30.6.16

Di strani Dottori, invincibili aironmenni, Principi Bernardi e gialli misteriosi

DOCTOR STRANGE #1 
di J. Aaron, C. Bachalo

Potrei anche sbagliare, ma non ricordo di una testata interamente dedicata allo strambo Dottore dell'universo Marvel. La Panini fa cosa assai gradita (per me, almeno) e la distribuisce in edicola cercando di sfruttare l'hype che sta crescendo attorno al film (che in realtà arriverà al cinema solo ad ottobre). All'interno ci trovi la nuovissima serie Doctor Strange (All-new, All-tutto-il-resto), ideata e scritta da Jason Aaron (che mi ritrovo qui proprio dopo aver letto il bellissimo primo volume di Southern Bastards) che ci mette parecchio di suo con una curiosa storia a base di creature disgustose e di una misteriosa dimensione occulta che sembra voler presto straripare nella nostra senza farsi troppi problemi. La cosa davvero interessante è la questione legata ai "batteri psichici interdimensionali" che non permettono a Strange di vivere una vita normale. Per quanto Aaron affronti seriamente certi temi, però, riesce ad impreziosire il tutto con una buona dose di humor nero che rende la lettura parecchio divertente (a tanti, questa deriva ironica non piace, a me si).
Chris Bachalo, dal canto suo, cerca di arruffianarsi chi ha tanto apprezzato le inquietanti e psichedeliche atmosfere di Ditko, ma crea anche un mondicino personalissimo a sua immagine e somiglianza.
E di mezzo ficcaci pure un breve intermezzo, tra i due episodi, disegnato da mister Kevin Nowlan (che è sempre un bel vedere).



Promozione a pieni voti, per ora. Avrei preferito un bimestrale con due episodi alla volta del Dottore, mentre invece mi tocca un mensile che già dal prossimo numero ospiterà anche la serie regolare di Scarlet Witch di James Robinson e Vanesa Del Rey che non so quanto possa piacermi (anche se ne ho sentito parlare molto bene). Vedremo.

INVINCIBLE IRON MAN #1-2
di B. M. Bendis, D. Marquez

Non so perché sia stato deciso di proporre proprio Iron Man al prezzo lancio di 1,99 euro, ma alla fin fine a qualcosa è servito. Probabilmente non l'avrei preso, infatti, perdendomi una tra le cose più "curiose" di questo ennesimo rilancio.
Invincible Iron Man è la nuova serie dedicata al crociato rosso e oro, orchestrata da Brian Michael Bendis e disegnata dal plastico David Marquez. Dentro c'è un Tony Stark più che mai motivato ad andare oltre i propri limiti e cosciente del fatto che dovrà ampiamente superarli se vorrà rimanere a galla in un mondo, il nostro, dove un giovane genio quindicenne è riuscito a superare le difese delle Stark Industries. Bendis spazza via anni e anni di discussioni sulle varie armature, facendo realizzare a Tony un modello unico che possa replicarle tutte, a seconda dell'esigenza, composto da micro parti intercambiabili (idea buonina, a mio modo di vedere).
Di mezzo ci passa un nuovissimo Victor Von Doom dal volto pulito e senza sfregi, profumato e ingiacchettato in una mise elegantissima (che non ho proprio idea da dove possa essere venuto fuori) che chiede a Tony di recuperare un oggetto sottrattogli dalla spietata criminale Madame Masque (che guarda caso è proprio una ex fiamma del playboy multimiliardario).


In sottofondo si muove anche una possibile nuova relazione sentimentale tra Stark e la bella Amara Perera, genio della biochimica originaria di Ceylon.
A
me questi primi due numeri sono sembrati molto buoni. Bendis sta cercando davvero di svecchiare quello che dovrebbe essere il personaggio più moderno e tecnologico della Marvel e probabilmente ci sta riuscendo più dei suoi ultimissimi predecessori. Cercando inoltre di insaporire il tutto con una buona dose d'ironia (mi hanno fatto molto ridere il batti-cinque con il Dottor Strange o gli assurdi messaggi di Tony destinati a lui stesso per non saltare gli appuntamenti importanti). 

I disegni di Marquez, inoltre, sono puliti e ordinati il giusto per un progetto del genere. Tenendo conto che almeno per il momento non sembrano previsti comprimari di sorta, credo che fin quando la serie terrà questi livelli, la seguirò con piacere.

