Quando l'Eura Editoriale aveva ancora la forza di mandare in edicola quei balenotteri di carta raccolti sotto la collana I Giganti dell'Avventura (e parlo della seconda serie, quella in formato tascabile da 250 pagine), chiunque avesse sei euro in tasca poteva portarsi a casa un pezzo di uno dei classici dell'historietas. Roba come Mojado, Il Cosacco, Amanda o i liberi di Mazzitelli e Alcatena. Ho letto e mi sono goduto tutti quelli che avevo preso all'epoca, ma quello con cui mi sono divertito di più, tanto da meritarsi questa rilettura, era quello dedicato a Detective Abbeyard (sottotitolo: Nebbia Rossa) di Viviana Centol e Carlos Vogt.
Detective Abbeyard (in originale "Abbeyard de Scotland Yard") è una serie umoristica ambientata nella Londra Vittoriana il quale protagonista, Archibald Abbeyard, è un poliziotto buontempone e un mediocre segugio di Scotland Yard, proprio per questo relegato alla polverosa mansione di archivista.
Sposato con l'irrispettosa e dispotica Verna, Archibald deve sottostare alle angherie della moglie, così come a quelle dei suoi superiori, Ferguson e il capo della polizia Burns.
Nei due volumi in questione (I Giganti dell'Avventura #74 e #77) sono raccolte le tre storie che compongono l'intera serie (non mi è dato sapere se c'è altro materiale inedito).
Nella prima, Archibald sarà coinvolto suo malgrado nelle indagini che riguardano gli efferati omicidi ai danni di alcune prostitute di Whitechapel (da qui la probabile ispirazione, ma solo nel nome, al capo della polizia metropolitana londinese Frederick Abberline che si occupò realmente di indagare sugli omicidi firmati da Jack lo Squartatore e il gioco della Centol che porta tutti i personaggi della serie a sbagliare continuamente il cognome del povero Archibald). Il suo coinvolgimento avverrà quando dopo l'omicio di Belle, una sua amica prostituta, questa gli comparirà davanti agli occhi come un fantasma, facendo scoprire ad Abbeyard il "dono" particolare che lo rende appunto capace di vedere e parlare con i morti.
Nella seconda, congedato a forza da Scotland Yard, Archibald entrerà in società con il suo ex capo William Burns aprendo un'agenzia di investigazioni privata e cercando di applicare (e sfruttare) il suo "dono" alle indagini. Come primo incarico i due dovranno investigare sulla morte di una veggente capace di comunicare con l'aldilà (aiutata dagli spettri di un ex corteggiatore e di un pirata capace di spostare gli oggetti nonostante la sua natura eterea) e scagionare una loro conoscente, anch'essa in grado di vedere i defunti (si, da un certo punto in poi, chiunque sembra in grado di parlare con i morti).
Nella terza, infine, i due detective correranno in soccorso di una vecchia fiamma di Burns esaminando alcuni reperti archeologici che le ha fatto pervenire suo marito dopo aver scoperto uno straordinario tesoro in Egitto. Dopo quella spedizione, però, non si sono più avute notizie dell'archeologo e i tre, in compagnia di un'affascinante domestica, partiranno alla sua ricerca scoprendo le macchinazioni di un pericoloso criminale.
La Centol è particolarmente esperta e a suo agio con i tempi della commedia, genere che, come sai, manca completamente dal repertorio a fumetti di mezzo mondo (e vai a capire il perché), ma che proprio in Argentina vanta una lunga tradizione. Le sue storie, proprio come nel caso di Abbeyard, sono divertenti e mai banali e i suoi tempi comici sono invidiabili e pressoché perfetti (cosa non facile da conciliare con il fumetto). Ma al di là delle storie, in Abbeyard, in particolare, a brillare sono le rocambolesche e assurde vicende vissute dai goffi personaggi in scena.
Sono un estimatore delle storie dell'autrice di Buenos Aires della quale produzione, già limitata rispetto ad altri suoi colleghi, ho letto davvero poco. Solo Detective Abbeyard, appunto, e Specie in Via di Estinzione in coppia con Garcia Seijas, mentre negli anni passati sono state serializzate sui due settimanali dell'Eura/Aurea diverse sue opere mai raccolte in volume e che oggi, purtroppo, non saprei proprio come recuperare (tra queste, Bambi e Lenny, I Poteri della Signora Nowan, Quei Peccati di Famiglia, Gore, Cornelia, In Cerca di Mister Bath e Sogni).
