqualvolta viene minacciato e puntualmente, mentre un sorriso sornione ti si stampiglia in faccia a te che leggi, riesce a sfangarla facendo tanto male a qualcuno. O quasi sempre, diciamo.

Unici nei, se proprio bisogna star sempre lì a cercarne, sono la lunghezza del romanzo (quasi 500 pagine, ma con un centinaio in meno sarebbe risultato narrativamente più agile e snello) e la psicologia del personaggio combattuta incertamente tra un Reacher duro e sempre pronto a fare il proprio dovere, amante della libertà a tutti i costi, e uno che si chiede che piega prenderebbe la propria vita accasandosi finalmente con la fiamma di turno in una bella casetta nella periferia americana (ma presumo dipenda dall'insicurezza nel tratteggiare il protagonista qui appena al suo esordio).


Conclusioni?
Zona Pericolosa è un meraviglioso passatempo che ti tiene incollato alla sedia. Un'opera di intrattenimento inaspettata venuta fuori dal buio con lo stesso impeto di un manrovescio in piena faccia. Un primo capitolo al quale (non subito, ma presto) seguirà di sicuro il secondo, Destinazione Inferno (Die Trying, in originale, che fa più figo).

1 commento:

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