Ho sempre trovato affascinanti i dietro le quinte che svelano il modo di lavorare di chi fa fumetti. Soprattutto per quanto riguarda la parte grafica. E uno che non lascia dubbi sul proprio approccio creativo è sicuramente Paolo Rivera, tra i più bravi artisti dallo stile pittorico in forza alla Casa delle Idee. Nato nel 1981 a Daytona Beach, in Florida, nel 1999 Paolo si iscrive alla Rhode Island School of Design e studia fumetto con David Mazzucchelli che ben presto diventa un suo grande punto di riferimento. Sue le numerose copertine (e non solo) nelle quali ha reinterpretato i miti a stelle e strisce come Iron Man, i Fantastici 4, gli X-Men e Spiderman.
Una delle sue ultime fatiche è stata Mythos, la riscrittura da parte di Paul Jenkins dei personaggi classici della Marvel, stampato qui da noi dalla Panini Comics l'anno scorso in un elegante volume. Sul blog di Paolo, The Self-Absorbing Man, è possibile dare una sbirciata ai suoi molti lavori in corso d'opera, ma sotto l'etichetta Wacky Reference Wednesdays sono raccolti tutti i suoi post che riguardano i riferimenti fotografici di cui fa abbondantemente uso realizzando scatti direttamente dal suo loft a Brooklyn. Davvero curioso. E sicuramente interessante.
Una delle sue ultime fatiche è stata Mythos, la riscrittura da parte di Paul Jenkins dei personaggi classici della Marvel, stampato qui da noi dalla Panini Comics l'anno scorso in un elegante volume. Sul blog di Paolo, The Self-Absorbing Man, è possibile dare una sbirciata ai suoi molti lavori in corso d'opera, ma sotto l'etichetta Wacky Reference Wednesdays sono raccolti tutti i suoi post che riguardano i riferimenti fotografici di cui fa abbondantemente uso realizzando scatti direttamente dal suo loft a Brooklyn. Davvero curioso. E sicuramente interessante.
14 commenti:
Aaaah, vedi, ecco come fa.
E mica solo lui.
Comodo, però, usare i modelli. Lo fai mettere come vuoi, lo fotografi e poi scopiazzi.
Bello, bello.
Ora ci provo anch'io, devo solo trovare una modella uguale a Betty Page.
Molto interessante davvero !
Davvero interessante, soprattutto per alcune espressioni che sembrano prese pari pari dal modello (forse è lo stesso disegnatore?).
Guardate la quart'ultima, quella di Cap. Impressionante.
Bello, bel post.
allora impazzirai per questi due libri... ma magari li conosci già.... ciao
http://artnectar.com/wp-content/uploads/HLIC/8736575cacc22b433558595083601616.jpg
http://static.blogo.it/clickblog/NormanRockwell_Behind_Camera.jpg
e se vi è piaciuto il genere " Comodo, però, usare i modelli. Li fai mettere come vuoi, li fotografi e poi scopiazzi!" non potete farvi sfuggire questo link:
http://avaxhome.ws/ebooks/DrewStruzanConceivingAndCreatingTheHellboyMoviePoster.html
se non sbaglio dovrebbe esserci anche la possibilità di un download di un lungo video con l'artista al lavoro...
m
...devi averci anche il fisico per fare queste pose però eh?? ;)
Ciao Luca, Davide, Dario, Michele e Ari.
Da quanto ho visto, non è che Rivera faccia mobilitare tutte queste persone per le foto. Evidentemente gli piace proprio fare da modello. Perchè quello nella foto, si, è proprio lo stesso disegnatore. Si studia le posizioni, si mette in posa e realizza gli scatti.
Non è l'unico ad utilizzare questo tipo di tecnica che è molto utilizzata soprattutto tra chi, come lui, adotta un approccio pittorico. Esad Ribic è un altro tipico esempio. Per non parlare di Alex Ross che è riuscito a ricostruire tutti i costumi pari pari, che poi mette in scena ad hoc in un set fotografico mostruoso facendoli indossare a modelli di riferimento ben precisi (se deve fare Cap America chiama sempre quella persona, se deve fare Batman chiama quell'altra):
Per quanto mi riguarda credo siano abbastanza giustificati. Visto che devono anche colorarsele in modo realistico, per loro diventa più facile avere dei punti di riferimento visivi anche per quanto riguarda luci e ombre, ad esempio.