Per quanto riguarda invece i disegni, Carlos Vogt, illustre veterano del fumetto argentino, collaboratore grafico di Oesterheld, Ray Collins e Robin Wood (su titoli come Doc Carson, Canada Joe, Pepe Sanchez e Mojado), si presenta con uno stile forse più asciutto e curato rispetto a certe sue cose più vecchie (Abbeyard, pubblicato originariamente nel 2006, rappresenta anche uno dei suoi lavori più recenti).
Il suo tratto, riconoscibilissimo ed estremamente classico, sembra infatti sposarsi a meraviglia con i toni da commedia espressi nell'opera.
Due volumi davvero divertenti che varrebbe la pena recuperare nel caso tu avessi voglia di farti qualche risata.
Detective Abbeyard (in originale "Abbeyard de Scotland Yard") è una serie umoristica ambientata nella Londra Vittoriana il quale protagonista, Archibald Abbeyard, è un poliziotto buontempone e un mediocre segugio di Scotland Yard, proprio per questo relegato alla polverosa mansione di archivista.
Sposato con l'irrispettosa e dispotica Verna, Archibald deve sottostare alle angherie della moglie, così come a quelle dei suoi superiori, Ferguson e il capo della polizia Burns.
Nei due volumi in questione (I Giganti dell'Avventura #74 e #77) sono raccolte le tre storie che compongono l'intera serie (non mi è dato sapere se c'è altro materiale inedito).
Nella prima, Archibald sarà coinvolto suo malgrado nelle indagini che riguardano gli efferati omicidi ai danni di alcune prostitute di Whitechapel (da qui la probabile ispirazione, ma solo nel nome, al capo della polizia metropolitana londinese Frederick Abberline che si occupò realmente di indagare sugli omicidi firmati da Jack lo Squartatore e il gioco della Centol che porta tutti i personaggi della serie a sbagliare continuamente il cognome del povero Archibald). Il suo coinvolgimento avverrà quando dopo l'omicio di Belle, una sua amica prostituta, questa gli comparirà davanti agli occhi come un fantasma, facendo scoprire ad Abbeyard il "dono" particolare che lo rende appunto capace di vedere e parlare con i morti.
Nella seconda, congedato a forza da Scotland Yard, Archibald entrerà in società con il suo ex capo William Burns aprendo un'agenzia di investigazioni privata e cercando di applicare (e sfruttare) il suo "dono" alle indagini. Come primo incarico i due dovranno investigare sulla morte di una veggente capace di comunicare con l'aldilà (aiutata dagli spettri di un ex corteggiatore e di un pirata capace di spostare gli oggetti nonostante la sua natura eterea) e scagionare una loro conoscente, anch'essa in grado di vedere i defunti (si, da un certo punto in poi, chiunque sembra in grado di parlare con i morti).
Nella terza, infine, i due detective correranno in soccorso di una vecchia fiamma di Burns esaminando alcuni reperti archeologici che le ha fatto pervenire suo marito dopo aver scoperto uno straordinario tesoro in Egitto. Dopo quella spedizione, però, non si sono più avute notizie dell'archeologo e i tre, in compagnia di un'affascinante domestica, partiranno alla sua ricerca scoprendo le macchinazioni di un pericoloso criminale.
La Centol è particolarmente esperta e a suo agio con i tempi della commedia, genere che, come sai, manca completamente dal repertorio a fumetti di mezzo mondo (e vai a capire il perché), ma che proprio in Argentina vanta una lunga tradizione. Le sue storie, proprio come nel caso di Abbeyard, sono divertenti e mai banali e i suoi tempi comici sono invidiabili e pressoché perfetti (cosa non facile da conciliare con il fumetto). Ma al di là delle storie, in Abbeyard, in particolare, a brillare sono le rocambolesche e assurde vicende vissute dai goffi personaggi in scena.
Sono un estimatore delle storie dell'autrice di Buenos Aires della quale produzione, già limitata rispetto ad altri suoi colleghi, ho letto davvero poco. Solo Detective Abbeyard, appunto, e Specie in Via di Estinzione in coppia con Garcia Seijas, mentre negli anni passati sono state serializzate sui due settimanali dell'Eura/Aurea diverse sue opere mai raccolte in volume e che oggi, purtroppo, non saprei proprio come recuperare (tra queste, Bambi e Lenny, I Poteri della Signora Nowan, Quei Peccati di Famiglia, Gore, Cornelia, In Cerca di Mister Bath e Sogni).
