E così, in una sola serata (che ti assicuro, nemmeno era un granché, anzi) ho scoperto che due delle cose che più mi hanno segnato in età adolescenziale (e oltre), avranno un seguito. Ormai ne stanno dando notizia ovunque, quindi dovresti già sapere di cosa parliamo.
Se invece no...
Nel primo caso, il panico in rete si è diffuso dopo un misterioso tweet di David Lynch e uno, meno misterioso, del buon Kyle MacLachlan.
Ma chi doveva capire, ha capito subito: Twin Peaks tornerà alla luce in una terza stagione nel 2016, a 25 anni dalla messa in onda delle prime due mitiche serie. In fondo, però, i meno distratti tra voi ricorderanno che la stessa Laura Palmer ci tenne a sottolineare, all'epoca, che questa cosa, prima o poi, sarebbe accaduta.
Ricordi?
Per ora poco o nulla si sa, se non che alla produzione ci saranno ancora una volta David Lynch e Mark Frost. Presumo, e spero, che Lynch possa tornare anche alla regia. Il suo "silenzio" dopo il suo ultimo film (Inland Empire, nel 2006), era una roba un po' truffaldina. Ma forse mi sbaglio. In ogni caso, che sia lui o qualcun altro, l'importante è che la cosa si faccia e che alle musiche torni Angelo Badalamenti.
Il secondo ritorno eccellente è quello di Corto Maltese. E' previsto nel 2015, sembra, grazie al grande sceneggiatore Juan Dìaz Canales (lo scrittore di Blacksad, hai presente?) e al disegnatore Rubén Pellejero (autore del disegnino qui sopra).
Non si tratta di un prequel o di un "remake", naturalmente, ma di un vero e proprio seguito, dove le vicissitudini di Corto riprenderanno esattamente da dove lo avevamo lasciato, nel 1925, al termine della sua 29a avventura (Mu, 1988). Comunque, se ti interessa, ti spiega tutto meglio Fumettologica (qui).
Non si tratta di un prequel o di un "remake", naturalmente, ma di un vero e proprio seguito, dove le vicissitudini di Corto riprenderanno esattamente da dove lo avevamo lasciato, nel 1925, al termine della sua 29a avventura (Mu, 1988). Comunque, se ti interessa, ti spiega tutto meglio Fumettologica (qui).
Curioso notare, in ogni caso, che Corto riprenderà vita con una 30a avventura (la prima non per mano di Hugo Pratt) e che Twin Peaks si lascia alle spalle due stagioni da trenta episodi in totale, per ripartire da 31.
Quante cose belle.
Almeno questo, in 'sto periodo, và.
Almeno questo, in 'sto periodo, và.
Che ci si accontenta di poco, poi, alla fin fine.
12 commenti:
Apprendo del seguito di Corto Maltese da te.
Avrei visto bene Manara e Giardino come "eredi" (e d'altra parte lo stesso Pratt se l'era augurato) ma anche Pellejero mi pare una buona scelta, anche se il disegno che hai pubblicato non mi entusiasma.
Vedremo.
Per Twin Peaks sono già in attesa fremente, da ieri ho visto il breve teaser già cinque o sei volte, basta già quel vento, quello schiocco di dita per mettermi addosso i brividi.
L'annuncio di Laura Palmer lo ricordavo molto bene e, giuro, speravo proprio che Lynch mantenesse quella specie di parola data, anche se col tempo, non so perché, mi ero convinto che la Palmer desse l'appuntamento per quindici anni dopo e non venticinque. Vedi la memoria cosa ti fa?
Inoltre ho letto in giro che il proposito di Lynch è quello di dirigere personalmente i nove episodi che dovrebbero comporre la nuova serie.
A questo punto non resta che puntare ad arrivare vivi al 2016 :)
@ Luca:
A me la scelta di Canales mi piace parecchio. Di Pellejero non saprei dirti, anche se in generale le sue tavole sono belle (e comunque un altro suo Corto lo trovi qui). Qualcuno ha fatto giustamente notare che la giusta scelta per proseguire il lavoro del Maestro sarebbe stata Stefano Babini, ma visto che si parla di una produzione francese, posso capire che abbiano voluto tenere le cose in casa.
