Quest'anno si festeggiano i 50 anni dall'esordio in edicola (avvenuto nel giugno 1967) della Storia del West, una delle epopee western di più ampio respiro che la storia del fumeto italiano (e non solo) ricordi.
Ma quell'immenso talento narrativo e grafico che era Gino D'Antonio, che proprio il 16 marzo prossimo avrebbe compiuto la bellezza di novant'anni, era anche un meraviglioso illustratore.
La sua carriera ha visto anche una nota parentesi inglese che cominciò nel 1956, e che complessivamente durerà quasi una decina d'anni, quando grazie allo Studio D'Ami, D'Antonio inizia a collaborare ufficilamente con la Fleetway ed altri editori d'oltremanica, per i quali lavorò a note strisce (Eagle, Express Weekly, Boys' World) e ad alcuni dei più celebri fumetti di guerra di quel periodo (War, Battle, War at Sea, Front Line), ispirando parecchi cartoonist della generazione successiva, italiani e non (Dave Gibbons non ha mai celato la sua ammirazione/ispirazione per l'autore italiano).
Parere personalissimo, Gino D'Antonio è stato un fuoriclasse delle nuvolette parlanti sia come sceneggiatore, sia come disegnatore, ma dal punto di vista grafico, credo, senza timore di esagerare, che abbia rappresentato per noi quello che ha rappresentato per il "rinascimento" a fumetti americano gente come Neal Adams o John Romita senior.
Gran parte della sua produzione inglese, però, comprende anche gli adattamenti a fumetti dei grandi classici della letteratura, anche se molto più spesso si trattava di sole illustrazioni a corredo di quei testi. E un esaustivo saggio sulla sua arte come illustratore, relativo proprio a quel particolare periodo, si può avere grazie a Bear Alley Books, editore inglese che nel 2013 ha distribuito nelle librerie un meraviglioso volume da 90 pagine in formato A4 intitolato Worlds of Adventure Gino D'Antonio. Una corposa raccolta di opere che analizza il lavoro che nell'arco di quei dieci anni ha visto il Maestro porre la propria firma su opere quali Piccole Donne, 20.000 Leghe Sotto i Mari, Quo Vadis?, Le Avventure di Ulisse, Racconto di Due Città e tante altre.
2 commenti:
Post interessante, la carriera di illustratore di D'Antonio mi era del tutto sconosciuta.
Ciò detto, francamente a me come disegnatore non ha mai fatto impazzire, anche se come sceneggiatore aveva veramente un taglio moderno e personale.
A me è sempre piaciuto parecchio, soprattutto plastico e pulito com'era all'inizio della Storia del West o come nelle illustrazioni del post.
Come sceneggiatore era una spanna sopra gli altri e il suo eclettismo gli permetteva di lavorare con stili di scrittura diversi a seconda della destinazione. Ricordo certe sue cose sul Giornalino, così come le sue collaborazioni con Berardi (che se non ricordo male, in una vecchia intervista aveva citato Storia del West come fonte di ispirazione per Ken Parker), ai suoi albi per la collana "Un Uomo un Avventura".
Addirittura ricordo bene un bellissimo speciale di Nick Raider (da qualche parte in qualche scatolone), scritto da lui e disegnato da Brindisi, tutto ambientato all'interno del distretto.
Non scriveva tanto per scrivere, insomma.
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