BERNARD PRINCE #1-2
di Greg, Hermann

Dopo la saga di Black & Mortimer, sulla Collana Avventura arriva Bernard Prince, classico della bédé nato nel 1966 per i testi di Greg e i disegni di un Hermann non certo al suo splendore, ma dallo stile già "pieno" e abbastanza caratterizzato. Sono previsti in tutto nove volumi (due episodi lunghi e uno corto per ogni albo) che dovrebbero raccogliere tutta la serie, compresi quelli disegnati da Dany e Aidans. Questa edizione è arricchita dalle nuove cover che Hermann ha disegnato e colorato ad hoc per la nuova ristampa in Francia a partire dal '99.
Bernard Prince ha sofferto in Italia di una pubblicazione frammentata e mai completa, apparendo a puntate sui Classici Audacia a metà anni '60, sul Corriere dei Piccoli (e dei Ragazzi) alla fine dello stesso decennio e poi negli '80 su Grandi Eroi della Comic Art e sul Lanciostory dell'Eura.
Nelle sue avventure in giro per il mondo (sempre in viaggio a bordo del suo yacht, il Cormoran) l'ex agente dell'Interpol Bernard Prince si avvale della collaborazione del burbero marinaio sbevazzone Barney Jordan (che deve molto, immagino, al più noto capitano Haddock di Tintin) e il giovanissimo mozzo indiano Djinn.
Nonostante l'impianto molto classico della serie, le storie sono semplici ma squisitamente esotiche e improntate alla purissima avventura.


Nel primo albo sono raccolte le prime due storie, Il Generale Satan (divisa in due parti, la cui prima si intitola I Pirati di Lokanga) e Tempesta su Coronado, dove prima di tutto facciamo la conoscenza dei protagonisti che formeranno il terzetto noto a tutti e della nemesi di Bernard, il temibile Wang Ho (il Generale Satan, appunto), destinato a tornare spesso nelle sue avventure. Lo ritroviamo infatti già nel secondo albo, nella bella storia La frontiera dell’Inferno, dove Bernard e soci saranno ingiustamente accusati di furto e omicidio e poi costretti ad affrontare una fuga disperata attraverso le paludi, in una spietata caccia all'uomo architettata proprio da Wang Ho.


Chiudono il secondo volume la divertente Avventura a Manhattan (una delle poche che avevo già letto), dove il Cormoran approda per la prima volta negli Stati Uniti, e una delle storie brevi, in questo caso La Passeggera, serializzate originariamente in appendice ai volumi originali per aumentarne la foliazione.
Insomma, si tratta di storie dal fascino molto particolare che semplicemente è un piacere leggere. Non saprei come spiegarlo meglio.

MARTIN MYSTéRE #345
di S. Badino, G. Alessandrini

A prescindere dalla storia devo ammettere che, per quanto mi riguarda, stringere tra le mani 160 pagine disegnate da Giancarlo Alessandrini è sempre una festa. Mettici poi che Sergio Badino mette a segno una delle storie più interessanti e solide dell'anno, tirando in ballo nientemeno che la note regina del giallo, miss Agatha Christie. 
Mentre prepara una puntata della sua trasmissione dedicata alla Christie, infatti, Martin Mystère scopre un suo presunto romanzo inedito ambientato in Egitto e scritto negli anni '10 del secolo scorso, ben prima che divenisse famosa, insomma. Nel manoscritto, inoltre, sono descritti luoghi scoperti soltanto anni dopo, come la Caverna dei Nuotatori nel Gilf Kebir, catena montuosa sul confine tra Egitto e Libia. Chiedendosi come fosse possibile che la scrittrice conoscesse già tali posti, il detective dell'impossibile parte per la capitale della Repubblica Araba sulle tracce di un popolo dimenticato che nasconde la chiave di uno straordinario segreto.
Il tutto costellato dalle solite, frivole "ipotesi" sulla misteriosa scomparsa della Christie, durata qualche giorno, e del successivo e repentino divorzio.


Bello, niente da dire. Ci sarebbe solo da sottolineare ancora una volta quanto Alessandrini riesca a sguazzare nelle ambientazioni d'epoca (aveva già dato conferma della cosa nei Martin Mystére ambientati negli anni '30). 
Unico neo (un vero peccato, se devo dire), sta nell'aver voluto riprendere in copertina la grafica storica dei Gialli Mondadori ma con un "misterioso" blu di fondo (mi sfugge il perché). Fosse stata gialla, sarebbe stato un piccolo, simpatico capolavoro grafico.

