30.7.10

Jan Carlo Dix


E così, dopo Napoleone di Carlo, l'altra creatura di Carlo Ambrosini arriva alla fine del suo percorso. Proprio questo mese, infatti, Jan Dix ha raggiunto il traguardo dei quattordici numeri. Jan Dix non ha avuto la stessa "fortuna" di Napoleone. Non si è guadagnato con il tempo uno zoccolo duro di affezionati (a quanto dice lo stesso Bonelli nell'editoriale dell'ultimo numero). Probabilmente perchè la serie ha toccato argomenti e dinamiche narrative ben diverse dal suo predecessore e dal resto della produzione dell'editore milanese. A mio avviso non si dovrebbe parlare né di Napoleone né di Dix, ma del suo autore che è riuscito comunque nel difficile intento di aggirare abilmente le gabbie e i clichè classici dei canoni bonelliani. E dopo il finale apocalittico di Napoleone di qualche anno fa, un altro finale sulle stesse "frequenze" è toccato anche a Dix.

Personalmente, mentre ero molto affezionato al primo, per il secondo ho faticato un po' di più ad attaccarmi al personaggio. All'inizio è stata dura rientrare nelle atmosfere e alcune scelte di fondo non sono comunque entrate nelle mie grazie. Come quella di fornire una pistola anche ad un critico d'arte di Amsterdam per ritrovarselo poi pure provetto tiratore. Per quanto possa cercare di capire i limiti che la struttura delle storie di avventura possano imporre, situazioni come questa mi hanno reso un po' indigeste alcune sequenze. D'altro canto apprezzo invece i tentativi, spesso riusciti, di rendere il personaggio un uomo davvero comune con i suoi pregi e i suoi tanti difetti. Su tutti, i rapporti con l'altro sesso e un modo di pensare cinico ma mai gratuito.

Ci sono stati alti e bassi, in questi quattordici numeri. Con picchi rappresentati da alcune storie davvero memorabili. Peccato. Perchè alla fine, anche a Jan Dix, mi ci stavo affezionando per davvero. E cominciavo a provare anche simpatia per un personaggio che non ha mai chiesto nulla in cambio e che ha dimostrato un'umanità (nel bene e nel male) ed una realtà di intenti che in altre serie hanno sempre faticato a venire a galla. E comunque ha anche il merito di essersi occupato di tematiche molto particolari e difficili come quelle legate al mondo dell'arte.

Ambrosini, nel suo ultimo editoriale, ha già annunciato di essere al lavoro come sceneggiatore e disegnatore ad un episodio di Dylan Dog. Che si occupi di tutte le fasi di una storia, ormai, mi sembra cosa ovvia. Essendo stato comunque una delle colonne portanti dell'indagatore dell'incubo, possiamo quasi parlare di ritorno del figliol prodigo. E sono contento per lui. Ma per quanto io possa vederla difficile, spero che un giorno si possa tornare a rimirare questo autore al lavoro su un proprio personaggio. E' troppo sperare in una eventuale terza incarnazione del pensiero Ambrosiniano? Visto come stanno le cose e dove sta andando l'interesse del pubblico, probabilmente si. Ma sperare non fa mai male.

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