Per quanto riguarda invece i disegni, Carlos Vogt, illustre veterano del fumetto argentino, collaboratore grafico di Oesterheld, Ray Collins e Robin Wood (su titoli come Doc Carson, Canada Joe, Pepe Sanchez e Mojado), si presenta con uno stile forse più asciutto e curato rispetto a certe sue cose più vecchie (Abbeyard, pubblicato originariamente nel 2006, rappresenta anche uno dei suoi lavori più recenti).
Il suo tratto, riconoscibilissimo ed estremamente classico, sembra infatti sposarsi a meraviglia con i toni da commedia espressi nell'opera.
Due volumi davvero divertenti che varrebbe la pena recuperare nel caso tu avessi voglia di farti qualche risata.
12 commenti:
La serie l'ho letta a suo tempo su Skorpio e i volumi (che possiedo) non li ho riletti, ma mi hai fatto venir voglia di farlo!
Una delle prove migliore della Centol, forse proprio la migliore in assoluto, e Carlos Vogt è ancora uno spettacolo nonostante l'età - d'altra parte l'umorismo e la commedia gli sono molto congeniali.
Perso il primo volume. Believe me or not, ho ritrovato il secondo un paio di sere fa mentre cercavo la traduzione italiana del Lupin III prima serie ( 1967 ) e credo di aver cambusato la Centol e Vogt con un volumetto Play Press in cui Fredo Alcala omogenizza diversi matitisti al lavoro sulle origini di Freddy Krueger ed un altro con certe topolone Velma di Scooby oriented, ma meno timide, contro gli zombies by Ross Campbell prima che cambiasse sesso e nome. Una biblio non proprio ordinata che credo si pappi la roba. Non si spiega in caso contrario il fatto che ogni tanto sparisca roba innocua come gli Avengers di Harras/Epting/Palmer e meno come il Corrigan di Ware. Contatemi tra coloro che chiedono più commedia nei comics. Con tutto il rispetto x il dinamico duo di cui sopra, confesso che la mia idea di comedy nella Londra vittoriana con un fantasma curioso ed un detective sprovveduto passa però per un testo a la Peter David e disegni cartoon a la Norm Breyfogle di Prime con strizzatine d'occhio al Topo di Faraci/AAVV. Praticamente la riduzione a fumetti di 1941 di Spielberg x mano di Rick Veitch come fosse uno sketch dei Monty Python con un detective imbranato con il muso del Nick Cage di Ghost Rider ( mentre si trasforma ) che crede di parlare con i fantasmi di prostitute in realtà vive e vegete che lo prendono x il lato B e lo invischiano senza volerlo in un complotto per portare l'atmo del moulin rouge a corte.
Chissà se questo materiale potrebbe rientrare nei programmi di ristampa del Maxi che continua a proporre delle buone cose e i disastrosi svarioni dell'Aurea. Questo mese è iniziata Jessica Blandy, non mi sembra male di primo acchito, se non erro a breve dovrebbe concludersi la serie di Hor e anche Skorpio non dovrebbe averne per moltissimo. Gli slot vuoti ci saranno, anche le Terre del sogno dovrebbe lasciare spazi di manovra, questa potrebbe essere una valida alternativa. Comunque nemmeno io credo alla mia stessa ipotesi.
@ Luca:
Ecco, mi piacerebbe proprio leggere le altre cose della Centol. "Specie in via di estinzione" non era male, ma in effetti "Abbeyard" mi è piaciuto molto di più. Da grande estimatore del fumetto argentino quale sei, sai bene quanto sia radicato il genere della commedia. Mi chiedo perché abbia sempre faticato ad attecchire altrove (a parte in Francia, forse, dove esiste anche se è meno noto). Se non sbaglio in un'intervista una volta Gianfranco Manfredi disse che avrebbe voluto provarci in Italia, prima o poi. Chissà. Mi piacere che accadesse (qui da noi, l'unica eccezione che io ricordi, molto riuscita, per quanto mi riguarda, era il Billi Band di Giuseppe De Nardo).
Quello di Vogt è uno stile pertinente al genere, si, e in generale è un gran bel disegnatore, soprattutto quello più "maturo".
@ Crepascolo:
Solita infornata di visioni crepascoliane (crepascoline?)
Però Peter David e Norm Breyfogle su un'ambientazione vittoriana li si dovrebbe proprio vedere.
