Se non fosse per quelle due note di Vangelis, verrebbe seriamente da chiedersi "embé, dovrei emozionarmi per due passettini nel deserto, per il faccino pulito di Ryan Gosling o per un Harrison Ford vecchio e bolso (che ormai ti ritrovi dappertutto) che esce quatto quatto dall'ombra"?
Ovviamente si continua ad incrociare le dita, ma so già fin da ora che questo Blade Runner 2049 non intaccherà minimamente quello originale, né in positivo né in negativo. Se questo di Denis Villeneuve si dovesse infatti rivelare un cattivo film, o semplicemente un film inutile, basterà aspettare cinque minuti per avere la sensazione che non sia mai esistito. Se si dovesse invece rivelare anche solo un buon film, tanto meglio per tutti. Sarò il primo a godermelo.
7 commenti:
Ah, fanno il seguito di Blade Runner?
Quello del romanzo mi ricordo che uscì ancora un bel po' di tempo fa.
Il sequel letterario a opera di K.W. Jeter rientra proprio in quelle operazioni nostalgia che sarebbe stato meglio tenere nel cassetto. Pensa che in pochi sanno che tra il '95 e il 2000 ha scritto ben tre sequel romanzati: Blade Runner 2, 3 e 4 e che più che proseguire il romanzo originale di Dick, seguono la storyline del film.
E a parte alcune sue cose degli anni '80, non è che Jeter sia proprio uno scrittorone, eh.
Cappadabliùgeter sarebbe un bellissimo nome per il personaggio di un tizio che crede di essere un replicante ed è torturato da tanti, troppi ricordi e persino da cose che tutti tendiamo a dimenticare come l'odore di cannella rancida che sale da quel gomitolo di corda che riposa nel ripostiglio del nonno in quei giorni di sole e futuro senza fine mentre tutto intorno è una avventura. Cappa non può reggere di alzarsi ogni mattina e ricordare financo il sorriso falso della panettiera che ruba sul peso delle michette mentre dialoga meccanica con le clienti e così si autoinfligge registrazioni della sua voce che gli ricorda di quando ha visto i ragnetti che si mangiavano la mamma ragno o di quando ha mostrato il suo birubiru alla cugina Sean Young e spera che prima o poi ( citaz ndr ) quel paio di informazioni sovrascriva il resto e gli permetta di sorridere nel crepuscolo come un uomo nuovo di pacca.
Io mi ricordavo come titolo del romanzo un "La Notte degli Androidi", ma ora che mi ci fai pensare credo di aver visto anche un "Blade Runner II" o una cosa così.
@ Crepascolo:
Povero Cappadabliùgeter. In effetti sono stato un po' duro. Diciamo che la sua carriera, soprattutto negli ultimi anni, è andata avanti a botta di adattamenti da cinema e tv alla carta stampata.
@ Luca:
Credo tu ti riferisca al suo Blade Runner 3. Questi i titoli:
Blade Runner 2: The Edge of Human
Blade Runner 3: Replicant Night
Blade Runner 4: Eye and Talon
Gli allergici ai sequel e ai remake dimenticano di continuo che questi non intaccano in nessun modo l'originale.
Semmai, visto che difficilmente riescono ad eguagliare o superare l'opera ispiratrice, questa ne esce fuori esaltata.
Almeno, io non ho sentito di nessuno che ha bruciato il suo dvd di 2001 Odissea nello Spazio dopo il modesto sequel di Hyams o ha buttato dalla finestra la sua copia di Solaris quando Soderbergh ne ha fatto un remake (peraltro, per niente malaccio).
Venendo a Blade Runner 2049, chi vivrà vedrà: personalmente, nutro poche speranze, ma tanto che fai? Non ci vai a vederlo? Ci vai, ci vai.
Ci si va comunque, foss'anche solo per parlarne male (e Facebook rigurgita di critici cinematografici, lo sappiamo).
E poi ci si chiede perché abbondano al cinema sequel, remake, reboot e spinoff: non importa se sono ben fatti, se era necessario farli o altro: la gente va a vederli e basta. È così semplice.
@ Luca:
Certo che ci si va a vederlo, ci mancherebbe altro. Fosse solo per il beneficio del dubbio. E anche perché le basi buone per un film apprezzabile ci sono tutte. Poi come dicevo, se proprio non va, pace. Ce ne faremo una ragione. Anzi. Tornerò a guardare e a gustarmi per l'ennesima volta l'originale :)
Posta un commento