Prophet è una serie a fumetti d'oltralpe in quattro albi che la Cosmo ha finito di pubblicare proprio il mese scorso. L'autore è il cartoonist francese Mathieu Lauffray, ma i primi due episodi hanno visto ai testi il veterano Xavier Dorison (Il Terzo Testamento, W.E.S.T., XIII Mystery).
Dorison ha poi abbandonato la barca in seguito ad altri impegni, ma le mani sopra ce le ha volute mettere, un po' per dare evidentemente un'avviata a tutta la vicenda, un po' perché in coppia con Lauffray aveva già lavorato alla bellissima serie Long John Silver.
Dorison ha poi abbandonato la barca in seguito ad altri impegni, ma le mani sopra ce le ha volute mettere, un po' per dare evidentemente un'avviata a tutta la vicenda, un po' perché in coppia con Lauffray aveva già lavorato alla bellissima serie Long John Silver.
La storia è quella del ricercatore Jack Stanton che accompagna il suo mentore in un'importante spedizione alla ricerca di un misterioso manufatto. In due righe: Jack mette le mani su qualcosa, una stele appartenente ad una civiltà scomparsa, che era meglio non scoprire affatto. E al suo ritorno a New York, a braccetto con la notorietà dovuta alla sua scoperta, si ritrova preda di bizzarre visioni ed esiliato improvvisamente in un mondo parallelo (o almeno sembra un mondo parallelo) che prende vita al di là del ponte di
Brooklyn. E qui uno sparuto gruppetto di sopravvissuti lo scambia per "il profeta".
Non voglio tediarti troppo. Prophet è un titolo scritto e disegnato bene. A me è piaciuto particolarmente e rientra di sicuro tra le cose migliori pubblicate dalla Cosmo. L'impressione, infatti, è stata quella che la serie si distaccasse dal bagaglio forte dell'editore emiliano per piazzarsi uno zinzinello più in là, tra le cose (finalmente) un po' diverse.
Ricorderai che qualche tempo fa l'avevo definito un "gioiellino". Le premesse del primo episodio sono fondamentali e creano tanta attesa, mentre tra il secondo e terzo albo, costellato da inquietanti rivelazioni e cupe atmosfere, la vicenda tende a ridimensionarsi permettendo a chi legge di seguire la trama con serenità, anche se in direzione di un panorama sempre più sconfortante. Ma è nel quarto e conclusivo episodio che il pezzo di carbone viene epurato dalle scorie in eccesso e lavorato di fino come una pietra preziosa. L'ultima parte della storia è infatti magistralmente trattata su un piano onirico destinato a portarci alla fine della strada (forse letteralmente).
Ci sono dei colpi di scena ben piazzati, dialoghi equilibrati, situazioni tese il giusto e un ottimo trattamento tra lo stato allucinatorio in cui versa il protagonista e i flashback che rivelano i vari pezzi del rompicapo. Se non ti è chiaro, insomma, sto dicendo che il soggetto e la sceneggiatura sono davvero buoni, anche se certi aspetti avrebbero meritato un certo approfondimento.
Ci sono dei colpi di scena ben piazzati, dialoghi equilibrati, situazioni tese il giusto e un ottimo trattamento tra lo stato allucinatorio in cui versa il protagonista e i flashback che rivelano i vari pezzi del rompicapo. Se non ti è chiaro, insomma, sto dicendo che il soggetto e la sceneggiatura sono davvero buoni, anche se certi aspetti avrebbero meritato un certo approfondimento.
Sul versante disegni, nulla da aggiungere a quanto ti possano già suggerire gli occhi che hai poco sotto la fronte. Il segno di Lauffray è morbido e potente allo stesso tempo. Narrative e suggestive soprattutto negli ambienti, le sue tavole vantano uno squisito equilibrio e certe sue atmosfere bucano la pagina per avvicinarsi in modo prepotente alla perfezione (sempre in rapporto al tipo di opera). Come nel caso dei grattacieli in rovina circondati dal fumo e dalla polvere (che in verità mi hanno tanto ricordato quelli di Katsuhiro Otomo) o come la palpitante scena della nave alla deriva e della sua disastrosa entrata in città nel quarto episodio.
Insomma, volendo tirare due somme, pur non essendo un capolavoro Prophet si è rivelata una lettura parecchio interessante da più punti di vista. Di sicuro, visto il panorama attuale in edicola, da lettore mi piacerebbe leggere più cose fatte in un certo modo. E Prophet è fatto proprio in quel certo modo lì.
9 commenti:
Letto a suo tempo su Lanciostory non mi prese per niente, e infatti ho evitato questa edizione Cosmo.
Non sapevo fosse stato già pubblicato su Lanciostory. Immagino solo i primi due albi, quindi.
Comunque hai fatto male, una chance la meritava :)
Parecchia roba letta a pezzettini sui settimanali dell'Eura/Aurea mi era sembrata stucchevole e tediosa, e poi invece...
Sì, è vero che sui settimanali Eura/Aurea certe cose ci perdevano anche nell'adattamento dei testi ma questa serie proprio non mi ha preso...
cosa hanno annunciato come prossimo ospite della Cosmo Color Bianca?
Eh, caro mio, un pasticciaccio. Prophet non è stato ospitato sulla serie Bianca ma sulla Pocket. E dal prossimo torna in formato bonelli con la serie Winterworld (96 pagine a colori).
ma porc... :(
Letti al momento i primi due numeri, mi riservo un giudizio dopo la conclusione. Per ora mi sembra che le premesse fossero buone e in parte disattese nello sviluppo del secondo numero, ma ti dirò meglio più avanti.
Se riesci, gli ultimi due leggili d'un fiato. Vera la questione del secondo numero. Come dicevo anche nel post, l'asse ventrale della questione cambia prospettiva. Poi si va giù di filato.
Ok, mi hai incuriosito.
Stavo per prenderli in blocco su Amazon, ma, ahimé, proprio il primo numero sembra esaurito. :-/
Uhm. Puoi ordinarli sul sito della Cosmo, ma ti costerà di più e dovrai aspettare un po' di tempo. Magari tra un po' lo trovi su ebay.
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