6 commenti:

Luca Lorenzon ha detto...

Di questi ho preso solo l'Iron Man di Bendis. E non ho ancora capito se mi piace o no, anzi penso di farci un post a breve al riguardo.

CREPASCOLO ha detto...

Il buon dottore da noi al massimo è arrivato ad una miniserie di cinque numeri magrolini negli anni novanta con lo Strange di Roy Thomas e Geof Isherwood. Se non ricordo male, la mini conteneva anche gli ineffabili Secret Defenders ( Strange in ogni numero metteva insieme picchiatelli in costume diversi a seconda della necessità ) disegnati con quello stile anni novantissima - e non sto parlando degli Image Boys - che caratterizzava Dave Hoover ( RIP ) , Grant Miehm e Kev Hopgood. A dirla tutta pero' Andre Coates era anche meno dotato degli altri - siamo nei paraggi dello Alex Saviuk dei primi anni novanta di Spidey - e nessuno ricorda quella roba, come forse è giusto. Ish non era male. Ricordo altrove il suo Strange in team up con il Morbius reso interessante altrove da Kaminski e Ron Wagner.
Sono curioso dell'ultimo Doc, ma trovo che Bachalo carichi troppo le sue tavole. Opinione personale, of course. Mi piaceva di + giusto negli anni novanta al tempo di Shade, Death, Ghost Rider 2099 e Generation X.
Alessandrini mi piace sempre e quindi troverò il modo di mettere le zampe anche sulla storia della signora Christie. Opinione sempre personale, ma credo il suo capolavoro sia Anastasia Brown. Forse soffre nel lay out bonelliano. Forse ha una sottile vena anarchica. Trovo davvero ispirate le sue cose fuori da Via Buonarroti - vedi anche l'Uomo di Mosca su testi di Bob Dal Pra - e resta uno dei cartoonists nostrani che apprezzo di più e che non mi stanca mai.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Luca:
Con il terzo albo dovrebber concludersi il primo story arc, se non ho capito male. Attendo le tue opinioni in merito.

@ Crepascolo:
Meu deus, ma tu ti riferisci a QUESTA. Sono andato a cercarla perché me l'hai ricordata tu. L'avevo completamente rimossa. Doveva essere una roba tipo i Difensori della Terra, ma con Strange al posto di Mandrake :)
Vero. Alessandrini fuori dalla gabbia classica sei vignette rende anche meglio.

CREPASCOLO ha detto...

I Difensori Segreti aveva qualcosa della successiva Heroes for Hire di Ostrander e Ferry, ma non poteva contare su Ostrander ( che è comunque + a suo agio su personaggi DC come nel caso dei suoi 62 numeri di Spectre ) e soprattutto su Pascual Ferry , allora meno sintetico di oggi, ma cinetico come e più di un mangaka.
Nel crepascolaverso Ferry ( dopo Ferri ! ) disegna Zagor e Martin Mystere. Prova a chiudere gli occhi ed immaginalo mentre ridisegna il Nat Never che corre di Castellini. Visto ? Non è un fratellino del ns Stefano Casini ? del primo Mari ? Excelsior !

La firma cangiante ha detto...

Concordo in pieno con il tuo giudizio su Strange e anche a me l'unico dubbio che rimane è quello della serie comprimaria. Per quanto a conti fatti i bimestrali con due episodi siano forse un pelo meno economici di altri ultimamente li trovo la soluzione migliore. La formula del brossuratino alla Occhio di Falco, Ant-Man o Vedova Nera mi garba parecchio.

Ti dirò, concordo in pieno anche su quanto detto di Iron Man che al momento mi sembra tra le cose più godibili del nuovo rilancio, poi a me i dialoghi di Bendis son sempre piaciuti e quindi... qui poi è cazzaro il giusto che non guasta.

Per Bernard Prince invece come ti dicevo ho dovuto fare passo.

LUIGI BICCO ha detto...

Vedremo come va avanti la storia su Strange. In effetti un episodio al mese mi sembra abbastanza striminzito, ma capisco che non siamo più negli anni '80 dove c'erano da recuperare decenni di storie.
Con Iron Man il discorso cambia. Stanno infilandoci due storie per albo perché con il terzo si chiude il primo ciclo e dal quarto comincia International Iron Man di Bendis e Maleev. Sembra buona anche quella.

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