Il Diavolo, Certamente

A parte un romanzo e una manciata di racconti dedicati al Commissario Montalbano letti parecchi anni fa (e che mi erano pure piaciuti) e le impressioni di mia moglie che ha letto i suoi romanzi più recenti, dei temi trattati da Andrea Camilleri o del suo modo di fare letteratura ne sapevo poco.

Il Diavolo, Certamente mi è capitato tra le mani per caso (un po' come da titolo). Ad affascinarmi è stato l'incipit, quello celato e misterioso racchiuso in tutti e 33 i racconti brevi raccolti nel libro. Quello del diavolo tentatore, quello che in qualche modo ci lascia sempre lo zampino a tua insaputa. L'idea di un racconto che inizia e finisce nel volgere di tre, quattro pagine al massimo, è affascinante, lo ammetto. Se non sai scrivere potrebbe risultare anche tedioso, ma se sai scrivere (come Camilleri SA scrivere), quegli spaccati di vita quotidiana tanto brevi, assumono le sembianze di un qualcosa di più vasto. Un quadro dipinto intorno al quale tessere ancora dei colori.

Camilleri approfitta del fatto che sa di essere maestro in tal senso e mette giù delle storie divertenti, quasi sempre. Tra l'una e l'altra ti ci infila delle robe che spezzano il cuore e che non ti aspetti. Ma per lo più i racconti sono dedicati all'effimera, straniante sensazione che provoca il caso. I primi sono addirittura geniali, realizzati con la solita verve satirica e la solita maestria dialettica dello scrittore siciliano. Nella seconda metà del libro predomina invece quel senso di ingiustizia, di lercio e soprattutto di torbido (giocato tra l'amore e il sesso peccaminoso) tipico della sua ultima produzione letteraria.

Un buon libro che si legge in poco tempo ma pieno di idee, tanto semplici quanto buone. Tutte italianissime e che prendono spunti e vissuti che potresti riconoscere (quasi) come tuoi.

Mi piacerebbe vedere all'opera più scrittori su racconti tanto brevi.