@ Dario:
E fai bene a non crederci. Onestamente neanch'io credo che un titolo del genere possa tornare ad essere ristampato dall'Aurea. Nel Maxi hanno cominciato con le primissime cose apparse sui settimanali e credo che l'intenzione sia quella di procedere molto lentamente con quei primi "classici".
Anch'io sono passato in edicola per prendere l'ultimo Maxi. Mi interessava perché avrei voluto rileggere il primo volume di Jessica Blandy, perché l'idea di mettere albi completi all'interno del mensile non è male. La questione è che quando l'ho sfogliato ho notato che c'era un'altra serie (ora non ricordo quale) stampata a pixel grossi come una casa e mi sono rifiutato di prenderlo.
Con tutto il bene che voglio all'Aurea, non riesco a dare ancora soldi per qualcosa stampato così male.
Pace.
La commedia è il genere + difficile da maneggiare. Mi pare che dalle nostre parti si sia visto qualcosa di buono nelle storie di Manetta/Rock Sassi etc di Faraci/AAVV. Occorre ritmo. Anche più di quando si apparecchia un tentativo di terraformare il pianeta da parte di alieni che inavvertitatente risvegliano sopiti sauri radioattivi a cui si contrappongono mutanti ninja cyborgs a loro insaputa infettati da naniti atlantidei. Il tizio che prende le atmo della Strana Coppia, le affila per il 21mo secolo ed una generazione di potenziali clienti intorpiditi dal tempo di attesa prima della risata che accompagna la battuta dello Sheldon di turno, e riesce a fumettarla per un lettore che può gustare i gags anche dal suo device sul bus mentre è compresso dagli altri passeggeri è il Sio di domani.
Per me Detective Abbeyard è la cosa migliore che ha fatto la Centol, neanche Specie in Via di Estinzione mi era piaciuto particolarmente. Per il resto ha realizzato varie cose di fantascienza o thriller ma anche lei poche commedie (e un altro fumetto disegnato da Vogt non si può definire commedia perché aveva vari riferimenti alla dittatura di Videla).
Mi associo a Crepascolo: la commedia è un genere difficile, e forse anche sottovalutato. Però in tanti altri fumetti di generi diversi ci sono stati dei tentativi riusciti di inserire una vena più leggera.
Mi associo a Luca Lorenzon - sempre nel caso non si sia la stessa persona con due nomi diversi - nello stigmatizzare quanto si tenda a sottovalutare la commedia e nel notare come possa capitare che in una vicenda dalle atmo differenti si cali un momento lieve. In fondo, tanto x marzullare allegramente , la vita è un decoupage di momenti drammatici e di altri meno incollati su di un barattolo bianco come la famosa balena e che come la famosa balena ci atterrirebbe se lo vedessimo rotolare in tutto il suo candore verso il nostro occhio prensile.
Mi chiedo se i miei buoni amici Centol e Vogt sarebbero interessati a raccontare del capitano Ismaele Lorenson e del suo essersi murato per errore nella sua cambusa al posto dell'odiato rivale Popeye Amontillado. Da solo e brillo e scosso dalle onde che fanno rotolare verso il suo occhio prensile non coperto da benda tutti quei barattoli che paiono accusarlo di aver sprecato la sua occasione. Non più di quaranta tavole. Difficile farne una commedia, ma con il dinamico duo non si sa mai...
Con tutta la ragione che ha da vendere Crepascolo in questo frangente potrebbe diventare ricco.
Come diceva Alan Moore la vita non appartiene a un genere predefinito, ma c'è un po' di commedia, un po' di dramma, un po' di thriller, un po' di orrore. E se uno è fortunato, tanta ma tanta pornografia.
La serie stampata col culo era Oltre la terra del sogno. Vergognoso.
@ Luca:
Hanno ragione sia Crepascolo sia Moore, dunque. Dobbiamo farli incontrare. A meno che non siano la stessa persona.
@ Dario:
Eccola lì, si. Mi si sono incrociati gli occhi, su quelle pagine.
La vita e' solo un'ombra che cammina,un povero attore che si pavoneggia e si dimena durante la sia ora sul palcoscenico,dopodiche' non si sente piu' nulla . Una favola narrata da un idiota,piena di rumore e furia,che non significa nulla.
Ragazzi, quanto era pessimista l'altro Bardo ! Io , modestamente, sono solo quello di Northampton.
Posta un commento