Anche chi non deve colorare usa riferimenti fotografici, ma di solito non si dovrebbero "lucidare" così come sono, ma usare solo per le espressioni del volto e per donare dinamicità alle posizioni del corpo (e anche per lo studio delle mani).
Il fenomeno comunque è molto diffuso anche da noi. La coseddetta scuola salernitana (Brindisi, De Angelis, ecc.) ha cominciato con le foto, chi più chi meno. Ma era anche un modo per prendere la mano con una dinamicità nella quale sono poi diventati maestri e oggi non hanno sicuramente più bisogno di quel tipo di riferimenti.
Poi esistono millemila siti tipo questo: http://www.photo-reference-for-comic-artists.com/
E poi c'è anche chi si ricostruisce gli ambienti in sketch up o (e fa anche bene) e chi si modella i personaggi con software tipo Poser (e qui fa male perchè secondo me, se si vede rende le figure un bel po' statiche. Esempio: http://goodcomics.comicbookresources.com/wp-content/uploads/2008/11/SECINVWOK_cov.jpg)
@ Michele:
Norman Rockwell e Drew Struzan!!! Hai tirato fuori due mostri sacri dell'illustrazione. Li conosco si. Il secondo è il responsabile delle più belle locandine cinematografiche di tutti i tempi: Star Wars, Ritorno al Futuro, Indiana Jones, Blade Runner... certe luci non si inventano su due piedi, devi usare per forze le foto :)
faccio qui outing, Luigi... ebbene sì uso molto le foto, ma hai ragione a dire che ricalcare o "lucidare" le foto è un modo per ammazzare il disegno... la foto va interpretata e usata come base per non cadere in un meccanismo di ripetitività delle pose o delle espressioni... lo studio dal "vero fotografico" delle pieghe o degli ambienti poi restituisce un certo realismo, che va cmq filtrato dalla propria sensibilità considerando che il fumetto in fondo è "specchio" sintetico della realtà... in due parole, se usi le foto senza saper disegnare vengono fuori delle vere zozzerie (diss'egli sentendosi uno zozzone)... dell'argomento naturalmente hanno già disquisito pennelli ben più autorevoli...
a presto: è sempre un piacere fare due chiacchiere a distanza con te...
Michele, se di certe cose non si discute con un professionista come te, non so proprio con chi altri.
E non è per smanceria. Per quanto mi riguarda sei già una voce autorevole tra le (quasi) nuove leve. Mi fa piacere che tu abbia scelto questo blog per fare outing, ma non credo ce ne sia bisogno, onestamente.
Chi è del tuo mestiere (io non lo sono ma ho bazzicato un bel po' di persone qui e lì) sa bene che i riferimenti fotografici sono quasi dovuti per intraprendere un certo cammino. Anche i grandi maestri del passato usavano dei modelli.
C'è poi chi lucida direttamente ma, come dicevamo, devi saper fare anche quello. Ci sono nomi anche grossi del fumetto che non si preoccupano nemmeno di mascherare la cosa o almeno di rendere personali quei riferimenti. Ma è una loro scelta. Forse sono in minoranza quelli che non le usano, le foto, e questo non vuol certo dire che il risultato è migliore.
E in ogni caso, tu usi riferimenti fotografici? Beh, sinceramente devo ammettere che non l'avrei mai detto. E sfido chiunque a farlo.
Questo dalle mie parti vuol dire che il tuo mestiere lo fai come si deve fare.
Anche tu nel tuo piccolo lo fai! E i modelli siamo io e te, te e io! Non a caso, spesso chi ci conosce ci ..riconosce nelle tue illustrazioni!!
Beh, in alcuni casi è davvero palese il fatto che io lavori con le foto. Ma è proprio perchè io voglio dare un'impronta fotorealistica alle cose che faccio. In ogni caso realizzare illustrazioni in vettoriale e fare fumetti (purtroppo!!!) son due cose molto diverse. Altrimenti a questo punto sarei il più versatile e folle fumettaro trans-copiatore sulla faccia della terra :)
Ma questa cosa del vettoriale e del fumetto... prima o poi...
fumetti in vettoriale?...
per citare un vecchio adagio: "SI... PUO'.... FAREEEEEE.... ZAN-ZAN-ZAN-ZAN-ZAN-ZAN-ZAAA!!"
Mammamiafrankeinsteinjuniroquantotempochenonlovedo.
Mo me lo guardo.
Mi hai fatto venir voglia :)
Non è il mio genere preferito, quello foto-realistico nei fumetti, ma apprezzo comunque lo stile!
:)
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