Quelli che vedi qui sopra e qui sotto, sono le prime avvisaglie grafiche di mio figlio Teo risalenti a qualche tempo fa. Le prime realizzate con un baluginio di coscienza, intendo. Li ha fatti sulla sua lavagnetta, con un gessetto bianco e tanta simpatia.
Sarò di parte io (sai come funziona, no? I figli so' piezz 'e core), ma in questi disegnini ci ho visto molto più di quanto in effetti dovrebbe esserci: personaggi di profilo e di tre quarti, un genuino abbozzo di anatomia dettata dalla sola memoria visiva e un segno graffiato e stilizzato assolutamente funzionale nell'economia dei vari figurini. Insomma, oh, sono rimasto a fissarli per ore cercando di capire dove si ponesse davvero quel genuino senso compositivo che ne veniva fuori.
Allora cos'ho fatto? Li ho fotografati e li ho riportati in bianco e nero secco con photoshop. Poi con illustrator li ho ridisegnati sommariamente, muovendone braccia, gambe e aggiungendo una certa gamma di espressioni. A quel punto era già chiaro cosa avessi davvero in testa.
Alla fine è venuto fuori un 28 pagine, compresa copertina, che ho stampato e rilegato a mano con due punti metallici (poi mi parlano di self publishing nei fumetti. Tzé!). Dentro c'è una storia pensata per Teo, ma soprattutto realizzata tenendo conto di come l'avrebbe pensata lui (e da qui il titolo "Teo e il Mistero della Maggica Spatà").
Il punto più interessante di tutta la faccenda è che l'esperimento sembra pienamente riuscito. La prima volta che ha visto i disegni, Teo è rimasto a bocca aperta cercando di capire come fosse possibile che i suoi personaggi avessero preso vita. E la storia gli è piaciuta talmente tanto che se la fa leggere tutte le sere (ormai la recita a memoria, parola per parola). Se posso dirti, insomma, alla fine mi ci sono divertito anch'io, nonostante non abbia potuto infarcire il tutto con sangue, morti e polvere da sparo. E la cosa si è rivelata anche parecchio "istruttiva", facendomi riflettere su tutta una serie di nuove strade alternative (e per me inedite) che potrei percorrere.
Qui sotto ti piazzo la copertina e il disegnino che appare in quarta (sui quali mi sono sbizzarrito un po' di più, grazie al colore) e qualche pagina interna in bianco e nero, senza parole.
6 commenti:
tu sei davvero matto :-)
(ti spedisco idealmente un grande abbraccio di empatia: sono certo che cose come queste, attenzioni come queste, tornano sempre indietro in termini affettivi: Teo crescerà con un gran cuore, sapendo di avere genitori così premurosi e creativi)(non conosco tua moglie, ma dubito possa esserti da meno:-) bravo!
(mi sa che la copertina del mio prossimo romanzo me la faccio fare da tuo figlio:-)
Teo è un bimbo fortunato.
Tu sei un papà fortunato.
Ammazza che gran c..o che ci avete in casa tua!
Non vi invidio, ma solo perchè sarebbe brutto... :-)
Grande, che papà meraviglioso :)
@ Omar:
Eh, caro mio. "Ci 'ssapinu li cristiani di li sacrifici?"
A parte gli scherzi, l'esperienza, ripeto, è stata molto istruttiva. A volte ti tuffi in certe cose che non diresti e finisce che impari davvero qualcosa.
E grazie per le bellissime parole, anche da parte di mujerima ;)
P.S.: Fattela fare da Teo, la copertina. A me va bene comunque. Sono mesi che insisto con lui che è l'ora di imparare un mestiere. Così anche lui porta un soldino a casa.
@ J.D.:
Grazie, caro. In realtà si tratta di piccole attenzioni, in termini pratici. Ma soprattutto dalle piccole cose, nascono i rapporti belli e solidi.
@ Dario:
Eh, 'sti papà. Sarebbero capaci dei viaggi più fantastici e pericolosi, pur di accontentare i propri pargoli ;)
Bellissima idea!
Quando tanti anni fa ho avuto sotto mano i miei piccoli cuginetti avevo pensato di sceneggiare una storia facendo disegnare a loro le vignette - avrei spiegato cosa doveva esserci in ogni riquadro e li avrei lasciati liberi nel disegno. Purtroppo ho tergiversato e nel frattempo i bambini sono cresciuti, non aveva più senso fare una cosa del genere.
Questo tuo baby-fumetto mi ha fatto ricordare quella idea.
@ Patrizia:
Beh, sperimentare con i bambini serve parecchio. Sia a loro sia a noi. Il loro modo "senza regole" di vedere le cose è un punto di vista genuino che con gli anni tristemente si perde. Vederli disegnare o sentirli inventare storie, spesso si rivela una bella lezione anche per noi, insomma :)
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