@ Dario:
Mi sembra un percoro obbligato, quello di Lynch anche alla regia. Speriamo bene e incrociamo le dita. Ma io ho parecchia fiducia, in Lynch :)
Fantastico il ritorno di Lynch con Twin Peaks! Quanto a Corto rimango perplesso... Non può esistere nessun Corto Maltese senza Hugo Pratt. Il fumetto d'autore non è più tale senza l'autore. Esempio? Peanuts.
Non sarà una frase estrapolata da un'intervista di venti e passa anni fa a convincermi del contrario. Dovrei controllare il mio archivio, ma credo di ricordare altre interviste dove Pratt affermava il contrario.
Si tratta di una pura e semplice operazione commerciale, basta dirlo, è legittimo che gli aventi diritto sfruttino le royalties... per altro gli autori coinvolti sono dei seri e affermati professionisti, per quanto distanti anni luce dalla poetica grafica e letteraria di Pratt. Insomma, da qui a farla passare come qualcosa auspicata da Pratt ce ne vuole. Ci vorrebbe più decenza, per Dio... la cosa andava presentata diversamente, secondo me.
@ Giovanni:
Capisco il tuo punto di vista, ma non sarei così rigido. Se si trattasse solo di un'operazione commerciale, perché aspettare così tanto? C'è da dire anche che operazioni di questo tipo sono abbastanza radicate nella tradizione bèdè.
Poi, con tutti i dubbi del caso, qualsiasi tipo di operazione, commerciale o no, riuscita o meno che venga fuori, mi basta il fatto che non andrà minimamente ad intaccare quanto fatto dal buon grande Maestro. Come a dire: vien brutta questa nuova avventura? Mi vado a rileggere di nuove le prime 29 :)
Gli aventi diritto possono legittimamente fare quello che possono, ma non accetto il modo in cui viene presentata l'iniziativa, come una cosa avallata, se non addirittura pianificata, da Pratt in persona quando noi specialisti di Pratt sappiamo benissimo quanto egli fosse restio rispetto a queste operazioni che nel gergo dei giostrai si potrebbero definire da spennapolli... Ripeto, chi ha diritto a sfruttare il patrimonio farà i suoi interessi, ma non credo che l'opera di Pratt e la sua memoria ne trarrà vantaggio, anzi.
In realtà è anche un'operazione che è già stata eseguita su un'altra sua opera, Gli Scorpioni del Deserto, che ha visto ben due seguiti, uno francesissimo e uno italianissimo. Comunque staremo a vedere, oh.
Gli Scorpioni del Deserto... già, come dimenticarsene... Contavo si fermassero lì. Lasciamo perdere va. Il punto è che Corto è inscindibile dal segno e dalla parola di Pratt. Punto. Corto per certi versi è Pratt. Non capire questo passaggio significa considerare Corto nè più nè meno che un marchio da sfruttare commercialmente. E poi, e parlo a ragion veduta avendoci scritto un libro su Pratt, so per certo che era contrario a cedere la sua creatura prediletta. A ogni modo, facciano come credono, tanto i veri prattiani non si faranno infinocchiare.
Nel libro-intervista di Petitfaux, o forse su qualche intervista in qualche rivista francese, Pratt si dichiarava d'accordo a un seguito delle avventure di Corto Maltese dopo la sua dipartita, citando appunto Manara e Giardino (se ben ricordo) come eredi ideali, forse anche Lele Vianello.
Poi è chiaro che bisogna considerare in quale contesto e in quale epoca abbia fatto quella dichiarazione, però l'ha detto.
Di certo il nuovo volume non potrà essere peggiore di Mu. Anzi, se riescono a fare una cosa peggiore agli autori bisognerebbe dare un premio.
Posso assicurarti che in moltissime occasioni Pratt affermò l'esatto contrario dimostrandosi refrattario all'idea di affidare a altri i suoi personaggi, sopratutto Corto. Poi, ripeto, gli aventi diritto legittimamente fanno quello che vogliono, ma presentare la cosa come fosse pianificata da Pratt mi pare una presa per i fondelli bella e buona a cui nessun prattiano doc potrà abboccare.
Mi fido di quanto scrivi, Giovanni.
Io un'occhiata probabilmente gliela darò comunque.
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